Omero non ha mai nominato i greci, ma solo le grandi tribú in cui la Grecia era divisa, sotto il comando degli Achei, che governavano a Micene, Peloponneso.
Sono gli Achei che fanno la guerra a Troia, anzi a Ilio, in una sorta di inverosimile "cherchez la femme": Elena, la bella rapita da Paride complice Afrodite.
La guerra sarebbe fra due dee, Era, la rifiutata e Afrodite, la scelta, arbitro Atena.
Tutta colpa di Afrodite dunque, che si vendicherá della sconfitta dei Troiani, fondando Roma, (tramite Enea il figlio sopravvissuto di un suo amante troiano Anchise) che conquisterà la Grecia, ormai non più achea, ad opera di Lucio Mummio.
Allora mettiamoci un po' d'ordine, in realtà le dee sono un vessillo, Hera rappresenta i micenei, ovvero gli Achei, e Afrodite i Troiani, ovvero gli hittiti, la cui dea principale è molto prossima ad Afrodite. Athena è l'arbitro della contesa, dea originaria della Lidia, alla periferia dell'impero hittita, ma molto prossima a una tribú, che si chiamerà Atene, che la sceglierà come suo vessillo.
Dunque la guerra è fra Hittiti e Achei, per il controllo dei Dardanelli il cui porto più importante era Wilusa, e poiché i greci antichi non pronunciavano la w e la v, la chiamavano Iliusa, ovvero Ilio.
La guerra, quella volta, viene vinta dalle tribú coordinate dai fratelli micenei, Achei. È lo scontro fra due civiltà, la fine di un tempo, la rappresentazione del crollo dell'impero Hittita.
La guerra si ripeterà per diversi secoli, tante sono le volte che Ilio, Troia, che verrà distrutta e ricostruita.
La guerra di dopo sarà quella contro i persiani eredi dell'impero hittita.
Donne e dee saranno solo il paravento di questo conflitto senza fine.
Mitologia greca
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