Mentre piangiamo la scomparsa della giovane studentessa di Brindisi e i morti in Emilia alcuni giornalisti, politici e tifosi ci regalano un week end di follie e idiozie senza limiti. Povera Italia, come sei caduta in basso.
Sabato mattina la giornata inizia con un pugno nello stomaco, una volontà stragista – probabilmente di un singolo imbecille – ha innescato un rudimentale ordigno al fine di uccidere quante più giovani vite possibili.
Subito i media e taluni commentatori hanno attribuito il gesto alla malavita pugliese, alla mafia, disegnando un complotto basato come sempre accade su coincidenze e incroci fantasiosi.-
La gente si è riversata nelle piazze, le televisioni hanno legato la strage di Capaci a quella di Brindisi, tutto è servito per creare un clima di tensione sino a che in Internet – coraggiosi commentatori – hanno spinto ad un ragionamento teso a chiarire che l’attentato di Brindisi non poteva essere riportato alla mano mafiosa.
Chiarito il tutto, grazie anche alle dichiarazioni dei magistrati che indagano sulla vicenda, abbiamo assistito all’ignoranza giornalistica incapace di comunicare che l’istituto scolastico coinvolto è intitolato a “Francesca Laura Morvillo Falcone” e non anche a Giovanni Falcone.
Sembrerebbe un dettaglio insignificante, tuttavia aver intitolato il nome dell’Istituto ad una donna, magistrato, coniugata in Falcone assume un significato più forte dando all'universo femminile un importante riconoscimento.
Giornalisti, presentatori, commentatori televisivi hanno continuato a fornire un dato sbagliato non curanti delle migliaia di immagini che riportano l’ingresso della scuola con l’indicazione a chiare lettere: “Istituto professionale di Stato per i servizi sociali, moda, turismo – Francesca Laura Morvillo Falcone”.
Se non bastasse lo sciacallaggio giornalistico disattendendo la Carta di Treviso sulla tutela dei minori oggetto di cronaca, ha sviscerato la foto della vittima, delle altre ragazze coinvolte nell’esplosione, ha mandato in onda riprese ed interviste di compagne di scuola “palesemente minori” senza offuscare il viso.
Tutto all’insegna del sbattiamo le vittime in prima pagina.
Dall’ospedale un giornalista riprende più volte i genitori della vittima straziati dal dolore, abbracciati e sorretti tra loro da un muro. Le parole del giornalista sono: “Il dolore dei genitori è straziante, sono le immagini che non avremmo mai voluto farvi vedere”.
Bene, allora che cazzo le riprendi a fare, C….!!!
a sera poi come se nulla fosse viene trasmessa la finale di Amici, una trasmissione rivolta proprio alla fascia d’eta coinvolta nella tragedia di Brindisi, a questo punto mi domando: “Sarebbe stata impossibile rinviarla di un paio di serate per dare un segnale di vicinanza ai ragazzi?” Ma è solo una mia domanda che forse non merita risposta…forse. Ma passiamo al mattino seguente, anche qui altro pugno nello stomaco.
Terremoto in Emilia: distrutto il patrimonio culturale della zona e soprattutto sette vittime tra cui degli operai impegnati in fabbrica.
Qui l’apoteosi di un politico della Lega, il quale su Twitter scrive: “Terremoto nel nord italia..Ci scusiamo per i disagi, ma la Padania si sta staccando. (la prossima volta faremo più piano)..
Ma sei “soltanto c….” oppure hai qualche patologia latente?
La parola rispetto si è staccata dal tuo cervello, qualora esso sia ancora acceso?
Infine, amici lettori, la chicca di ieri sera ha superato ogni decenza intellettiva: durante l’inno di Mameli, cantato prima dell’inizio della finale di Coppa Italia tra la Juventus e il Napoli, cori di fischi!
Il perché è ancora incerto, su Twitter leggo che non è piaciuta la scelta artistica di far cantare l’inno alla cantante Arisa, il pubblico avrebbe preferito la rodata banda musicale; altri affermano che i cori fossero rivolti ai politici rappresentati – in tribuna d’onore – dal Presidente del Senato Renato Schifani.
Qualunque sia la motivazione (idiota) l’inno nazionale rappresenta tutti e non si fischia, mai!
Non ho più parole.
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