Questa notizia mi sconvolge, mi fa rabbia, mi scuote la coscienza e dovrebbe scuotere la coscienza di un intero Paese.
Laila El Harim, operaia, 40 anni, è morta sul lavoro in un’azienda di confezionamento di Modena, incastrata e uccisa nella fustellatrice con cui lavorava.
Ebbene, oggi, a distanza di mesi, sappiamo dalle indagini del pm che il macchinario sarebbe stato manomesso con l’obiettivo preciso di risparmiare sui tempi.
Il tempo che vale più della vita di una donna.
Il profitto messo davanti a tutto e a tutti.
Come nel caso di Luana D’Orazio, un copione che si ripete, tragico e identico.
Sarebbe bello se a Sanremo, stasera, tra una (sacrosanta) distrazione e l’altra, si trovasse cinque minuti per parlare di Laila El Harim, di Luana D’Orazio, di Lorenzo Parelli e delle oltre 1000 persone morte in questa piaga senza fine.
Magari qualcuno si accorge di loro.
Lorenzo Tosa
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