Mentre procede l’iter per l’asta sui beni di Giovanni, fratello di Peppino, salta fuori un contratto del 2009 con Benedetta Di Maggio: il padre, Procopio, era il capo del mandamento di Cinisi. Procede l’iter per la vendita all’asta dei beni di Giovanni Impastato, tra i quali rientra anche Casa Memoria, immobile di interesse culturale che era stato messo in piedi da Felicia Bartolotta, madre di Peppino, e che a breve sarà venduto al migliore offerente. Una vicenda innescata dai debiti che Giovanni ha contratto con l’attore Dario Tindaro Veca, per un ammontare di 130mila euro, e con l’Agenzia delle Entrate per 1 milione e 300mila euro.
Nel frattempo, però, da documenti in possesso del QdS sono emerse nuove informazioni sui beni immobili di Giovanni Impastato che, nel 2009, ha venduto un suo appartamento a Benedetta Di Maggio, figlia di Procopio, il boss di Cinisi scomparso nel 2016 poco dopo aver compiuto 100 anni. Fece scalpore la festa per il suo centenario, celebrato da parenti e amici con tanto di fuochi pirotecnici e video postati sui social.
Caso Impastato, la casa e la figlia del boss Di Maggio
Proprio nel 2009, quando Procopio era ancora vivo e lo stesso Giovanni si apprestava a pubblicare il libro dal titolo “Resistere a mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato”, si concludeva la vendita dell’immobile alla figlia del boss di Cinisi.
Procopio Di Maggio è stato riconosciuto come il mafioso più longevo al mondo, scampato a due attentati, nel 1983 e nel 1991, accusato di pesanti crimini (una ventina di omicidi). Non hanno avuto una buona sorte i suoi figli: Gaspare, indicato come il reggente della famiglia, è stato condannato all’ergastolo ed è tuttora in carcere. Un altro figlio è morto in un incidente stradale, mai realmente chiarito, avvenuto a Terrasini, e un altro ancora, Giuseppe, detto Peppone per la sua mole, è stato ucciso all’età di 42 anni nel 2000. I suoi resti furono trovati nelle acque a largo di Cefalù. Anche in questo caso, non è mai stato chiarito chi siano stati gli assassini.
Restano, quindi, due figlie: Giuseppina e Benedetta, le quali risulta che non abbiano mai avuto problemi diretti con la legge. Tuttavia, Benedetta, oltre a essere la figlia di Procopio, sarebbe ancora legata da rapporti di natura familiare a figure riconducibili a un altro clan, quello di Partinico.
La compravendita e il documento del 2009
Ritornando alla faccenda della compravendita, è dunque nel 2009 che Benedetta ha acquistato la casa adiacente alla sua, di proprietà di Giovanni Impastato, con lo scopo di allargare la propria abitazione. In pratica, i due appartamenti sono stati uniti per ricavarne uno soltanto, nel quale risulta che Benedetta abbia vissuto prima di trasferirsi a Partinico.
Le motivazioni che hanno spinto la donna all’acquisto dell’immobile sembrano dunque di ordine tecnico. Ragion per cui, dopotutto, il comportamento di Benedetta non appare in definitiva così anomalo. Più controversa può sembrare, invece, la figura della controparte, Giovanni Impastato, il cui rapporto (seppur limitato alla mera vendita di un immobile) con una persona riconducibile, in virtù di un legame più o meno solido, ad ambienti di tipo mafioso, rischia di stridere con l’impegno nel campo dell’antimafia.
https://qds.it/casa-giovanni-impastato-documento-vendita-figlia-boss-di-maggio/
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