martedì 12 ottobre 2021

Alessia Cioffi



Si chiama Alessia Cioffi, ha 32 anni, poliziotta di Reggio Emilia.

Qualche giorno fa stava passeggiando con il cane nel suo quartiere, fuori servizio, quando ha sentito una folla urlare e indicare in alto.


Quando ha alzato lo sguardo, ha capito: una donna, sui 50 anni, aveva appena scavalcato la balaustra e penzolava pericolosamente all’ottavo piano del suo palazzo, minacciando di farla finita.


Alessia non ha perso la calma. È entrata nel condominio, ha provato ad entrare (senza successo) nell’appartamento della signora e ha chiamato i vigili del fuoco. Ma, invece di attendere i soccorsi, si è fatta aprire la porta del piano inferiore, si è affacciata al balcone e da lì ha cominciato a parlare fitto fitto con la donna, ha instaurato un rapporto di fiducia, l’ha rassicurata, sostenuta, ma, soprattutto, l’ha lasciata parlare, sfogare anni di sofferenze e frustrazioni. Infine, dopo mezz’ora, è riuscita a convincerla a desistere dai suoi propositi. 


È finita con le due donne che si sono abbracciate a lungo. 


“Anche per me è stato un momento di liberazione” racconta la poliziotta. “Ero felicissima perché è stato come abbracciare una madre. La mia ha la sua stessa età”.


Un’altra donna che salva una vita col dialogo, il sangue freddo, l’empatia. Come a Belluno. 


Un’altra agente che interviene nell’esercizio delle sue funzioni di essere umano. C’eravamo persino dimenticati come fossero fatti. 

Grazie, Alessia, per avercelo ricordato.

Lorenzo Tosa 

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