Se c’è un giorno in cui ha senso essere, sentirsi e definirsi europei, ecco, questo giorno è arrivato.
Il giorno in cui è emerso in modo chiarissimo, ineludibile, che non solo Zelensky e l’Ucraina, ma l’intera Europa - e noi con loro - oggi siamo ufficialmente schiacciati nella morsa letale di un dittatore criminale di guerra sanguinario a Est e un gangster multimiliardario (anzi due) autoproclamato padrone assoluto del mondo a Ovest, uniti in un “deal”, uno spietato accordo commerciale e insieme una Pax imperiale con la quale si spartiranno quello che è e quello che resterà dell’Ucraina, dell’Europa e dell’Occidente.
Sta già accadendo. E lo spettacolo sconcertante offerto da Trump e Vance nella Sala ovale ne è il manifesto.
Con la nuova America di Trump non esistono più amici o alleati. Non esistono più protezioni, cuscinetti, alibi, foglie di fico.
Ora o facciamo davvero l’Europa, e insieme gli europei, o domani potremmo non fare neppure in tempo a chiederci come sarebbe andata a finire.
Stasera, prima ancora che ucraini, siamo tutti europei. A patto che l’Europa sia molto diversa, unita, forte e credibile di quanto non lo sia mai stata.
Ora è chiaro anche a chi non vuole sentire: O siamo Europa ed europei o, semplicemente, non siamo.
Questa volta non ci salverà nessuno. Se non noi stessi.
Lorenzo Tosa
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