Nel 1930 Pauli elaborò uno dei più importanti contributi al progresso della fisica, l’esistenza del neutrino, che descrisse quasi trent’anni dopo come “lo stupido figlio della mia crisi esistenziale”. Quell'anno fu per lui particolarmente spiacevole. Dopo neanche un anno di matrimonio, divorziò dalla prima moglie e iniziò ad avere seri problemi di alcolismo, determinati probabilmente da vari fattori e non solo dal matrimonio fallito, tanto che il padre lo spinse ad affidarsi alle cure dello psicoanalista Carl Jung.
Le notizie relative all'ipotesi del neutrino risalgono alla settimana esatta del suo divorzio, ma è celebre quella lettera che il 4 dicembre del 1930 inviò ai partecipanti di un Congresso a Tubinga, che recitava più o meno così:
“Cari Signore e Signori Radioattivi, a causa dello spettro continuo del decadimento beta, ho pensato a un disperato rimedio per salvare le statistiche e il principio di conservazione dell’energia. Si tratta della possibilità che esista nel nucleo una particella elettricamente neutra, che chiamerò neutrone- oggi invece noto come neutrino-, con spin 1/2 e che rispetti il principio di esclusione, ma che sia diversa dai fotoni. La massa del neutrone dovrebbe essere simile a quella dell’elettrone e comunque non maggiore dell’1% della massa del protone. Potremmo così spiegare lo spettro continuo assumendo che nel decadimento beta è emesso un neutrone assieme all’elettrone, in maniera tale che la somma delle loro energie sia costante.
Ma finora non oso pubblicare nulla su questa idea, e prima di tutto mi rivolgo fiduciosamente a voi, cari radioattivi, con la domanda su quanto sia probabile trovare prove sperimentali per questa nuova particella.
Concordo sul fatto che tale rimedio possa sembrare incredibile, ma solo chi osa può vincere e la situazione difficile in cui ci troviamo è ben illustrata da una frase che il mio illustre predecessore, il Sig. Debye, mi disse recentemente a Bruxelles… «è meglio non pensarci, proprio come per delle nuove tasse». D’ora in avanti ogni soluzione merita di essere considerata. Perciò cari radioattivi, esaminate e giudicate.
Il vostro umile servitore, W. Pauli.”
Storie Scientifiche
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