"ELENA" è una tragedia scritta da EURIPIDE che offre una versione alternativa del mito di Elena di Troia.
In questa storia, Elena non è mai stata a Troia, bensì è stata portata in Egitto dagli dei.
In particolare, ERA, desiderosa di vendicarsi di PARIDE per non aver scelto lei come la più bella, ha creato un fantasma di Elena e lo ha dato a Paride, mentre la vera Elena è stata portata in Egitto dal dio ERMES.
Elena si trova quindi in Egitto, sotto la protezione del re TEOCLIMENO, che la desidera come sua sposa. È tormentata dalla sua situazione, consapevole che tutti credono che sia stata a Troia e che abbia causato la guerra e la distruzione, ma lei sa di essere innocente. Nel frattempo, suo marito MENELAO, dopo la caduta di Troia, è naufragato in Egitto senza sapere che Elena si trova lì.
Quando Menelao scopre che Elena è viva e si trova in Egitto, i due si riuniscono con gioia e pianificano insieme la fuga. Devono trovare un modo per sfuggire al re Teoclimeno, che desidera sposare Elena.
La serva di Elena, TEONOE, li aiuta a elaborare un piano: far credere a Teoclimeno che Menelao sia morto e che Elena voglia onorare suo marito con i rituali funebri.
Approfittando di questo stratagemma, riescono a rubare una nave e fuggire dall'Egitto.
Durante la loro fuga, Elena e Menelao affrontano pericoli e incertezze, ma grazie alla loro astuzia e all'aiuto di Teonoe, riescono a sfuggire alla furia di Teoclimeno.
Infine, tornano a Sparta per ricominciare la loro vita insieme.
La tragedia di Euripide si distingue per la sua interpretazione originale della storia di Elena, presentandola come una vittima innocente degli eventi e sottolineando il ruolo degli dei nel determinare il suo destino.
La tragedia è stata rappresentata durante le Grandi Dionisie, intorno al 412 a.C.
Questo evento annuale era dedicato al dio Dioniso e ospitava gare tra tragedie di poeti tragici.
Giuseppe Di Crosta.
Mitologia greca
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