Il
Ministro della Salute, Renato Balduzzi, fa’ quel che può e si accinge a
varare una miniriforma contente medicinali monouso, regole con maggiore
tracciabilità sull’attività privata dei medici, multe a chi vende
sigarette ai minori, lotta alla medicina difensiva e altro che si vedrà.
Il Ministro sa però bene che norme di questo genere potranno raschiare
un po’ meglio il barile ma null’altro. D’altra parte in un governo
“tecnico” e ormai avviato a scadenza naturale, non si può sperare in
molto di più. Tutto ciò, comunque, non permetterà una inversione
significativa sulla spesa sanitaria che solamente una vera e propria
innovazione potrà sanare. E innovazione anche in questo caso non
significa fare in maniera più veloce o diversa le cose, ma fare altre
cose. Di ricette veloci non ne ha nessuno, ma è chiaro che esistono nodi
che devono essere sciolti. Uno dovrà essere quello dell’organizzazione
dei nostri luoghi di cura, ancora fermi ad una concezione veramente
novecentesca che la medicina più avanzata sta abbandonando. E ripensare
le nostre strutture, soprattutto quelle ospedaliere, significa ragionare
per intensità di cure, differenziando gli spazi stessi e i momenti di
cura. L’ospedale moderno, infatti, è un ambiente ad alta intensità di
cura, dove ad un primo momento tecnologicamente e assistenzialmente
impegnativo ne subentra un altro dove, in un normale decorso,
diminuiscono le necessità della persona. In diversi Paesi si sta
adottando un sistema praticamente separato anche dal punto di vista
fisico, con articolazioni degli ospedali diversi. Oggi si guardano più
le giornate di degenza in uno stesso letto o Reparto per calcolare il
risparmio – quando non la necessità di spendere meno trattando casi meno
complessi -. Il futuro sarà una corretta valutazione delle necessità
delle persone ricoverate, trovando in ogni momento della cura il più
corretto impiego dei mezzi umani e strumentali a disposizione in spazi
diversi. Oggi continueremo a pagare il lavoro delle diverse
professionalità sanitarie in maniera poco intelligente ed appropriata,
sottraendo, ad esempio, il lavoro vero di un chirurgo facendogli
compilare per diverse ore carta inutile che non abbatterà gli errori o i
costi. Sì, avete capito bene: per diverse ore al giorno paghiamo lo
stipendio di un chirurgo per un lavoro da impiegato amministrativo. E’
chiaro che così non ne verremo fuori…
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