giovedì 23 maggio 2024

𝗥𝗼𝗺𝗮, 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮 𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗹𝗼𝘀𝗼𝗳𝗶𝗮: 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝗺𝗲𝗿𝗰𝗮𝘁𝗼

 



De Rossi indica la strada da percorrere: al tecnico e al nuovo direttore sportivo Ghisolfi i Friedkin affidano la ripartenza


Per rispetto, De Rossi l’ha chiamata ricostruzione. Ma succederà di più nella Roma. Sono pronti i bulldozer virtuali per demolire almeno metà della rosa che non ha saputo conquistare un piazzamento in Champions. Una volta spianato il vecchio edificio, l’ingegnere sottoporrà alla proprietà un piano architettonico green in ossequio alla politica sostenibile sbandierata dall’inizio della gestione Friedkin. Non dobbiamo quindi aspettarci una squadra che torni immediatamente tra le prime quattro della Serie A. Possiamo però immaginare un gruppo di lavoro che con i giusti investimenti, l’organizzazione di gioco e una distribuzione proficua delle energie possa garantire un percorso graduale verso il vertice.


Nella nuova Roma no a maxi ingaggi e più scouting

Quali princìpi operativi ispireranno De Rossi e il nuovo direttore sportivo Ghisolfi, entrambi incaricati di un progetto triennale? La prima mossa, che risponde anche a un principio finanziario di contenimento costi, sarà evitare ingaggi maxi per giocatori forti ma spremuti. L’esempio di un’operazione non ripetibile è Romelu Lukaku, che ha segnato 21 gol in stagione ma non ha garantito il raccolto sperato. I 17 milioni spesi dai Friedkin per ospitarlo per 9 mesi sono stati un investimento infruttuoso, a posteriori. Da ora in poi si cambia: spazio allo scouting e alla ricerca di talenti più giovani, «che abbiano fame» per dirla con l’allenatore e che non guadagnino cifre da top player. Il prototipo di riferimento, per le caratteristiche dell’affare, è Tommaso Baldanzi, un 2003 pagato 10 milioni più bonus a gennaio: se Baldanzi esplode, diventa un plusvalore tecnico o una plusvalenza sul mercato; se resta una via di mezzo tra buon calciatore e campione, non avrà comunque provocato uno sconquasso economico all’interno del club.


Le richieste di De Rossi per il mercato

L’obiettivo è generare un serbatoio di calciatori bravi di proprietà. Da questo punto di vista aiuta l’allentamento delle restrizioni Uefa sul fair play, che hanno frenato questo genere di affari nelle scorse stagioni. Da quest’anno, pur dovendo incassare una decina di milioni di plusvalenze entro il 30 giugno per rientrare nei paletti imposti dall’accordo, la Roma potrà comprare senza essere ossessionata dal cosiddetto transfer balance, cioè l’equilibrio perfetto tra entrate e uscite. Quindi alle uscite prevedibili di giocatori come Azmoun, Kristensen, Renato Sanches, tutti a fine prestito, seguiranno ingressi di giocatori che possano migliorare la qualità della rosa nel medio periodo: De Rossi ha indicato le «carenze», ammettendo che chiederà elementi capaci di saltare l’uomo, di attaccare la profondità. Ha citato più volte Frimpong del Bayer Leverkusen come modello. E per questo vorrebbe (o avrebbe voluto) Federico Chiesa.


Confermati e in partenza: poche certezze nella Roma

Al momento, come vedete nella grafica, sono solo undici i calciatori che hanno la ragionevole sicurezza di continuare il loro percorso professionale nella Roma: il blocco degli italiani è sempre saldo (persino Spinazzola ha qualche possibilità di rinnovare). Anche Dybala sembra voler rimanere, con Svilar, N’Dicka e Paredes e appunto Baldanzi. Angeliño verrà riscattato. Il resto è come un computer impallato: spegni e riaccendi, Daniele.


CorrSport - Roberto Maida


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