Ho pianto con questa poesia:
"Avevo una casa
dove dicevano che mi volevano bene,
era il re della casa, ripetevano
e a lui piaceva giocare.
Un giorno festeggiavano
mio papà e mia mamma con gioia
l'arrivo un giorno
di un essere che non conoscevo.
La sua pancia cresceva
io felice accarezzavo
quel cucciolo nella sua pancia
e con gioia gli miagolavo.
Passavano i mesi
e tutto cambiava
la mia stanza scompariva
per quell'essere che stava arrivando.
"Il medico ha detto..." sussurravano
con lacrime che non capivo;
mi guardavano con tristezza
e con me non giocavano più.
Un giorno decisero
che era il mio ultimo giorno a casa
perché l'essere che stava arrivando
era ora la loro gioia.
Non capivo nulla,
anch'io lo amavo
e senza sapere come
mi trovavo per strada.
"- Starai bene!
I gatti si arrangiano..."
Mi ritrovai solo in un mondo
che non comprendevo
improvvisamente senza affetto
né cibo né carezze.
Non sapevo dove andavo,
non conoscevo nulla.
Il "medico che diceva"
non salvò tutte le vite.
Rimasi solo
senza sapere dove sarei andato
e non conobbi mai
quel bambino che mi amava..."
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