lunedì 1 settembre 2014

Il tesoro di Totò Riina

riina-R.C.-Quella di Totò Riina è stata una lunga latitanza, certamente dorata. A dimostrarlo i parti di Ninetta Bagarella in una delle cliniche più esclusive di Palermo.
Ad oggi il reticolo degli interessi economici del Capo dei capi resta un mistero impossibile da decifrare.
Eppure il tesoro di Totuccio esiste ed è lui stesso a confermarlo “Perché se recupero pure un terzo di quello che ho sono sempre ricco”.
Ricchezze sterminate dunque e affidate a chissà quali prestanome. Franco Di Carlorammenta un viaggio Milano-Palermo  in compagnia di una valigetta contenente dieci miliardi di lire “Arrivato, passammo la notte a contarli: Riina non si fidava di nessuno quando c’erano di mezzo i soldi”.
Tra le pagine e pagine delle trascrizioni sulle conversazioni  tra il padrino e Alberto Lorusso intercettate dalla Dda di Palermo fanno capolino anche gli affari di Riina.
Confida il boss al suo interlocutore “… ho fatto ventiquattro anni… di bella vita (il riferimento è alla lunghissima latitanza), di bella vita e di tutto… di tutto quello che c'era…”.
 Se l'è goduta assieme a coloro che gli stavano accanto, “tutti quelli che hanno le proprietà mie, tutti quelli che hanno i beni miei se li sono tenuti e se li tengono. Se li tengono e se li godono. Nessuno ha saputo. Nessuno lo sa. Nessuno sa tutte queste proprietà di.. Riina…”.
Ecco, dunque, il mistero del tesoro: “Io ho fatto solo bene… so fare solo bene. Sono cosi e basta e non c'è niente da fare. Se recupero, recupero e se non recupero, pazienza. Se li gode la gente e i picciotti”.
Riina benefattore, ma chi sono i beneficiati?
Forse parenti   “… io ho delle proprietà, queste proprietà metà sono divise ogni mese, ogni mese ci vanno… perché? perché sanno che è mio nipote… sanno che è mio nipote… queste proprietà sono mie e di mio nipote, metà mia e metà di mio nipote”.
Ed è parlando di alcuni terreni a Castelvetrano che nelle conversazioni ha fatto capolino un corleonese di ferro: “… una persona responsabile ce l'ho e sarebbe Messina Denaro. Però che cosa fa per ora questo Messina Denaro che lo non so più niente?”.
Forse Totò Riina ha affidato a Matteo Messina Denaro parte delle sue ricchezze, una valanga di investimenti “A Palermo ce n’è assai, investivo da far tremare i muri. La città tremava… picciotti io prendevo, prendevo ed investivo magazzini a questo, magazzini a quello”.
Il boss fa riferimento a esperti operatori finanziari, a “qualche persona, qualche maschio capace, qualche uomo capace” di gestire le ricchezze.
Un patrimonio occulto, del quale neanche la moglie Ninetta era a conoscenza, Totò ricorda divertito  “… mia moglie si è spaventata quando ha visto là… quella valigia sotto il letto. Mi diceva, mi disse: ma tu, ma tu… tu sei ricco. Ma chi te l'ha detto che sono ricco? (ride)… dice… chi me l'ha detto? Dice… io ho tirato la valigia… la valigia era piena”.
Affari diversificati, ardui da individuare, gestiti da personaggi misteriosi “Uno aveva affari nelle banche, ce lo mandavo una volta a settimana”.
E ancora “Ho una farmacia che era intestata a uno, a sua volta questo l'ha intestata a sua madre, questo… io sto rimanendo un poco male… perché ci tengono, ci tengono nella cassaforte e gli ho messo i soldi. Ci ho infilato qualche duecentocinquanta milioni”.

http://www.articolotre.com/2014/08/il-tesoro-di-toto-riina/

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