sabato 2 marzo 2013

Giorgio Frau, i complici: un ultrà di destra e un manovale del crimine



di Paola Vuolo
 
ROMA - Claudio Corradetti, 41 anni, detto Drago, ex skinead del Movimento politico occidentale, ha una lunga lista di precedenti. L’ uomo in permesso premio che sta scontando una condanna nel carcere di Sulmona, è stato arrestato nell’ottobre del 2007 per una rapina in banca nel quartiere di san Paolo.

Nel 2005 viene condannato insieme ad altre 15 persone per l’operazione «Point break», un’indagine lunga e complessa, iniziata nel 2003 su una banda specializzata in rapine ad uffici postali e gioiellerie.
Nel 2002 Corradetti finisce in carcere accusato di avere partecipato ad una rapina in una banca dell’Eur e di avere preso 70.000 euro. Nel ’96 era stato già arrestato perché ritenuto responsabile di otto rapine a banche sull’Appia. Ultras della tifoseria romanista, Corradini è stato fermato negli anni ’90 dagli agenti della Digos con l’accusa di avere partecipato ad incidenti e a disordini da stadio nella partita Bologna Roma e all’accoltellamento di un vicequestore durante la partita Brescia-Roma.
Nel passato del «Drago», c’è anche un’accusa di tentato omicidio: nel giugno del ’96 viene fermato per il ferimento di un algerino. Qualche tempo dopo, a Rimini, Corradetti avrebbe spezzato le gambe a un ragazzo, per questo finisce di nuovo in carcere .
Massimo Nicoletti, il terzo bandito dell’assalto al furgone portavalori all’Esquilino, è anche lui una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine e ha numerosi precedenti penali.

I due rapinatori sono stati fermati dai carabinieri subito dopo la rapina, avevano cercato di prendere il tram. Prima hanno negato di avere avuto a che fare con l’assalto al blindato a Porta Maggiore, poi hanno confessato. I carabinieri hanno chiesto ai fermati se erano armati, Corradetti ha subito alzato il maglione per mostrare la pistola, mentre Nicoletti si è girato di schiena e ha fatto vedere che non aveva armi.
I carabinieri però lo hanno perquisito e hanno trovato una pistola infilata nella cinta dei pantaloni. Perché aveva mentito’ Secondo gli investigatori Nicoletti potrebbe avere avuto l’intenzione di usare la pistola per sfuggire alla cattura. Ma questa è ovviamente solo un’ipotesi investigativa.  

(ANSA)

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