di Fabrizio Peronaci
Indizio nella tromba dell'ascensore della palazzina di Talenti (Roma nord) dove abitava la 17enne, la cui bara è stata rubata. La cugina: «Quale Marco può essere?» Il dubbio su Marco Accetti
La palazzina di Katy e il cuore con le iniziali
Nuova traccia
Ora, a 41 anni dal terribile omicidio di Katy (la liceale sabato 21 gennaio 1984 lasciò una festa di amici nel suo quartiere per raggiungere un'amica in zona Tuscolana, ma sparì e fu trovata assassinata la mattina seguente in una vigna a Grottaferrata) quale contributo potrebbero dare i nuovi indizi? I graffiti sui muri sono stati e sempre saranno «testimoni» di un amore acerbo, scritti di getto, in preda al sentimento adolescenziale, ma in questo caso si può ravvisare di più: le scritte di via Isidoro del Lungo, al di là della volontà di chi le vergò, forniscono infatti un nome, una traccia. Circostanza che vale doppio, se si considera che dal 2022 la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta su un fatto incredibile e tuttora non spiegato: il furto della bara di Katy al cimitero Verano, che ha collegato il giallo Skerl a quello di Emanuela, in quanto a rivelare in anticipo la sottrazione del feretro era stato il reo confesso del caso Orlandi, Marco Accetti.

Katy Skerl ed Emanuela Orlandi
Le domande aperte
Eccoci dunque alla prima e fondamentale domanda: le scritte e il cuoricino sono dell’epoca, i primi anni Ottanta in cui la ragazza visse (con la mamma e il fratello Alex) in via Isidoro del Lungo, e come tali prova esplicita di un amore in corso? A favore di tale ipotesi, il fatto che i graffiti si trovino in un punto tutt’altro che agevole: il muro della tromba dell’ascensore, sul quale si può scrivere solo a condizione di fermare la cabina, a rischio di restare imprigionati. Anche la circostanza che i messaggi siano due, riportati in punti diversi della corsa dell'ascensore, depone a favore della genuinità del «lascito», oltre che di una certa determinazione a compiere l'operazione, visti i rischi connessi.

Militante di sinistra
Ulteriore riscontro: Katy era politicamente impegnata, e molto, a sinistra. Sempre in prima fila ai cortei, pacifista convinta, impegnata contro il riarmo. E quindi la «A» di «Anarchia» le corrisponde perfettamente. Qualora invece i graffiti siano recenti, va da sé che si tratterebbe di una manipolazione, non essendoci più Katy, e allora sarebbe da chiedersene il motivo. Perché sollevare l'attenzione verso un tale «Marco»? Qualcuno è interessato a intorbidire l'inchiesta giudiziaria in corso?

Katy Skerl, la scritta e Marco Accetti
Chi è Marco?
E veniamo alla seconda e dirimente domanda: a quale Marco ci si riferisce? È stata la cugina di Katy, Laura Mattei, la stessa che qualche mese fa sui social lanciò un appello per il riconoscimento di sette persone morte, a pubblicare per prima nella sua pagina Instagram le foto dei graffiti, aprendo diversi scenari, e mettendo ella stessa nero su bianco alcune ipotesi: di «Marco», a quanto pare, la giovanissima vittima dell'omicidio di Grottaferrata ne frequentava più d'uno. «La tengo viva in me (Katy, ndr) con curiosità forse inutile - ha scritto Laura Mattei - e dunque mi chiedo: chi è il Marco dei graffiti?»

Laura Mattei e la tomba sequestrata
Le ipotesi della cugina
A seguire l'elenco: «Forse il Marco che abitava nel suo stesso palazzo, in via Isidoro del Lungo? Forse il Marco col quale rispose di essere fidanzata (modo involuto di esprimersi, ma chiaro, ndr) e che non era con lei a quell'ultima festa del 21 gennaio? O il Marco per il quale aveva confessato di essersi presa una cotta nel settembre 1983? Oppure il Marco con il quale si era messa verso fine ottobre dello stesso anno? O forse il Marco col quale aveva affermato di volersi riconciliare e al quale aveva dato appuntamento a Termini per andare insieme a quell'ultima festa? Ma insomma - conclude quasi in uno scatto di rabbia la cugina - Marco chi? Quale Marco si riconosce in quel cuore?»

Marco Accetti , Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi
Il ruolo di Marco Accetti
Come si vede, l'enigma è più che mai aperto. Sono gli stessi parenti a tenere viva la caccia al possibile testimone di uno dei più inquietanti cold case romani. Con una dimenticanza o un'omissione, che loro stessi potranno motivare: a chiamarsi Marco, infatti, è anche l'uomo che nel 2015, con largo anticipo, informò la Procura del furto della bara della studentessa del liceo artistico di Ponte Milvio.
Il testimone di corso Vittorio
Marco Accetti, appunto. Che all'epoca del delitto aveva 28 anni. Sicuro che l'ex indagato dei rapimenti Orlandi-Gregori non conoscesse Katy Skerl? Scenario inverosimile? Tutt'altro: nella stessa direzione vanno infatti alcune indiscrezioni da Piazzale Clodio, basate su dichiarazioni messe a verbale dallo stesso Accetti, secondo le quali Katy potrebbe essere stata ingaggiata nella ricerca di ragazzini e ragazzine, nel periodo della scomparsa di Emanuela e Gregori. Uno di questi, sarebbe stato un dodicenne figlio di un gioielliere, oggi poliziotto, contattato in corso Vittorio nell'83 con la scusa di un servizio fotografico. L'uomo, già interrogato dal pm Erminio Amelio, avrebbe confermato. (fperonaci@rcs.it)
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/25_settembre_10/caso-orlandi-e-delitto-skerl-nel-palazzo-della-ragazza-uccisa-nel-1984-spuntano-graffiti-e-cuoricini-marco-e-kathy-8484ed56-035d-4e98-82f6-f0b602d5bxlk.shtml?refresh_ce
Giallo Skerl: la scritta nella tromba dell'ascensore
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