Da molti ritenuta la miglior interpretazione di Alberto Sordi (a pari merito con "Una vita difficile" del 1961), così come anche da lui stesso in un'intervista televisiva (insieme a Mario Monicelli: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=nfhrow9HjZY) in cui dichiarava ci aver cambiato registro interpretativo.
"Un borghese piccolo piccolo" è un must della commedia all'italiana, che sul finire degli anni '70, diventa molto più amara come riflesso degli anni di piombo che si stavano vivendo.
La storia la conoscono tutti: è quella dell'impiegato statale Giovanni Vivaldi che si fa in quattro per trovare un posto al figlio, che purtroppo perde la vita in una sparatoria. Casualmente incontrerà per strada l'assassino del figlio e da impaurito uomo italiano medio si trasforma in uno spietato vendicativo.
Probabilmente è il film in cui, più dei tantissimi da lui interpretati, si può ammirare la sagacia interpretativa del grande attore italiano. Un'interpretazione in cui nella seconda parte si distacca totalmente dalla maschera da lui creata sino a quel momento.
Mentre nella prima parte - spesso sottovalutata - la sua grandezza si nasconde nella gestualità, nei piccoli tic che riesce a regalare al suo Giovanni Vivaldi. Nella maniera così ostentata, ma allo stesso tempo maldestramente nascosta, in cui riesce a sottomettersi al potente di turno (sia esso il capoufficio, o il capo della setta).
E' il film giusto per capire quanto sia stato grande Alberto Sordi.
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