Cercasi Amministrazione
"illuminata"
AAA Vendesi… Potrebbe essere questo il giusto attacco della
sensazionale notizia, invece, puramente culturale. A Labico (Rm), stipato in due
enormi container e pronto per essere rimontato, è “parcheggiato” esattamente da
un anno, uno dei 2 gioielli realizzati da Gustave Eiffel in Sudamerica. Dopo la
fama derivatagli dalla omonima torre parigina - costruita nel 1889 per
l’esposizione universale del centenario della Rivoluzione Francese - ricevette
due commesse per altrettanti padiglioni espositivi in Sudamerica. Uno a Lima
(Perù) e l’altro a Quayaquil (Equador). Installati dal 1905 al 1907, hanno
ospitato due mercati. Quello equadoregno, il Mercado Sur è ancora funzionante,
mentre l’altro di Lima, attraverso rocambolesche peripezie, è arrivato fino nel
centro casilino. A dispetto della “disattenzione” dell’amministrazione peruviana
che ha pensato di demolirlo per realizzare, magari, una struttura in cemento, e
grazie alla lungimiranza dell’imprenditore italiano che ha deciso di salvarlo
dal macero e dalla fonderia acquistandolo, il “capannone” - 150 metri di
lunghezza per 15 di larghezza ed 8 di altezza realizzato interamente in ghisa ed
acciaio – che rappresenta una testimonianza dello stile liberty reso famoso
dall’architetto di Digione, è arrivato a Labico. “Potrebbe essere sfruttato come
padiglione espositivo, galleria commerciale o altro – ci dice il proprietario -
La sua versatilità e modularità è tale che esso è ancor oggi architettonicamente
all’avanguardia. Quando ho saputo che sarebbe stato mandato al macero e
probabilmente fuso, è scattata in me la volontà di evitare un simile scempio”.
Nella migliore delle ipotesi le colonne sarebbero state vendute separatamente ed
usate nei gazebo di qualche villa, facendo miseramente scomparire tale opera
d’arte. Adesso potrebbe rappresentare, per un’Amministrazione pubblica,
abbastanza “illuminata”, che decidesse di acquistarlo, un fiore all’occhiello in
grado di richiamare flussi turistici a pre scindere dall’utilizzo che se ne
faccia. Tito Pasanisi - architetto laureato al Politecnico di Milano con una
interessante tesi sui “Caratteri stilistici e consolidamento dei monumenti” - ci
descrive la tipologia del manufatto come uno dei primi esperimenti di
“componibilità”: “Anche se al giorno d’oggi se ne fa un uso forse improprio, ai
tempi di Eiffel, quello della ghisa e dell’acciaio era un discorso ampiamente
giustificabile. Con l’avvento della Rivoluzione Industriale, infatti, si
incominciarono ad usare modularmene elementi architettonici in metallo fuso”.
“Non molti sanno – ci confida l’architetto – che la stessa Statua della Libertà,
donata dai francesi agli Stati Uniti, venne realizzata da Eiffel”. Quello che si
vede, infatti, è solo il rivestimento in marmo della struttura metallica
realizzata dal padre della famosa Torre. “Il manufatto approdato a Labico –
continua l’Architetto - fa parte della storia. E’ un retaggio delle esposizioni
universali molto in voga dalla metà ‘ 800 in poi. Farselo sfuggire, non
approfittando dell’occasione di poterlo tenere in questa zona, sarebbe pura
cecità se non follia”. Secondo Pasanisi - che segue con molto interesse i lavori
della recentemente inaugurata Casa dell’Architettura di Colleferro (Rm) che è
una diretta emanazione dell’Ordine Nazionale degli Architetti - queste sono
situazioni culturali che “non meritano certamente di perdersi nei meandri di
mostruose ignoranze e disattenzioni” ed in questa ottica ha portato, come primo
punto all’ordine del giorno nella riunione in programma per lunedì prossimo (20
dicembre) nella Casa dell’Architettura di Piazza Gobetti a Colleferro, il
“capannone” e le opportunità che offre. La cosa più interessante? Il
proprietario, pago della meritoria azione e dei riconoscimenti che gli stanno
arrivando, non chiede che il rimborso delle spese sostenute in tutta la faccenda
e, a suo dire, si tratta di …“quattro soldi”.

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