ROMA, 7 Febbraio – Era
stato catturato in Afghanistan, consegnato in seguito agli americani,
detenuto e torturato a Guantanamo, estradato e nuovamente arrestato in
Italia dove è stato condannato in primo grado. Riad Nasri, un tunisino
che ha passato tutto questo e che fino ad oggi è rimasto detenuto nel
carcere di Benevento dal quale è uscito dopo la sentenza della Corte d’
Assise d’ appello di Milano, assolvendolo e ordinandone l’immediata
scarcerazione.
Confermata invece la pena a otto mesi
per il connazionale Ben Lazhar. Secondo l’accusa, i due avrebbero
partecipato ad un organizzazione finalizzata alla fabbricazione di
monete e documenti falsi per finanziare i movimenti terroristici. Ma il
tunisino, per assenza di prove, è stato liberato. Ma restano le torture
che Nasri ha subito nei precedenti anni.Ha passato 8 anni nella base
americana di Guantanamo, subendo torture di ogni tipo. Il tunisino era
stanno condannato a 6 anni di reclusione in primo grado a Milano per
terrorismo internazionale.
Secondo l’accusa, Nasri avrebbe fatto
parte dal 1997 al 2001 di una cellula legata al Gruppo salafita per la
predicazione e il combattimento, con base a Milano e che reclutava
martiri destinati ai paesi di guerra. Interrogato dai magistrati, il
tunisino ha raccontato di aver subito abusi e di essere stato privato di
ogni diritto fondamentale di cui debba godere ogni essere umano. E’
stato picchiato, rinchiuso in piccole gabbie all’aperto, con un
materassino molto basso per dormire, un secco nel quale fare i bisogni e
poco acqua da bere.
Arrivato dalla Tunisia a Bologna nel
1994, Nasri poco dopo partì per la Bosnia per andare a combattere. Dopo
qualche anno tornò a Bologna e poi sparì quando ci fu l’attentato alle
Torri Gemelle. In seguito venne catturato dai combattenti dell’ Alleanza
del Nord nella sua casa in Afghanistan, dove viveva con la moglie e sua
figlia, per poi essere consegnato vivo agli americani. Dopo questo,
venne rinchiuso in una cella a Kabul dove subì maltrattamenti e
interrogatori per capire se faceva parte di Al Qaeda.
Sabrina Bachini
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