martedì 2 settembre 2014

A SIRACUSA “TRIBUTO” ALLE FAMIGLIE SICILIANE IN CRESCENTE STATO DI POVERTÀ: “IMMETTERE SUBITO LIQUIDITÀ PER SOPRAVVIVERE”

Pizzino( “Progetto Sicilia”) : “Una bambina che muore per un ascesso, icona dei siciliani depressi”

Giuseppe_pizzino_in_conferenza
Siracusa. Lo aveva promesso e l’ha mantenuto, dopo i suoi convegni “mordendo” le strade infuocate dell’Isola, sostenuto dal suo team, Paolo D’Amato e Salvatore Caruso.  Riecheggiano le sue conferenze su uno Statuto rimasto solo sulla Carta. Giuseppe Pizzino non si ferma, tenta di rivolgere gli animi a una speranza sopita: i dati numerici sono sconfortanti. Le vendite al dettaglio sono ferme. Nel 2014 una famiglia su due perde il posto di lavoro. Il silenzio cresce, infranto dai dati di uno sbandierato turismo d’èlite proveniente dal “resto di un mondo” ignaro dei drammi familiari che si consumano sotto l’ombrello dell’Etna, fino alle Madonie, nelle “banlieues” del terzo millennio. Occorre subito reddito sociale: su due milioni di famiglie, oltre 200 mila non riescono ad apparecchiar tavola. Alla Caritas, da padre Biagio Conte, Pizzino testimonia code interminabili per “conquistare” un pacco alimentare insufficiente a sfamarsi. Eppure fino a un anno fa era “bella gente”: non pensava di far la fila per gli spaghetti. Magari caricava benzina su una vettura teutonica per cenare a Mondello. Ora no. L’icona del disastro è allo “Zen”, a Ballarò, dove Sonia, una bambina, è morta per un ascesso che le ha intasato i polmoni. “Questa bimba non aveva il coraggio di rivelare ai suoi genitori il suo malessere fisico: la sua famiglia non avrebbe – a suo avviso – potuto mandarla dal dentista”. Siamo tutti responsabili di uno spettacolo passivo, complice: “Certo, i siciliani sono depressi, – continua – spezzati da promesse pentastellate o di qualunque altra “marca”. Magari ci saranno persone impegnate, non lo discuto, ma la realtà è l’attuale deflazione. Bisogna intervenire subito fornendo la moneta-grano complementare all’euro (prevista nell’articolo 40 dello Statuto), da spendere per pagare le tasse, mangiare, sopravvivere. E occorre agire in fretta, perché la politica non è più abituata alle soluzioni. Perché se porti una risposta attuabile il clientelismo sarebbe finito”. Di fatto, manca la norma attuativa per immettere liquidità in un circuito monetario interrotto. Pizzino ci crede da due anni, paese per paese, università per università, comune per comune (alcuni enti hanno sposato il Progetto-Sicilia). L’ex-imprenditore rispetta anche le critiche ricevute, facendo leva su economisti che hanno dimostrato scientificamente come gli eventuali squilibri di una moneta complementare da affiancare all’Euro non potrebbero essere innescati. “Non ci aspettavamo – riflette – che proprio le forze che avrebbero dovuto, in Ars, rappresentare il cambiamento (si riferisce ai 5 Stelle), non abbiano attuato la moneta complementare, prevista nel secondo punto del loro programma elettorale, votato dai siciliani”. I dati sono drammatici dopo le vacanze estive: ai nuclei familiari più in difficoltà servono soldi per pagare i servizi essenziali e sfamarsi. Le polemiche non servono, “si agisca per far prendere fiato alla popolazione”. Le firme per il Progetto- moneta-grano, ci sono, molti enti le hanno apposte. “In pochi riapriranno dopo le ferie – dice mostrando numeri - . Ogni giorno in Italia mille persone perdono il lavoro. Solo 300 in Sicilia, che paga il prezzo più alto: più del doppio rispetto alla media delle altre regioni. E’ emergenza. Le cifre sono certificate: l’anno scorso perdevano il lavoro 200 persone al giorno, l’anno prima, 150. I dati sono impressionanti: il 2013 vede 1300.000 occupati: l’anno prima erano 75 mila in più. Ricordiamo che nel 2007, gli occupati erano 1.600.000 mila”. La strage di posti si suddivide statisticamente fra servizi (700 mila), commercio (300 mila), industria (100 mila), oltre 100 mila nell’agricoltura, e perde altre 100 mila unità lavorative anche l’edilizia. Quest’anno sono previsti altri 100 mila posti di lavoro in meno. Un’altra contrazione che colpisce una famiglia su due. I settori che sono riusciti a non crollare nel 2013, nel 2014 dovranno fare i conti con l’avanzata della crisi, e si potrà parlare di “desertificazione produttiva che investirà per primi commercio e servizi”.
“Siamo al punto di non ritorno – conclude - . Eppure basterebbe poco davvero per riemergere mentre ogni comune perde 250 posti. Gli Enti si avviano al default dopo che le imprese saranno “saltate”. Il trend è irreversibile: e chi dovrebbe occuparsi di questi numeri non viene sfiorato dal pensiero di quanto accade. Semplicemente li sconosce perché non vive in mezzo alla gente”. La Sicilia gattopardesca si morde la coda. I tempi stringono, l’appello del Progetto-Sicilia viene rilanciato, perché nel silenzio non ci siano più morti bianche, o bambini che non possano curarsi. “Ci sarebbe tanto lavoro da fare: infrastrutture, servizi, manifattura. Se non ci sono i soldi, immettiamoli in questo circuito anemico per dare quanto serve al funzionamento del corpo-Trinacria. Diamo moneta a chi ne ha bisogno, come stabilito dall’articolo 36 dello Statuto. Le soluzioni ci sono: se non riusciamo a far votare questo provvedimento in aula entro fine settembre, perderemo un anno di tempo per la ripresa economica del tessuto sociale. E fra pochi mesi non sappiamo quanto lieviterà un disagio già insostenibile”.

di Roberto Rubino

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