È un mistero la morte di Franco Dogna, il 60enne di Bari ucciso in casa da diverse coltellate. Il corpo senza vita e circondato da una pozza di sangue è stato ritrovato dalla sorella nella mattinata di mercoledì 8 gennaio, che ha dato poi subito l'allarme. Gli inquirenti hanno iniziato a indagare sull'autore dell'omicidio.
L'appartamento ritrovato in disordine fa pensare a una colluttazione e si ipotizza che lo stesso Gogna possa aver fatto entrare il suo assassino, dato che sulla porta non sono stati ritrovati segni di infrazione. Quest'utlimo, però, potrebbe aver lasciato una sua traccia: le indagini si stanno concentrando su una scia di sangue rilevata vicino all'abitazione della vittima.
Chi era Franco Dogna
Franco Dogna aveva 60 anni e viveva in un appartamento di via Torino, nella zona di Santo Spirito. Lavorava in smartworking per Expriva, un'azienda specializzata nella progettazione e nello sviluppo di tecnologie software. Viveva da solo e non aveva figli. Sua sorella e suo marito non lo sentivano da diverse ore e così, preoccupati per l'assenza dell'uomo, hanno deciso di andare a controllare. Hanno chiesto aiuto a un vicino per entrare e, quando hanno visto il corpo a pancia in giù e ricoperto di sangue, hanno chiamato il 118. Ma era troppo tardi: Dogna era già morto.
La traccia di sangue
Dal primo esame del medico legale, la morte del 60enne è stata provocata da diverse coltellate. Chi conosceva Franco Dogna lo ricorda come un uomo preciso, per cui l'appartamento in disordine fa insospettire. I carabinieri che hanno avviato le indagini, per le quali la casa è stata sequestrata, ipotizzano che si sia verificata una colluttazione al momento dell'omicidio. E lo scontro potrebbe aver ferito il killer. Un'ipotesi nata dopo che i militari hanno trovato diverse tracce di sangue lungo una stradina stretta, adiacente la casa di Dogna. Queste saranno analizzate e, se l'ipotesi risulta fondata, potrebbe ricondurre all'identità del responsabile dell'omicidio.
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