lunedì 13 ottobre 2025

Che sia il disco verde pee attaccare il Venenzuela?

 

(Google)

Quindi, il Nobel per la pace non viene assegnato a Donald Trump ma alla leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado, di fatto fornendo allo stesso Trump ulteriori elementi per la già ben avviata destabilizzazione del Venezuela

Educata a Yale e lautamente finanziata dal National Endowment for Democracy (ben noto strumento di proiezione di influenza USA, coinvolto in numerosi tentativi, riusciti o meno, di esportazione della democrazia tramite "rivoluzioni colorate" ed anche più violente, da Piazza Tienanmen ad Euromaidan), la signora Machado, antichavista della prima ora, propone come ricetta per il futuro del Venezuela il consueto mix di neoliberismo (privatizzazioni sfrenate) e ideologia "genderista" occidentale

La zelante commissione del Nobel ha dovuto comunque giustificarsi col presidente USA, affermando che la decisione era stata presa prima del raggiungimento di un accordo su Gaza.


Daniele Perra


Un articolo di Geraldina Colotti datato 2018 su Maria Corina Machado, appena insignita del premio Nobel per la pace.


La grande congiura per far crollare il Venezuela (di G. Colotti)


Sull’edizione online di un grande quotidiano nazionale è comparso un articolo di opinione sul Venezuela a firma Maria Corina Machado. L’autrice viene presentata come “un ex membro dell’Assemblea Nazionale del Venezuela e la fondatrice di Súmate, un’organizzazione per il monitoraggio elettorale con sede a Caracas”. Il Copyright è di Project Syndicate, The

World’s Opinion Page di George Soros.

In sintesi, Machado chiede alla “comunità internazionale” di smetterla con la via del dialogo e di appoggiare “il rovesciamento del regime attuale”. Spiega la ex deputata di opposizione: “ Per abbattere le forze del dispotismo e sfidare la cricca al potere, i venezuelani dovranno ricorrere a una strategia di disobbedienza civile che preveda una pressione esterna continua sulle fonti di sostegno finanziario e istituzionale del governo, nonché una prolungata mobilitazione della protesta interna”. Il profilo di estremista filo-atlantica dell’ex deputata basterebbe a inquadrare l’articolo nella sua giusta luce. Machado non è esattamente una democratica e men che meno una pacifista. L’11 aprile del 2002, ha sostenuto il colpo di stato contro Chavez e il programma di Carmona Estanga, capo della locale Confindustria, messo alla testa del governo fantoccio a guida Cia. Prima che il popolo rimettesse le cose a posto, due giorni dopo, erano state sospese tutte le garanzie costituzionali e ordinata una epurazione su larga scala, già prevista dal copione ideato negli Stati uniti.

Di che natura sia la “disobbedienza civile” lo hanno indicato due devastanti campagne promosse dall’estrema destra a cui Machado appartiene, insieme ad altri figuri dell’oltranzismo venezuelano quali Antonio Ledezma e Leopoldo Lopez. Nel 2014, “la salida”, da loro lanciata ha provocato 43 morti e oltre 800 feriti, in maggioranza esponenti delle forze dell’ordine, chavisti, passanti o lavoratori che rientravano a casa.


Nel 2017, un’altra ondata di violenza scatenata in aprile a colpi di bombe e linciaggi ha prodotto 150 morti e oltre un migliaio di feriti. Tra i delitti più efferati dei “pacifici manifestanti” (come venivano dipinti dai media), vi fu quello del giovane lavoratore Oscar Figuera, bruciato vivo perché ritenuto chavista. Uno scontro armato, circoscritto a una decina di municipi sui 335 che conta il Venezuela, ma violento, ben finanziato e sostenuto da una formidabile campagna mediatica internazionale.


Adalberto Gianuario


Nessuna pressione, tutto spontaneo. La pace che prepara la guerra.

Archivio Grognards 

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