GRECIA La polizia: Sokratis Golias assassinato dalla Setta dei rivoluzionari
Pavlos Nerantzis
ATENE
Ventiquattro ore dopo l' assassinio a colpi d' arma da fuoco di un
giornalista greco, rimangono molti gli interrogativi sui moventi dell'
attentato, nonostante la polizia ellenica ieri sera abbia parlato
apertamente di «un'azione terroristica».
Mancava poco alle 5 (ora
locale) di ieri mattina, quando un gruppo di persone ha fatto scendere
di casa con l'inganno il 36enne Sokratis Golias dalla sua abitazione a
Ilioupoli, nella periferia orientale di Atene, sostenendo che qualcuno
stava per rubare la sua auto. Gli attentatori, poi, - almeno tre secondo
le prime ricostruzioni degli agenti -, hanno aperto il fuoco, colpendo a
morte il giornalista con numerosi proiettili e scappando via a bordo di
una macchina, ritrovata carbonizzata poche ore dopo dagli inquirenti.
Un'operazione svolta in maniera «professionale», studiata con attenzione
a tavolino. Secondo la polizia della capitale si tratta di un'azione
terroristica, perché le due armi da cui sono partiti i 16 proiettili che
hanno ucciso Golias erano dello stesso tipo di quelle utilizzate dal
gruppo armato «Setta dei rivoluzionari» in attentati precedenti. Un'arma
fu usata dai terroristi contro l'agente della polizia, Antonis
Nektarios Savvas, assassinato nel Giugno del 2009 e l'altra, sempre
secondo gli investigatori, negli attentati contro il commissariato della
polizia nel quartiere di Korydallos e la stazione televisiva privata
Alter nel febbraio dello stesso anno.
Ora è vero che vari gruppi
terroristici e anarchici hanno minacciato di morte giornalisti,
soprattutto dei canali televisivi, accusati di essere «corrotti» e di
«fare il gioco dei politici». Ma finora nessun gruppo ha rivendicato
l'attentato e Golias, il reporter assassinato, non apparteneva in questa
categoria di «giornalisti vicini al potere». Al contrario lavorava per
una radio privata, Thema 98.9 fm, ed era il creatore del più popolare
blog d'informazione, Troktiko (il roditore), che si occupava di vari
scandali, anche se spesso in una maniera poco attendibile e improntata
al sensazionalismo. Negli ultimi tempi, a sentire i suoi colleghi,
«Golias era impegnato in un inchiesta sulla corruzione che a breve
avrebbe visto la luce». Perché allora sarebbe dovuto finire nel mirino
dei terroristi? ci si chiede negli ambienti giornalistici della
capitale.
Se venisse confermata la pista politica, il paese
sembrerebbe avviato verso gli «anni di piombo», dopo l'omicidio qualche
giorno fa (con un pacco bomba) del braccio destro del ministro
dell'interno Chrisochoidis e numerosi episodi di violenza (bombe contro
banche e sedi governative) avvenuti nelle scorse settimane, a margine
delle grandi manifestazioni popolari contro i tagli del governo per
fronteggiare la crisi economica.
Il governo greco ha duramente
condannato l'omicidio, il primo di un giornalista da oltre vent'anni in
Grecia. «La democrazia e la libertà d'espressione non possono essere
imbavagliate, terrorizzate o intimidite» ha dichiarato il portavoce
governativo, mentre una dura condanna è arrivata dal presidente dei
giornalisti di Atene, secondo cui l'omicidio «è opera di persone che
volevano far tacere un bravissimo giornalista investigativo».
Intanto
prosegue lo sciopero della fame, cominciato a metà Luglio al carcere di
Korydallos, di un terrorista arrestato, appartenente al gruppo armato
«Lotta Rivoluzionaria» annientato pochi mesi fa. Nikos Maziotis denuncia
le autorità greche perché al interno del carcere non rispettano i suoi
diritti umani, impedendogli a visitare sua moglie pure lei incarcerata
che sta per partorire.
https://ilmanifesto.it/archivio/2003168429
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