Alla fine ha parlato lui, Richard Gere.
Lo ha fatto in un'intervista al “Guardian”. E ha detto cose di una forza unica.
“Ero in Italia a far visita a un amico, quell’estate. Gli ho chiesto di spiegarmi la nuova legge sui migranti di cui si parlava tanto. Mi ha detto: “Diventerà reato salvare migranti in mare”. Gli risposi: “Non può essere, è uno scherzo”. Voglio dire, questo avviene in Italia, un Paese così profondamente cristiano? Può diventare reato aiutare chi ha bisogno? Non potevo crederci, mi sembrava incredibile.
Ho provato vergogna: noi abbiamo così tanto, e non siamo in grado di aiutare questi nostri fratelli, queste nostre sorelle, che erano affamati e traumatizzati. Ho sentito la responsabilità di portare loro tutto il sollievo possibile.
La gran parte di loro non sapevano affatto chi fossi. Per loro ero un volontario. Abbiamo portato loro cibo e acqua, forse un senso di speranza, un aiuto per arrivare in un mondo in cui non essere torturati, in cui c’erano speranza e sogni.
Il processo a Salvini? È tutto molto semplice, dirò soltanto la verità, quello che ho visto. Dirò loro che sono lì per parlare a nome di persone che non hanno voce. Sono solo un testimone.”
Che essere umano straordinario, che vola altissimo sulla miseria di certi sciacalli della politica.
“Cari” Salvini e Meloni, imparate da quest’uomo cos’è lo stile, la dignità, l’umanità. E poi chiedete scusa.
Lorenzo Tosa
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