Il monte ingaggi della Real Sociedad è un terzo di quello dell'Atletico Madrid e Real Madrid, un quinto del Barça.
Eppure, in testa alla classifica (con una partita in più) ci sono 'Los Txuri-urdin' di Imanol Alguacil.
Tecnico che in Italia dovremmo conoscere bene: costrinse, un anno fa, il Napoli di Gattuso a due partite del girone eliminatorio di Europa League da catenaccio e contropiede.
Imanol, nonostante un'uscita poco felice su Diegol che secondo lui nel suo Real non avrebbe trovato posto, mostrò ai telespettatori italiani roba che al momento replica solo il Milan di Pioli e non nella sua interezza: terzini al posto delle ali e ali con i piedi dentro al campo perché non serve a nulla metterle a dialogare con il guardalinee (cit. Zeman).
Manovra avvolgente delegata ad un misto di canterani, cause perse recuperate al calcio da Imanol e qualche vecchia gloria innamorata ancora del pallone.
I suoi ragazzi, dalla difesa all'attacco.
Le Normande: libero di piede sinistro elegante nell'impostare e intelligente nel coprire.
Una guida sebbene atleticamente non eccezionale.
Monreal: vecchia gloria gunners, una delle tante scoperte di Wenger sull'out di destra.
Illaramendi, Zubeldia, Zubimendi: tre mediani metodisti prodotto del settore giovanile in ordine decrescente di età.
Illara, ormai trentunenne, porta l'esperienza di anni madrileni a riscaldare la panchina al servizio degli altri due ragazzi in costante crescita.
Merino: mezz'ala dal piede sinistro favoloso destinata da ragazzo a ripercorrere le orme di Fabregas, poi smarritosi nel freddo uggioso britannico, ha ritrovato nuova vita alla Sociedad, grazie alla quale ha scalzato Fabian Ruiz nelle gerarchie del ct spagnolo Luis Enrique in mezzo al campo.
David Silva: quel Silva, il mago valenciano, colui che ha portato la mentalità vincente della generazione dorata spagnola in quel di Manchester sponda City, divenendo leggenda del club oltre che della nazionale iberica.
Oyarzabal: finissimo talento basco dei bianco azzurri. Ala completa in grado di ricoprire anche il ruolo di falso 9.
Luis Enrique lo ha propinato agli azzurri di Mancini nel tridente offensivo in ben due sfide (Europei e Nations League).
Nonostante i risultati siano stati alterni (una vittoria e una sconfitta per la Spagna) Oyarzabal sembra decantare altro calcio.
Chiellini e Bonucci hanno dovuto pogare parecchio per non risultarne alla fine ubriachi.
Januzaj e Isaak: due giocatori che rispettivamente nelle giovanili del Man Utd e in Svezia (per poi approdare rapidamente al Dortmund) dovevano garantire la precocità dei Rashford, dei Greenwood o degli Haaland.
Januzaj quel treno lo ha perso.
Il talento belga, nonostante una buona carriera, va più verso i 30 che i 20.
Eppure un sussulto insperato in terra basca lo ha tirato fuori.
Isaak ben più giovane invece pare proprio si stia servendo di questa esperienza spagnola per ritornare nel calcio dei lustrini e dei miliardi a pioggia stavolta dalla porta principale.
Le idee di Alguacil stanno regalando tanto al calcio.
E sarebbe bello poterlo vedere non crollare nel girone di ritorno, come invece è purtroppo avvenuto un anno fa durante la stagione in quanto pandemica più impegnativa della storia del calcio europeo.
Msds
Gruppo Zeman
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