Oltre ad essere stato il Mondiale di un Brasile sostanzialmente impossibile da sconfiggere, quello di Messico '70 era stato il Mondiale di Pelé.
Perché in quel Mondiale il Re del calcio era stato all'apice della sua sapienza calcistica e anche dopo aver perso un po' di smalto fisico rispetto ai suoi anni migliori, la sua sublima maturità e i quasi 15 anni di esperienza lo avevano consacrato per l'ennesima volta come il più grande giocatore della storia dei Mondiali.
Troppe sono le giocate da ricordare di Pelé in Messico, dal gol sfiorato da centrocampo contro la Cecoslovacchia al tocco sapiente per Jairzinho contro l'Inghilterra, passando infine per il colpo di tacco per Tostao contro il Perù e la finta a Mazurkiewicz contro l'Uruguay.
Ed infine, nell'atto finale del 21 giugno 1970, risultò ancora una volta il giocatore più decisivo della storia delle finali internazionali (i suoi 13 gol e 6 assist in 8 partite in questi appuntamenti parlano chiarissimo, purtroppo per noi), sovrastando di testa il povero Burgnich e assistendo Jairzinho e Carlos Alberto all'interno di un 4-1 maledettamente dominante per lui e per il suo Brasile.
54 anni fa, Pelé concludeva il suo secondo Mondiale da dominatore dopo il suo capolavoro giovanile di Svezia '58, consacrandosi ulteriormente come colui che da molti è tutt'oggi considerato come il più forte di tutti i tempi.
Re del Calcio
Gabriele Gilli ✍🏻
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