L'odore acre di un corpo in decomposizione conduce al ritrovamento del cadavere di Emanuele Scieri. Lo rinvengono sotto un tavolo ai piedi di una torre, utilizzata per stendere i paracadute, nella base militare di Gamerra, vicino Pisa, campo di addestramento della Folgore. Era scomparso il 13 agosto 1999, poco prima del contro appello delle 23.
Emanuele non è un soldato di professione. Emanuele è un ragazzo che ha 26 anni e si è appena laureato in giurisprudenza e che per obbligo di legge deve fare il servizio militare. Tra i parà della Folgore, dove è arrivato a luglio del 1999, lo chiamano “avvocato”. E non solo perché è laureato in legge ma soprattutto perché difende sempre i suoi commilitoni.
Da chi li difende? Dalle pratiche di nonnismo praticate nel reparto, dice qualcuno. Sì perché la Folgore all'epoca è comandata dal generale Enrico Celentano, uno che ha diffuso un manoscritto in cui oltre a frasi come "o Gesù dagli occhi buoni, fa’ morir tutti i terroni" ci sono indicazioni precise su come realizzare le pratiche che servono a punire gli allievi che non si attengono a certe regole non scritte.
Sono serviti 25 anni, il coraggio della famiglia di Lele e una commissione d’inchiesta per riaprire la vicenda sul piano giudiziario. Lo scorso anno gli ex caporali della Folgore, Alessandro Panella e Luigi Zabara sono stati condannati per omicidio volontario, mentre i vertici della Folgore sono stati assolti in un processo dal rito abbrevviato.
Secondo le ricostruzioni giudiziarie, la sera della sua morte Lele sarebbe stato costretto dai commilitoni a “effettuare subito numerose flessioni sulle braccia" e gli stessi "lo avrebbero colpito con pugni sulla schiena" comprimendogli "le dita delle mani con gli anfibi, per poi costringerlo ad arrampicarsi sulla scala di sicurezza della vicina torre di prosciugamento dei paracadute, dalla parte esterna, con le scarpe slacciate e con la sola forza delle braccia”. Il giovane poi sarebbe caduto e, gravemente ferito, sarebbe stato lasciato lì ad agonizzare.
Non possiamo certo dire che giustizia è stata fatta, finché omertà e violenza la faranno da padrone nelle caserme italiane.
Cronache Ribelli
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