Nel 1999 Gigi D'Alessio pubblica l'album "Portami con te". E' un cd di "passaggio": all'epoca D'Alessio era già famosissimo a Napoli e in tutto il sud Italia dal inizio anni '90. Le sue hit in dialetto napoletano avevano promosso il passaggio di testimone di Re dei neo-melodici da Nino D'Angelo ad appunto Gigi D'Alessio; aveva già riempito lo stadio di Napoli (all'epoca ancora San Paolo e non ancora stadio Maradona) con concerti faraonici ed aveva recitato in un paio di film firmati di Ninì Grassia (sulla falsariga di quelli di Nino D'Angelo degli anni '80) tra cui "Annarè" che nel 1998 aveva battuto il re degli incassi di quell'anno: Titanic di James Cameron. Un primato unico in tutto il mondo!
In quel periodo, il cantautore si stava preparando a fare il grande salto nel mercato discografico nazionale la cui porta d'ingresso sarebbe dovuta essere la partecipazione a Sanremo. E l'album "Portami con te" era, appunto, il biglietto da visita.
Per cui nel 2000 partecipò a Sanremo con il brano "Non dirgli mai" e da lì sbancherà anche il mercato italiano. Ad oggi il suo successo è rimasto intatto.
Tutte le ballate dal 1993 al 1999 erano caratterizzate da interpretazioni molto "partecipate" da parte sua.
Gigi D'Alessio è un cantautore di tutto rispetto e soprattutto molto sottovalutato dalla critica "togata" e benpensante italiana, e l'album in questione, "Portami con te" è un piccolo capolavoro: c'è un ottimo dosaggio di ballate cantate per più della metà in italiano (con incursioni in dialetto napoletano, spesso nei ritornelli) e per meno della metà in napoletano. Ed è un ottimo specchio della Napoli di quegli anni. Una piccola gemma è la canzone "Guagliuncè": un ritratto della ragazza napoletana di fine anni novanta. Un racconto della teen-ager del mondo analogico e pre-digitale. Un mondo che ormai non esiste più e che se ascoltata oggi, la canzone, sembra raccontare di tantissimi anni fa. Eppure sono passati solo 25 anni!
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