ROMA - E' l'azione combinata di due geni che permette di ricordare un numero di telefono appena letto su un'agenda giusto per il tempo necessario a utilizzarlo: per la prima volta si dimostra che una funzione complessa del cervello, come la memoria a brevissimo termine, dipende dal dialogo fra più geni. Il risultato si deve a uno studio italiano pubblicato sul Journal of Neuroscience e promette di avere conseguenze importanti per la cura farmacologica dei deficit della memoria, caratteristici di malattie come la schizofrenia o l'Alzheimer. "Finora si era visto che una variante di un solo gene può avere effetti sul funzionamento del Sistema Nervoso Centrale, ma da decenni era stato predetto che le funzioni del cervello sono regolate dall'interazione fra più geni", ha osservato il coordinatore della ricerca, Alessandro Bertolino, del dipartimento di Scienze neurologiche e psichiatriche dell'università di Bari. Il lavoro è stato condotto dal gruppo di Marcello Nardini, dell'università di Bari, in collaborazione con il genetista Bruno Dallapiccola, dell'università di Roma La Sapienza e con Daniel Weinberger, del National Institute of Mental Health degli Stati Uniti. Adesso, ha aggiunto Bertolino, "il nostro studio dimostra per la prima volta che due geni interagiscono per modificare l'attività dei neuroni nell'uomo durante un compito di memoria a brevissimo termine, o memoria di lavoro". L'attività combinata dei due geni chiamati Comt (catecol-O-metiltransferasi) e Dat (modulatore della dopamina) é stata osservata direttamente grazie a una tecnica di analisi non invasiva, la Risonanza Magnetica Funzionale, nel cervello di 62 persone sane. Entrambi i geni controllano il livello di una delle sostanze necessarie alla comunicazione tra le cellule nervose (il neurotrasmettitore dopamina) nell'area del cervello chiamata corteccia prefrontale durante lo svolgimento di un compito di memoria di lavoro. (ANSA) |
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