26 giugno 1974.
Dopo le "passeggiate" nel primo girone del Mondiale contro Uruguay, Svezia e Bulgaria, l'Olanda si appresta a disputare un girone per nulla scontato contro l'Argentina (seppur in una forma embrionale rispetto alla versione vincente di quattro anni più tardi), la Germania Est (capace di battere i cugini della Germania Ovest nel girone precedente) e Brasile (meno forte del dominatore di Messico '70, ma pur sempre molto autorevole).
Il primo match è contro l'Albiceleste e la lezione di Cruijff e soci è sonora quanto ammaliante nella sua bellezza estetica e pratica, con il Calcio Totale olandese che arriva alla sua massima espressione individuale e collettiva.
A salire in cattedra è ovviamente il Papero di Amsterdam, che con una prova maiuscola indottrina l'intero calcio mondiale, ricordando a tutti chi è il calciatore più forte del Mondo in quel periodo.
Segna due gol e smista un assist, ed è soprattutto il primo gol ad essere stordente nella sua bellezza:
Riceve palla da van Hanegem (uno dei centrocampisti più forti di sempre), la arpiona con uno stop di destro a dir poco abbacinante, per poi mettere a sedere il portiere Carnevali ed infine depositare di sinistro a porta vuota.
Un gol dall'incalcolabile difficoltà tecnica, eseguito con una semplicità e una leggerezza francamente uniche.
Johan Cruijff stesso diceva che giocare un calcio semplice fosse la cosa più difficile da mettere in atto, e se c'era uno che faceva della semplicità (per lui, chiaramente) il suo leitmotiv, questo non poteva che essere proprio lui.
L'estetica essenziale alla sua massima espressione.
Gabriele Gilli ✍🏻
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