Si candida per dimostrare che è vivo
La vicenda risale a nove anni fa quando
la sua famiglia, appartenente ad una alta casta, lo dichiara morto
perché “colpevole” di aver sposato una donna degli “intoccabili”. Da
allora non è più riuscito a provare che era in realtà vivo. Nel suo
programma un solo punto: riconosciuta la sua esistenza
![Santosh Kumar Singh (da Facebook) Santosh Kumar Singh (da Facebook)](http://qn.quotidiano.net/curiosita/2012/06/23/733619/images/1331617-dafece.jpg)
Santosh Kumar Singh (da Facebook)
Mumbai - Una candidatura alle presidenziali indiane da “uomo morto”, questa l’ultima speranza per Santosh Kumar Singh, cuoco indiano 32enne, di “resuscitare” dopo una odissea di anni in cui ha tentato invano di dimostrare che era vivo e vegeto.
La vicenda risale a nove anni fa quando la sua famiglia, appartenente ad una alta casta, lo dichiara morto perché “colpevole” di aver sposato una donna Dalit, la casta degli “intoccabili”.
“Prima hanno denunciato la mia scomparsa in un documento che poi è stato trasformato in un certificato di morte. Nel mio villaggio hanno anche fatto delle cerimonie funebri e offerto elemosina ai poveri per provare che ero morto”, ha raccontato Kumar al Telegraph online.
E così averle tentate tutte, Kumar ha scritto anche al Primo ministro, senza successo, al giovane cuoco non restava che giocarsi l’ultima carta e registrarsi come uno dei 12 candidati alle presidenziali.
Il suo manifesto elettorale contiene solo un “punto programmatico”: che venga riconosciuta la sua esistenza terrena.
“Ho compilato dei documenti per correre da presidente solo per provare che sono vivo. Non voglio diventare presidente. Se il governo non potrà dichiarare che sono vivo chiederò loro di uccidermi e di emettere un vero certificato di morte in mio nome”, ha concluso Kumar.
http://qn.quotidiano.net/curiosita/2012/06/23/733619-india-si-presenta-a-presidenziali-per-provare-che-e-vivo.shtml
La vicenda risale a nove anni fa quando la sua famiglia, appartenente ad una alta casta, lo dichiara morto perché “colpevole” di aver sposato una donna Dalit, la casta degli “intoccabili”.
“Prima hanno denunciato la mia scomparsa in un documento che poi è stato trasformato in un certificato di morte. Nel mio villaggio hanno anche fatto delle cerimonie funebri e offerto elemosina ai poveri per provare che ero morto”, ha raccontato Kumar al Telegraph online.
E così averle tentate tutte, Kumar ha scritto anche al Primo ministro, senza successo, al giovane cuoco non restava che giocarsi l’ultima carta e registrarsi come uno dei 12 candidati alle presidenziali.
Il suo manifesto elettorale contiene solo un “punto programmatico”: che venga riconosciuta la sua esistenza terrena.
“Ho compilato dei documenti per correre da presidente solo per provare che sono vivo. Non voglio diventare presidente. Se il governo non potrà dichiarare che sono vivo chiederò loro di uccidermi e di emettere un vero certificato di morte in mio nome”, ha concluso Kumar.
http://qn.quotidiano.net/curiosita/2012/06/23/733619-india-si-presenta-a-presidenziali-per-provare-che-e-vivo.shtml
Nessun commento:
Posta un commento