Non accennano a placarsi le polemiche sulla carne separata
meccanicamente (CSM) sempre più utilizzata dall’industria alimentare come abbiamo scritto pochi giorni fa. Negli Stati Uniti, dopo la presa di posizione delle più
importanti catene di fast-food, ora è la grande distribuzione a dire no ad
hamburger e carne macinata, confezionati con questo procedimento. Le cronache registrano l'adesione di Kroger Co. e
Stop & Shop alla lista delel catene come Safeway, Supervalu e Food
Lion che la non usano più . Nonostante il Dipartimento dell’agricoltura abbia dichiarato sicura la
carne separata meccanicamente (proposta sul mercato americano come lean
finely textured beeef ossia manzo magro a grana fine), i
responsabili di queste catene hanno dichiarato che le preoccupazioni espresse
dai consumatori, spinti anche dalla notizia secondo la quale il 70% della carne
macinata venduta in Usa conterrebbe CSM (fonte: vedi link) li hanno indotti a escludere il
prodotto dai propri punti vendita.
La campagna contro la "poltiglia rosa" (pink slime) - così i consumatori
americani definiscono spregiativamente la CSM - è partita negli Usa circa un
anno fa, dopo le dichiarazioni del
popolare chef e gastronomo Jamie
Oliver che ha riprodotto artigianalmente in uno studio televisivo il procedimento con il quale
viene confezionata (le immagini sono visibili su You tube).
Ma le polemiche non finiscono qui: i consumatori americani contestano anche la procedura
utilizzata da molte aziende di sottoporre la carne separata meccanicamente a un
gas con basse concentrazioni di
ammoniaca, per eliminare pericolosi batteri patogeni come l’Escherichia
coli.
In Europa la situazione è diversa. Le normative
comunitarie non consentono di produrre CSM di bovino. Tutta la carne
separata
meccanicamente è di maiale o più spesso di pollo o tacchino e viene
utilizzata come ingrediente in prodotti - spesso destinati
anche per i bambini - come wurstel e crocchette di pollo. Resta da
vedere se le
aziende italiane vorranno in qualche modo rassicurare i consumatori
informandoli sulle caratteristiche della CSM
utilizzata. Potrebbero scrivere sulle confezioni ad esempio se si tratta
di CSM ottenute ad alta pressione e che procedure utilizzano.
Paola Emilia Cicerone
www.ilfattoalimentare.it
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