Torna dopo giorni e da Gedda spiega che non si dimetterà da ministra, che è “in formissima” e che resiste alle pressioni - immaginiamo quanto pressanti - di Fratelli d’Italia e Meloni. E che il suo amico La Russa “non lo abbandonerà mai”.
In pratica.
Da un lato abbiamo una ministra che resta asserragliata alla poltrona con parole che il “Corriere della Sera” definisce addirittura “da guerriera” (in effetti ci vuole molto coraggio…).
Dall’altro una Presidente del Consiglio talmente debole e titubante da non riuscire neanche a far dimettere una ministra innocente fino a prova contraria (ci mancherebbe) ma anche palesemente debole, stracarica di conflitti d’interessi, coinvolta da vicende personali, umane e di opportunità politica del tutto incompatibili con l’incarico di ministro.
Valeva per Idem.
Vale per tutti.
Ma non per lei.
Ma chi sta uscendo peggio da questa storia non è lei.
È l’altra.
Lorenzo Tosa
Nessun commento:
Posta un commento