venerdì 4 febbraio 2022

La maschera di ferro

 Maschera di Ferro in cuoio | Imperat.net (google)


Sull’”Uomo dalla Maschera di Ferro" sono state scritte varie opere teatrali e circa duecento fra romanzi e saggi, ma anche girati numerosi film, l'ultimo dei quali con Leonardo Di Caprio come attore più famoso.


Quello che ai più potrebbe sembrare il protagonista di una storia inventata, è però un personaggio realmente esistito, anche se su di lui andrebbe sfatata tutta una serie di leggende che, per ragioni di botteghino, Hollywood ci ha costruito sopra, al pari di scrittori importanti come Dumas, nel "Visconte di Bragelonne", e Voltaire, nel suo "Le siècle de Louis XIV".


Vero è che sull’identità dell'uomo celato dietro a quella maschera e morto nel carcere parigino della Bastiglia nel novembre del 1703 all'età di sessant’anni circa, di cui gli ultimi trentaquattro trascorsi in detenzione, ci sono ben poche certezze.


Lo si vide per la prima volta nel 1687 a Grasse, nelle Alpi Marittime, quando durante una sosta del suo lungo trasferimento dal forte di Exilles a quello dell'isola di Santa Margherita, davanti a Cannes, uscì a prendere una boccata d'aria dalla portantina che lo stava trasportando sotto la sorveglianza di una quarantina di guardie, aventi l'ordine di sparargli alla testa qualora avesse parlato per dire qualsiasi cosa al di fuori delle sue necessità primarie.


Per la sorpresa di chi se lo trovò davanti, il suo volto era coperto da una maschera di ferro, che risaltava su un corpo atletico e più alto della media.


Viaggiava al seguito del suo carceriere, Monsieur de Saint-Mars, ex-moschettiere ed amico di Dartagnan, che nel 1665 era stato nominato governatore della fortezza di Pinerolo, allora enclave francese in Piemonte, per poi passare ad Exilles, quindi a Santa Margherita e infine alla Bastiglia, a far data dal 1698.


Il “Re Sole” aveva disposto che soltanto lui avesse la custodia di quel prigioniero così strano, che lo seguiva come fosse un cagnolino al guinzaglio, venendo da lui trattato con tutti i riguardi a condizione però che rispettasse un certo numero di regole, in primis quella di mostrarsi agli estranei sempre col volto mascherato e mantenere il riserbo più assoluto sulla propria identità, pena la morte.


Persino dopo il suo decesso, la camera che occupava alla Bastiglia fu svuotata e ridipinta, il pavimento rifatto e i mobili bruciati, affinché non restasse il minimo ricordo di lui, del quale però s’iniziò apertamente a parlare soltanto dopo la scomparsa di Luigi XIV, facendo circolare le ipotesi più disparate sulla sua identità.


Se Voltaire, per esempio, sostenne che si trattasse del fratello naturale del Re Sole, frutto dell'amore adulterino di sua madre Anna d'Austria col Card. Mazzarino, altri affermarono che ne fosse addirittura il gemello.


Queste ipotesi paiono però destituite di fondamento, non fosse altro perché all'epoca i parti delle regine avvenivano di fronte ad un ampio pubblico costituito da dottori, levatrici, dame di compagnia e sacerdoti, che dovevano per l’appunto testimoniare che il neonato era davvero il frutto di quel grembo regale.


E' anche da escludere che si trattasse di un figlio naturale di Luigi XIV, perché il prolifico sovrano di figli nati da relazioni adulterine ne ebbe sedici, tutti riconosciuti, e non si capisce dunque perché avrebbe dovuto nascondere il diciassettesimo.


Gli storici contemporanei sono piuttosto propensi ad identificare quello sfortunato con uno dei non molti detenuti presenti nella fortezza di Pinerolo durante il governatorato di Monsieur de Saint-Mars, tutti perfettamente noti.


Fra di loro, eccettuati morti e pazzi, il nome di Eustache Dauger risulta il più probabile.


Arrestato a Calais nel 1669, quest’ultimo fu condotto a Pinerolo sotto eccezionali precauzioni di sicurezza, forse perché a conoscenza di qualche indicibile segreto di Stato probabilmente relativo ai retroscena del trattato di Douves, da poco siglato fra Francia e Inghilterra.

Fenix

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