È morta a 99 anni la giornalista e partigiana Francesca Laura Wronowski De Topòr, ultima nipote di Giacomo Matteotti. A 19 anni si avvicinò alla Resistenza, entrando a far parte della brigata Giustizia e Libertà, intitolata allo zio e capitanata dal cognato Antonio Zolesio (il comandante “Umberto”), marito della sorella Natalia. Sulla tessera del Corpo Volontari della Libertà il suo nome di battaglia come staffetta partigiana era “Kiky“. Ma Wronowski decise di utilizzare il secondo nome di battesimo, Laura. Prese parte a numerose azioni partigiane, fra cui la liberazione di venti prigionieri ebrei dal campo di Calvari. Terminata la guerra, intraprese la carriera giornalistica diventando professionista nel 1951. Si sposò con Massimo Fabbri e lasciò il lavoro alla nascita del figlio Maurizio. In seguito ha testimoniato a lungo ai giovani la sua esperienza di partigiana e il valore della memoria con incontri nelle scuole. “L’anti fascismo in casa di mia madre si respirava come l’aria”, dice nella video intervista che fa parte del memoriale virtuale della Resistenza (www.noipartigiani.it) creato da Gad Lerner e Laura Gnocchi per l’Anpi. La sua vicenda è stata raccontata da Zita Dazzi nel libro “Con l’anima di traverso. La storia di resistenza e libertà di Laura Wronowski” (Solferino, 2019).