giovedì 9 agosto 2012

L'amore per la vita di Amado a 100 anni nascita


Il successo e l'opera del grande narratore brasiliano

Lo scrittore brasiliano Jorge Amado insieme alla scrittrice cilena Isabel Allende

di Paolo Petroni

Quella cifra personale che ha fatto dei libri di Jorge Amado dei best seller tradotti in 45 lingue, quell'incontro tra grazia narrativa e malizia, sostenuta da una inesauribile fantasia, legata profondamente al sentimento della sua terra, il Brasile, e amore per la vita, si ritrova nei due volumi dei Meridiani Mondadori, 3.400 pagine che raccolgono i suoi Romanzi piu' importanti e amati, assieme ad altri, quelli degli inizi, che appartengono a un Amado piu' realisticamente impegnato nell'affrontare lo sfruttamento dei poveri, della gente di colore, dell'infanzia abbandonata. Sono i volumi da cui partire per rileggerlo in questa' occasione, il centenario della sua nascita (10 agosto 1912), andando dal titolo d'esordio, ''Il paese del carnevale'' (1931), che ha i caratteri del realismo magico e romantico rappresentativo della sua terra di origine, a ''Cacao'' (uscito in patria nel 1933), ''Jubiaba''' ('35) e ''Terre del finimondo'' ('42), che subito lo pongono comunque all'attenzione internazionale.
Per il suo impegno e socialismo militante, Amado e' costretto due volte all'esilio dal 1937 al 1945 e dopo il '48. Nella parentesi in patria fu deputato e direttore del quotidiano del Partito Comunista di San Paolo. Il grande successo popolare arriva comunque piu' avanti: in Italia quando esce, alla fine degli anni '70, ''Gabriella, garofano e cannella'' (1958), con l'arabo Nacib Achar Saad, donnaiolo impenitente, che nel 1925 sposa la sua appetitosa (in tutti i sensi) cuoca per non perderne le prestazioni sessuali e culinarie, ma poi, davanti al fallimento, finisce per farsi coinvolgere in una piu' libera unione con la ribelle e affascinante Gabriela. A quel romanzo ne seguono altri, con lo stesso stile e tipo di avventure, da ''Dona Flor e i suoi due mariti''('66) a ''Teresa Batista stanca di guerra''('72) e ''Alte uniformi e camicie da notte'', piu' altri titoli minori e piu' brevi, da ''I turchi alla scoperta dell'America'' a ''La doppia morte di Quincas l'acquaiolo''.
Nelle piu' lunghe storie, avventurose, fantastiche e sensuali, magiche e vere assieme, il suo linguaggio perde parte del colore locale e folcloristico anche grazie agli influssi della tradizione classica ispanoamericana. E' questa una fase creativa piu' lirica e sorridente e protagoniste dei suoi romanzi, delle quali l'autore appare felicemente innamorato, sono fantastici personaggi femminili, figure vive e spesso ricorrenti, per il loro stesso essere tratte dalla realta' dell'autore, dal mondo di Bahia, sempre presente nel suo sguardo, anche quando e' lontano dal suo paese, assieme all'inseparabile moglie Zeila Gattai, di famiglia friulana anarchica, anche lei scrittrice.
Le sue donne sono volti di una commedia umana che unisce tutta l'opera di Amado in un unico grande libro, specchio del suo mondo. La sua e' una parabola poetica e umana esemplare capace di guardare sempre avanti e credere nelle possibilita' dell'uomo di lavorare per il futuro, specie se sara' la donna, con i suoi sentimenti e istinti, a avere il sopravvento. ''La mia gente - racconto' ricevendo un premio in Italia, dove era molto amato e, ogni volta, ospite del Costanzo Show con la sua aria bonaria, il suo sorriso malizioso, i capelli e i baffi bianchi - vive una realta' di poverta' e oppressione per resistere alle quali ha concepito una realta' magica, che permette loro di costruire, anche in una situazione quasi disperata, giorni migliori''.
Autore prolifico, dagli innumerevoli titoli, di bella forza comunicativa, Amado rappresenta la letteratura sudamericana del dopoguerra e prima del grande boom (quello trainato da Garcia Marquez) e, infine, il miraggio gioioso e vitale del Brasile odierno, della sua parte piu' viva e antica, fuor e dentro il mito del suo folklore, ma anche senza piu' affrontare la realta' degradata, estrema di una poverta' e situazione politica drammatica, senza dimenticarla, ribadendo negli anni: ''Le mie opere, nella maggioranza dei casi, sono opere violente, perche' spesso la vita lo e'. Violenta, priva di senso, spesso senza valore''. (ANSA)

 

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