ROMA - Una porzione di verdura al giorno per far diminuire del 20% il rischio di incorrere nel tumore del colon retto, una patologia oggi in crescita (solo nel Lazio si registrano 10 nuovi casi al giorno) macurabile al 100% se diagnosticata nelle prime fasi. Il consiglio arriva dagli esperti, che sottolineano come la prevenzione rimanga l'arma principale contro questo tipo di carcinoma. Proprio per far fronte a questa situazione, l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha messo a punto una campagna di prevenzione e di informazione alla popolazione - che coinvolgerà gli oncologi, i medici di famiglia e le associazioni di volontariato - in dieci città italiane. Per Roma, l'incontro è in programma per il 25 maggio all'Istituto Regina Elena (Ire): a ingresso libero, è aperto alla cittadinanza ed affronterà in modo semplice e comprensibile a tutti alcune delle tematiche legate a questa neoplasia. "La ricerca ha portato a migliorare le speranze di guarigione ha affermato il direttore della Divisione di Oncologia Medica C dell'IRE, Edmondo Terzoli - un risultato che però non deve far abbassare la guardia: più del 50% dei tumori del colon, infatti, viene ancora diagnosticato in stadio avanzato, quando l'efficacia dei trattamenti diminuisce sensibilmente". La prevenzione rimane dunque una delle armi principali. Ed è in questa direzione che l'AIOM sta lavorando: aumentare la conoscenza e la consapevolezza della popolazione, soprattutto dopo i 50 anni, età in cui si registra il 90% dell'incidenza, significa salvare centinaia di vite in più ogni anno. Non tutti sanno infatti, spiega ancora Terzoli, che "basterebbe per esempio aumentare di una porzione al giorno il consumo di verdura per far diminuire di un buon 20% il rischio di incorrere in questo tumore. O che una ricerca annuale del sangue occulto nelle feci dopo i 50 anni, abbinata ad una colonscopia ogni 10 anni, consente di individuare il 75% delle lesioni e di intervenire per tempo. Particolare attenzione in questo senso dovrebbero prestare le persone che presentano una familiarità: il rischio - ha sottolineato l'esperto - è infatti doppio in chi ha avuto un parente di primo grado che ha sviluppato un carcinoma del colon retto dopo i 55 anni, triplicato se la diagnosi era stata fatta tra i 45 e i 55 anni, quadruplicato se il tumore è insorto prima dei 45 anni". Se individuato nelle prime fasi, il carcinoma colorettale è infatti una malattia curabile: "Negli ultimi dieci anni ha concluso l'oncologo - per nessuna terapia tumorale abbiamo assistito ad un progresso così importante. Oggi finalmente abbiamo a disposizione farmaci efficaci in grado addirittura di guarire i pazienti o, comunque, di tenere sotto controllo la malattia". (ANSA) |
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