È il 20 gennaio 2025.
Donald Trump ha appena giurato come 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Per la seconda volta negli ultimi otto anni. A quattro anni dall’assalto del Congresso, da cui sembrano passati secoli.
Ricapitolando.
Il popolo americano ha scelto (per il mondo intero):
Un tale che è stato condannato per 34 diversi capi di imputazione. Ma non farà un giorno di galera.
Colui che disseminerà di dazi l’Europa e l’Italia.
Il mandante morale dell’assedio di Capitol Hill.
Il più grande e impunito propalatore di fake news della storia dell’umanità e sostenitore di ogni teoria pseudo e anti-scientifica.
Il Presidente che ha eretto un muro tra Messico e Usa, cancellato ogni diritto umano, sventrato intere famiglie e teorizzato deportazioni di massa di migranti.
Uno che ha intenzione di prendersi Canale di Panama, Groenlandia e pure il Canada, con la forza se necessario.
Uno che rinominerà il Golfo del Messico “Golfo d’America”.
Il maschio che vorrebbe cancellare il diritto all’aborto e ogni forma di sostegno sanitario pubblico per chi non può permettersi le cure.
L’uomo che vorrebbe la liberalizzazione totale delle armi in America e si augura che qualcuno spar* ai giornalisti.
L’autodichiarato “Presidente degli Stati Uniti più filo-israeliano della storia”, quello stabilito il diritto all’occupazione da parte dei coloni israeliani ed è l’unico Presidente ad avere una colonia interamente intitolata a lui.
Il populista.
L’omofobo.
Il razzista nei confronti di musulmani, afroamericani, cinesi e chiunque non sia uomo, bianco ed etero.
Molte di queste cose le ha già fatte quando ne ha avuto l’occasione. E non aveva ancora a fianco l’uomo più ricco, potente e pericoloso del pianeta. Persino più di lui.
Ci aspettano i quattro anni più pericolosi, discriminatori ed economicamente disastrosi che il mondo abbia visto.
E lo hanno votato per quello. Esattamente per quello.
Quanto avevamo stramaledettamente ragione.

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