Aldrovandi: carcere anche per quarto poliziotto condannato
Pontani andrà quindi in carcere
Lino Aldrovandi, padre di Federico Aldrovandi, all'uscita del Palazzaccio dopo la sentenza della Cassazione, 21 giugno 2012
Federico Aldrovandi
Stefano e Patrizia Aldrovandi, fratello e madre di
Federico fotografati il 10 giugno 2011 al tribunale di Bologna in
attesa della lettura della sentenza che conferma la condanna per i
quattro agenti
Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha respinto l'istanza della
difesa di Enzo Pontani, uno dei quattro agenti condannati per
l'uccisione di Federico Aldrovandi, diciottenne morto nel 2005 a Ferrara
durante un controllo di polizia. Pontani andrà quindi in carcere. Il 29
gennaio la stessa decisione era arrivata per gli altri tre condannati
in via definitiva per eccesso colposo nell'omicidio colposo del giovane:
Monica Segatto, Paolo Forlani e Luca Pollastri. Il collegio del
tribunale presieduto da Francesco Maisto ha respinto le richieste della
difesa di Pontani, avv.Giovanni Trombini, cioé l'affidamento in prova ai
servizi sociali e in subordine la detenzione domiciliare per sei mesi.
La sua posizione era l'unica rimasta in sospeso perché nell'udienza del
22 gennaio c'era stato un rinvio per vizio di notifica. I quattro agenti
condannati per la morte del figlio non devono più stare nella polizia.
Torna a dirlo Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, dopo la
disposizione del carcere anche per l'ultimo dei poliziotti, Enzo
Pontani. "Aspettiamo di vedere - ha detto - quello che valuterà la
commissione disciplinare che deve decidere se mantenerli in servizio
oppure no. Io ho letto l'ordinanza del tribunale e credo che in molti
passaggi metta in evidenza quanto in antitesi sia stato il loro
comportamento rispetto alla qualifica di agente di polizia". Moretti non
ha dubbi: "Ho molta paura di persone così dentro le istituzioni, chi
uccide non deve stare nella polizia". Un concetto ribadito anche di
fronte a chi le ha fatto notare che Enzo Pontani è stato atteso l'altro
giorno fuori dall'aula del tribunale da alcuni colleghi, appartenenti al
sindacato Sap, che gli hanno manifestato solidarietà e l'hanno
applaudito: "Mi fa paura quella gente lì. Chi applaudi? Uno che ha
ucciso un ragazzino?".
TRIBUNALE, DA PONTANI MAI GESTI VERSO FAMIGLIA - Dalla
dichiarazione con cui in aula Enzo Pontani aveva espresso il proprio
dolore per la morte di Federico Aldrovandi, "nel contempo, si rileva",
sottolinea il tribunale di Sorveglianza nell'ordinanza di rigetto delle
istanze della difesa del poliziotto, "un atteggiamento ancora di difesa
del proprio operato" da parte di Pontani "che pare in definitiva rimasto
ancorato e fermo agli atti difensivi del processo". Un atteggiamento
che "ha impedito (...) di fatto, in tanti anni trascorsi, fino ad ora,
di mettere in atto anche solo semplici gesti per manifestare, come
avrebbe altrimenti ben potuto, senza clamore e senza risalto mediatico,
la consapevolezza della vicenda penale e umana nei riguardi dei
familiari della vittima, ed eventualmente ricercare operatori anche non
qualificati per un'azione penale". Il collegio nota anche che la
dichiarazione è arrivata in un udienza celebrata ad un mese di distanza
rispetto a quella dei tre colleghi e dopo la pubblicazione delle
ordinanze di rigetto.
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento