martedì 30 novembre 2021

MaGiCa

 

Giusto per ricordare a Francesco Modugno che ha definito Gonzalo Higuain il miglior centravanti del Napoli come stanno le cose.


I tre uomini in foto, così come li vedete, per chi vi scrive, non sono paragonabili a nessuno.


Per coloro che la domenica si recavano al Tempio con un biglietto faticosamente trovato durante la settimana, o con il sacro abbonamento nella tasca, non si trattava di solo pallone. 


C’era una sacralità contagiosa che è difficile descrivere se non la si è vissuta.


File chilometriche, sole che spaccava crani ed anima, pioggia che scorreva ineluttabile sugli immancabili impermeabili gialli e che finiva per infracidare pure le mutande, ma la sensazione comune, predominante, era che qualunque sacrificio fosse equo considerando ciò che ci si stava apprestando a vedere. 


Non di calcio trattavasi, almeno non di quello proposto dagli altri eccellenti protagonisti della recente storia 1926, dal sopracitato Higuain passando per chiunque altro, ma la percezione netta che sembrasse essere sport diverso dal gioco del pallone visto fino ad allora. 


Spazi creati là dove semplicemente non dovevano essercene, il silenzio della folla che poi si toccava di gomito “ Ma chist’ ‘o ver sta facenn’ ?” sincerandosi se allucinazione singola o collettiva stesse verificandosi. 


La magia percepita nell’aria fu pari solo alla sorpresa allorché Antonio fece comparire il pallone alle spalle di Cervone in uno spazio che in realtà non apparteneva a questo mondo. 


Il fiato trattenuto quando Diego toccava la palla, che fosse per appoggiarla ad un metro o che la portasse in giro per il prato verde di fuorigrotta reso teatro eterno, palcoscenico ultra terreno. 


Bruno che accarezzava il pallone con una dolcezza infinita, un cenno col braccio e lo depositava sul piede di D10s in uno spazio ed in un tempo immaginato ed immaginabile solo nella testa visionaria di due poeti del gioco. 

Diego che scomparve e riapparve tra un nugolo di maglie rossonere con il pallone attaccato al sinistro, piede e sfera divenuti un tutt’uno fino a che il 10  decise di separarsene  per depositarlo nella porta sotto la Curva B, dedicando capolavoro assoluto alla platea 1926. 


In pochi potevano permettersi di parlare lo stesso linguaggio del ragazzo di Villa Fiorito, non avrebbe potuto farlo l’immenso Marco Van Basten, non ci sarebbe riuscito Ruud Gullit. 


Parlare la stessa lingua di Diego, interpretarne il genio ed assecondarlo, sostenerlo, condividerlo, usufruirne ed alimentarlo era dono per pochi, pochissimi. 



Tra i pochi eletti c’erano un ragazzo di Trastevere ed un brasiliano di Araraquara, e per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vederli, di vederli giocare assieme, di vederli veramente e di comprendere l’unicità di ciò che si stava compiendo, non può e non potrà mai esserci paragone, con nessuno. 


Il pallone più bello di sempre, 


MaGiCa, così è stato, così sarà.


McBlu76

La Napoli Bene

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Travolge e uccide 27enne che attraversava sulle strisce: caccia al pirata della strada

 


Il giovane Adrien Olmo trasportato all'ospedale Cardarelli è morto poco dopo il ricovero

E' caccia al pirata della strada che ieri sera ha travolto e ucciso un ragazzo di 27 anni, Adrien Olmo, ed è poi fuggito. L'incidente stradale è avvenuto in via Miano, alla periferia Nord di Napoli. Il giovane, nato in Romania ed adottato da una famiglia napoletana, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, all'altezza di Portapiccola - secondo la ricostruzione della Polizia Locale - quando è arrivata un'auto che lo ha investito lasciandolo ferito sulla strada.

Le condizioni del 27enne che risiedeva nella zona e stava tornando a casa, sono apparse subito molto gravi. Trasportato all'ospedale «Cardarelli», il giovane è morto poco dopo il ricovero. Sono al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Gli agenti del Reparto infortunistica della Polizia Locale, anche grazie a testimonianze raccolte sul posto, sono sulle tracce del pirata della strada. 

https://www.leggo.it/italia/cronache/adrien_olmo_morto_investito_strisce_pedonali_pirata_napoli_30_novembre_2021-6355021.html

Giordani71

Austria, morto il leader dei no vax: aveva tentato di curarsi con clisteri di candeggina

 


Johann Biacsics, grande oppositore dei vaccini, cercava di curarsi con improbabili terapie domiciliari

Dramma in Austria, dove uno dei leader delle associazioni no vax, Johann Biacsics, è morto dopo aver contratto il Covid. L'uomo si era contagiato più di un mese fa e aveva tentato di curarsi in modo improbabile.

Biacsics, 65 anni, era un convinto oppositore dei vaccini e anche un sostenitore della presunta dittatura sanitaria. Le sue convinzioni lo avevano portato non solo a non vaccinarsi, ma addirittura a rifiutare le indicazioni terapeutiche dei medici. L'uomo, inoltre, era convinto di essere guarito dal Covid nonostante un tampone molecolare avesse accertato la sua continuata positività.

Alla fine, Johann Biacsics aveva chiesto e ottenuto di essere dimesso dall'ospedale per curarsi in autonomia a casa. Qui, seguendo alcune indicazioni reperite sul web, aveva deciso di sottoporsi ad una improbabile terapia domiciliare alternativa alla medicina 'ufficiale', promossa da Christoph Specht, medico e giornalista. Il consiglio di quest'ultimo era quello di sottoporsi a clisteri di candeggina. Quando le condizioni di Biacsics si sono aggravate, i familiari hanno chiamato un'ambulanza ma l'uomo, all'arrivo dei soccorritori, era già morto.

 

Johann Biacsics era molto famoso e apprezzato tra i no vax austriaci già prima della pandemia. L'uomo era convinto che la medicina alternativa potesse curare varie malattie, compreso il cancro. Poco prima di ammalarsi, Biacsics aveva partecipato, a Vienna, a diverse manifestazioni contro le chiusure, dichiarando: «In terapia intensiva il 67% delle persone è vaccinato, qualcuno vorrà smentirmi ma io ho informazioni privilegiate».

https://www.leggo.it/esteri/news/no_vax_leader_morto_austria_cure_clisteri_candeggina_news_oggi-6354675.html

Berlusconi71 

 

Mangiano carne di tartaruga al banchetto, 7 morti avvelenati

 


5 famiglie avrebbero consumato la stessa carne, tutte residenti nel

villaggio di Msuka Taponi

di

Mangiano carne di tartaruga ma muoiono avvelenati. Sette persone, tra cui un bamino di 3 anni, sono morte dopo aver consumato un pasto a base di carne di tartaruga sull’isola di Zanzibar, in Tanzania. La carne dell'animale sull'isola è considerata un pasto pregiato, ma in questo caso alla base dell'avvelenamento potrebbe esserci il cibo mangiato dalla stessa tartaruga.

Secondo quanto ricostruito dalle autorità locali ben 5 famiglie avrebbero consumato la stessa carne, tutte residenti nel villaggio di Msuka Taponi, distretto di Micheweni, a Pemba, un'isola della Tanzania, situata circa 50 chilometri a nord-est di Zanzibar. Ben 38 persone hanno avuto sintomi da intossicazione dopo aver consumato il pasto e hanno avuto bisogno di cure ospedaliere. Tra loro 7 non sono riuscite a sopravvivere compreso un bambino di 3 anni.

 

Alla base della grave intossicazione, secondo gli esperti, potrebbe esserci qualche tipo di alga tossica mangiata dalla tartaruga che ne può aver contaminato la carne. Sebbene la tartaruga sia considerata una carne pregiata l'animale può nutrirsi di alghe per loro non pericolose ma letali per l'uomo che ne assorbe indirettamente le sosteanze tossiche. 

https://www.leggo.it/esteri/news/tartaruga_carne_mangiata_morti_zanzibar_news_oggi-6354574.html

Kissinger71

 

 

Pesaro, stramazza al suolo al mercato: morto ambulante, clienti sotto choc

 

Morto al mercato del paese. Hanno provato a soccorrerlo i colleghi ambulanti e gli agenti della polizia locale, ma non c’è stato nulla da fare. Tragedia nella tarda mattinata di ieri a Mondolfo (Pesaro-Urbino) in piazzale Borroni durante il consueto mercato settimanale del lunedì.

 

 

A perdere la vita è stato un ambulante di origini marocchine di 72 anni, Ahmed Maghni di Monte Porzio, che ha perso i sensi mentre si trovava all’interno dello stand allestito nella piazza dello sferisterio. L'arrivo dei soccorsi non è bastato a salvargli la vita: sotto choc i clienti, chi ha assistito in diretta alla tragedia e i colleghi dell'uomo.

https://www.leggo.it/italia/cronache/morto_mercato_ambulante_mondolfo-6354552.html

Berlusconi71

Difende l'amica dallo stalker: Cosimo Damiano Bologna picchiato e ucciso a 50 anni

 


L’uomo, arrestato, ora dovrà rispondere del reato di omicidio

preterintenzionale

È stato picchiato a morte perché aveva tentato di difendere un'amica da uno stalker che voleva molestarla. E dopo due settimane di agonia non ce l'ha fatta il 50enne Cosimo Damiano Bologna, aggredito brutalmente per essere intervenuto in difesa di una donna perseguitata da un 58enne, poi arrestato alcuni giorni dopo per stalking e per il pestaggio. L’uomo, in un primo momento accusato di condotta persecutoria e di lesioni gravi, ora dovrà rispondere del reato di omicidio preterintenzionale.

La vittima era in compagnia della amica davanti a un bar nel centro di Canosa di Puglia, nella provincia di Barletta Andria Trani, quando l'aggressore sarebbe tornato a infastidire e insultare la donna per poi colpire Bologna violentemente e ripetutamente al volto lasciandolo a terra sanguinante e privo di sensi. 

 

 

Il sindaco: la città si fermi e rifletta

«L'esempio di coraggio di chi è intervenuto in difesa di una donna si è trasformato in tragedia e purtroppo Canosa piange una giovane vita spezzata da un gesto di brutale violenza che si fa fatica a comprendere ma che dobbiamo unanimemente condannare». Lo ha detto in una nota il sindaco di Canosa, Roberto Morra, commentando la morte di Cosimo Damiano Bologna, il 50enne picchiato all'esterno di un locale a Canosa perchè era intervenuto in difesa di una donna oggetto di molestie. «È necessario che la Città si fermi a riflettere sull'accaduto, un atto lontano dalla cultura e dal vivere civile della nostra comunità. - aggiunge il sindaco - In questo giorno così triste esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia di Cosimo Damiano Bologna e, per il giorno delle esequie, ho disposto la proclamazione del lutto cittadino affinché tutta la Città si unisca idealmente al dolore dei suoi familiari».

https://www.leggo.it/italia/cronache/cosimo_damiano_bologna_morto_picchiato_stalker_canosa_news_oggi-6354657.html

Guazzerotti71

 

Muore di Covid nelle Filippine, uno dei borghi delle Cinque Terre adotta i suoi figli: «Siamo pronti a mantenerli»

 


Il Comune ligure di Corniglia aiuterà due bambini rimasti orfani a Manila

Gesto commevente da parte dei cittadini di Corniglia, borgo delle Cinque Terre che ha deciso di adottare a distanza i figli di una donna delle Filippine morta di Covid. A essere rimasti orfani sono due bambini che attualmente vivono a Manila. Il tutto grazie a Jenny Hernandez, che si è trasferita nella cittadina ligure da qualche anno insieme a marito e due figli per lavorare come assistente domiciliare.

La donna lo scorso ottobre è stata raggiunta dalla notizia che Janice Taño Garcia, sua nuora di 26 anni, ha perso la sua battaglia contro il Covid in un ospedale di Manila. I cornigliesi hanno avviato subito una raccolta fondi per aiutare il figlio di Jenny, Joenel Garcia, a pagare il debito di un milione di pesos filippini, di cui lo Stato rimborsa solo il 65%, con la clinica privata che ha avuto in cura Janice. In pochi giorni spediscono 2.800 euro nelle Filippine, circa metà della cifra necessaria.

 

E ora si dicono pronti a mantenere i due orfani della coppia, il più piccolo nato poche settimane prima della perdita della madre. «Vogliamo adottarli a distanza - spiega la comunità parrocchiale al quotidiano online Città della Spezia - raccogliendo cento euro al mese che manderemo loro per almeno due anni. Sembra una cifra davvero piccola ma permetterà a Joenel di poter mantenere serenamente i bambini»

https://www.leggo.it/italia/cronache/muore_di_covid_filippine_cinque_terre_adotta_figli-6355065.html

Berlusconi71

 

 

Il Granducato di Toscana

 


30 Novembre 1786

Il Granducato di Toscana è il primo Stato del mondo ad abolire la pena di morte


Il 30 novembre 1786 venne promulgata una riforma penale da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790. Con questa riforma, la Toscana divenne il primo Stato al mondo in cui si abolì la pena di morte. A questa soppressione terminò anche l'uso della tortura e della mutilazione delle membra. Questa legge, in parte ispirata al Codice giuseppino, trovò la sua fonte principale nelle concezioni filosofiche dell'illuminismo e soprattutto nell'opera più famosa dell'Illuminismo italiano, "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria, pubblicata a Livorno nel 1764.


"Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anche non gravi, ed avendo considerato che l'oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato, ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio; che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti ai quali questa unicamente è diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo... avendo altresì considerato, che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza, e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo..."

CroniStoria 

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Basta con l'informazione Merdaset

 


Volete una bella notizia?


Mediaset ha appena sospeso per oltre un mese e mezzo “Fuori dal coro” di Mario Giordano e “Diritto e rovescio”. Lo riporta Tv Blog.


In pratica, Giordano chiuderà i battenti il 7 dicembre, per non tornare prima del 25 gennaio, mentre tutti gli altri programmi Mediaset faranno soste più brevi o non si fermeranno affatto.


E già l’armata del disagio ha cominciato a parlare di “dittatura”, di “voci scomode”, di oscuri poteri forti.


Ma quale dittatura, spegnere la telecamera a Giordano non è dittatura, è un atto di pietà verso gli italiani.

Lorenzo Tosa 

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Igor Belanov

 


Nella giornata di ieri ci sono state le immancabili polemiche per l'assegnazione dell'ennesimo pallone d'oro a Lionel Messi. Sinceramente ho sempre pensato che questo sia un premio sopravvalutato, in cui da sempre i meriti sportivi si sono mischiati a ragioni politiche e, soprattutto negli ultimi anni, di sponsor.

Ad esempio nel 1986 il pallone d'oro fu vinto dall'attaccante sovietico BELANOV. Una vittoria dettata da ragioni politiche; infatti si volle in qualche modo premiare l'Unione Sovietica per il cambio di rotta di Gorbaciov, che aveva da poco inaugurato una politica di "disgelo" nei confronti dell'Occidente. Lo stesso Belanov, dopo aver saputo della vittoria, si dimostrò sorpreso affermando che quel premio era del tutto inaspettato.

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Andrea Cervellieri

 


L’Appuntato Fabio Cervellieri, in missione in Kosovo, nel corso di un servizio di pattuglia si è imbattuto in una bambina di 4 anni, affetta da diabete mellito di tipo 1. 


Fabio sa perfettamente che i suoi doveri di Carabiniere vanno ben oltre le consegne. Ha provveduto a sue spese all'acquisto dell'insulina e di un apparecchio in grado di misurare il tasso glicemico. Al suo ritorno in Italia ha interessato i medici dell’Ospedale Umberto I di Roma, garantendo il ricovero della bambina per eseguire indagini approfondite e individuare un’appropriata terapia. L'intero Reggimento Carabinieri MSU ha preso a cuore la vicenda, raccogliendo, attraverso una colletta organizzata fra tutto il personale, i soldi necessari per il viaggio di andata e ritorno Pristina - Roma. La bambina, accompagnata dalla madre, è atterrata a Roma Fiumicino sabato 13 novembre. Dopo alcuni giorni di accertamenti, cure e un piccolo intervento, è stata dimessa dall'Umberto I.


La grande famiglia dell'Arma rimarrà accanto alla piccola, affinché possa crescere in salute, godendosi gli anni migliori della sua giovinezza.


Carabinieri

W i no-global



IL 30 NOVEMBRE 1999 IL POPOLO DI SEATTLE MARCIAVA CONTRO LA GLOBALIZZAZIONE 


C’erano tutti a Seattle. C’erano i governi, le multinazionali, le banche. C’era il denaro, il debito e l’inquinamento. E poi c’erano quei cinquantamila. Il movimento dei movimenti, lì fuori a sollevare mille proteste diverse, in mille modi diversi ma con una sola voce. Donne e uomini, adulti e giovani, popoli indigeni, contadini e urbani, lavoratori e disoccupati, senza casa, anziani, studenti, persone di ogni credo, colore, orientamento sessuale, tutti diversi ma tutti insieme, tutti abitanti dello stesso mondo, e tutti pronti a difenderlo su ogni fronte. Erano i primi giorni di una nuova stagione. Era il 30 novembre del 1999.

Si palesava quello che diventerà noto come il movimento NoGlobal, che già al suo esordio pubblico subì una sistematica repressione da parte delle forze dell'ordine. Le violenze di Seattle finirono su tutti i media mondiali e portarono alle dimissioni del locale capo della polizia. Seattle sarà una piccola anteprima di quello che accadrà due anni dopo a Genova, dove il movimento vivrà il suo apice e la sua sconfitta. 

Il dramma ecologico (di cui la questione pandemica rappresenta una declinazione se non diretta quantomeno correlata), la finanziarizzazione dell’economia (pensiamo alla crisi del 2008), l’impoverimento delle classi popolari, la precarizzazione della nostra esistenza, il ritiro dello stato come erogatrice di pubblici servizi e il suo protagonismo come strumento di controllo sociale, la censura e la manipolazione dell’informazione, la cancellazione di intere culture: tutto questo e molto altro era stato denunciato dal movimento No Global. Movimento che fin da Seattle aveva cercato di impedire con proposte concrete e mobilitazioni di massa che il futuro si mostrasse per come lo vediamo oggi.


Cannibali e Re 

Cronache Ribelli


A questa giornata è dedicato anche il brano del 30 novembre sul nostro almanacco Cronache Ribelli, che trovate qui: http://bit.ly/3sen0wX

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Brava Viola!

 


♥️👏👏👏


Ciao Marina, sono Sabrina la moglie di Luca.

Non voglio litigare, solo parlare con te.

Ho visto le tue conversazioni su WhatsApp con lui, ho avuto un po' paura di quanto assomiglino alle cose che mi dice di solito.

Guarda davvero... mentire è un'arte che lui domina con maestria!

Credo che non sia una sorpresa per te che ti ho contattato, dopotutto hai sempre saputo che è sposato, ha due figli e da quello che ho letto non è mai stato un problema per te.

Così Marina, vorrei tu sapessi un po' di cose riguardo al "tuo" Luca... prima di avere successo nella vita, vivevamo in una casa minuscola, spremuti e pieni di sogni.

Li ho fatti diventare veri.

Ho visto che ti ha preso dei regali e che ti porta in posti molto costosi.

Che bella vita eh?! Penso che alcune cose si sia dimenticato di menzionarle, quindi:

Conosci la macchina?

è mia!

Conosce l'azienda?

È mia!

Conosci i viaggi e i regali? Sono stati pagati con i miei soldi, senza che io lo sapessi ovviamente. Quest'uomo che oggi ti promette mondi e monti?

Li Ha promessi anche a me, la differenza è che gliel'ho dati io.

Non sono mai stata il tipo di donna che mantiene il maschio, per me, era il mio partner e aiutavo non solo i miei figli, ma anche mio marito a vivere meglio.

Oggi mi rendo conto che non conoscevo mio marito.

Una cosa te la garantisco: a mie spese, non mi piace più.

So che ti sei innamorata, sta tranquilla, è tutto tuo.

Te lo mando subito ha già la valigia pronta.

Spero che tu possa renderlo una persona migliore.

Goditi il regalo, è gratis e già imballato, solo che senza auto, senza viaggi, senza regalo e senza soldi.


Tutte le volte che seduci un ragazzo sposato, ricorda.. quello che lui è... Sia nel lavoro, sia nella vita privata, è anche (a volte sopratutto) grazie ai sacrifici che fa una moglie!


-Viola

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Grande Aldair

 


"Aldair era un bambino impacciato, insicuro. Dopo due minuti di partita, avevo capito di avere a che fare con un fenomeno. Sul primo cross che arrivò in area, Aldair colpì di testa ad occhi aperti. Sono pochi i ragazzi che ci riescono . E il suo rinvio fu preciso, pulito.

Poi ho preso la palla e gliel'ho restituita per invitarlo all'azione: lui esce dall'area palla al piede , testa alta, toccando di destro e di sinistro con la stessa padronanza. Due settimane dopo l'ho accompagnato alle giovanili del Flamengo"


Buon compleanno Pluto Aldair


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(fonte: Guerin Sportivo

Il massacro di Sand Creek

IL MASSACRO DI SAND CREEK 

Colorado, 28 novembre 1864.


Mentre ad est si consumava la Guerra di Secessione, in Colorado si verificava l'assaltato finale di coloni e cercatori d'oro. La febbre del metallo giallo si era diffusa negli anni precedenti e aveva portato migliaia di avventurieri a invadere le terre ancestrali di Cheyenne e Arapaho. Le tribù avevano resistito con orgoglio al vento che soffiava da est. I grandi capi avevano a lungo cercato la via della convivenza e della pace ma il governo degli Stati Uniti non era disposto a riconoscere le istanze dei nativi e si rimangiava costantemente la parola data. 

Così nell'aprile del 1864, dopo un assalto gratuito da parte della milizia del Colorado ai danni di un villaggio Cheyenne e l'uccisione infame di Orso Magro, uno dei capi storici, gli indiani reagirono attaccando ripetutamente soldati e coloni. Pentola Nera, che già aveva impedito ai suoi di attaccare gli assassini di Orso Magro, decise per l'ennesima volta di tendere la mano alle autorità statunitensi. 

Fidandosi della parola del governatore Evans fece accampare la propria tribù a pochi km da Fort Lyon, su un'ansa del fiume Sand Creek. A lui si unirono gli Arapaho di Mano Sinistra. In tutto si trattava di circa seicento persone di cui più di due terzi erano donne e bambini. 


All'alba del 29 novembre un contingente di 600 cavalleggeri guidati dal colonnello Chivington attaccò l'insediamento. Decine e decine di indiani scapparono verso la tenda di Pentola Nera, che invitò tutti a stare calmi e in segno di pace cominciò a sventolare la bandiera a stelle e strisce. Il maggiore Greenwood gli aveva promesso che finché quel drappo fosse stato appeso sopra la sua testa non sarebbe accaduto nulla alla sua gente. 

Avvenne esattamente l'opposto. 

Antilope Bianca, altro storico capo, andò incontro ai soldati invocando la pace ma fu colpito a morte. Prima di andarsene pronunciò il canto di morte. “Niente vive a lungo. Solo la terra e le montagne”. La stessa triste sorte toccò subito dopo a Mano Sinistra. 

Morirono prima di vedere gli orrendi massacri perpetrati sulla loro gente. Corpi mutilati, donne violentate, bambini sgozzati, vecchi a cui veniva preso lo scalpo. I pochissimi guerrieri indiani presenti fecero da scudo ai più deboli, salvando numerose vite. Complice la disorganizzazione dei volontari e la loro ubriachezza, molti indiani si nascosero fino al calar delle tenebre sopravvivendo alla mattanza. 

Tra i 135 e i 175 innocenti furono massacrati a Sand Creek, sotto la bandiera bianca e quella a stelle e strisce.


Il colonnello Chivington, i suoi uomini e il governatore Evans non vennero mai puniti per quello che avevano fatto.

La classe operaia va in paradiso 

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L'unione Sovietica invade la Finlandia

 


30 Novembre 1939

Inizia la Guerra d'inverno: le forze sovietiche invadono la Finlandia


Il 30 novembre 1939 scoppiò la Guerra d'inverno conosciuta anche come guerra russo-finlandese. In questa si vide l'Unione Sovietica attaccare la Finlandia con lo scopo di acquistarne alcuni territori di importanza strategica dal punto di vista militare scambiandoli con propri territori di maggiore superficie. D’altra parte la Finlandia non credette alle richieste sovietiche sia per motivi patriottici legati a sentimenti politici anti-russi che per il timore dei pericoli insiti in una dimostrazione di debolezza verso il potente vicino, quale sarebbe potuta apparire la cessione di territori nazionali. La guerra terminò il 12 marzo 1940 con la firma di un accordo di pace: la firma del trattato di Mosca, con il quale la Finlandia dovette cedere all'Unione Sovietica circa il 10% del proprio territorio. Conseguenza ultima di questo Guerra fu l’espulsione dell’Unione Sovietica dalla Società delle Nazioni.

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Nunzia Schiliro'

 


Nunzia Schilirò. Ex vicequestora. Fiera no vax no pass e altre cazzate. Presenza pressoché fissa da Giletti. Esperta di scienza come Meloni di antifascismo. Poliziotta (giustamente) ora sospesa. 


È appena risultata, con suo marito, positiva al Covid. Ma tu pensa che coincidenza: non ti vaccini, non rispetti le regole minime per evitare il contagio, straparli di dittatura sanitaria frequentando piazze piene di luminari autentici del mononeuronalismo. E ti becchi il Covid. Ma tu pensa che coincidenza. Davvero incredibile. Chi l’avrebbe mai detto?


Auguro a entrambi di guarire presto e di avere una vita bellissima come certo meritano. E auguro agli italiani di non dover più subire l’indicibile supplizio di sentire - addirittura in tivù! - le smisurate e scriteriate sciocchezze di questa donna.

Andrea Scanzi 

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Ave Cesare

 


15 febbraio del 44 a.C.: manca solo un mese alle idi di marzo. Cesare siede su un seggio d’oro, sui rostri, indossando un manto di porpora e osserva la festa dei Lupercali. Questa antichissima festa romana di purificazione era associata alla figura di Luperca, secondo il mito moglie del pastore Faustolo e poi con Acca Larenzia. Era inoltre paredra di Luperco, antico dio latino collegato con il lupo sacro a Marte; successivamente Luperco divenne epiteto di Fauno (Faunus Lupercus) e infine assimilato al greco Pane Liceo (Πᾶν Λύκαιος). La festa, celebrata dal duplice sodalizio dei Luperci Quintili e Fabiani (nel 44 a.C. ci furono anche i Luperci Iulii), si svolgeva davanti al Lupercale, la sacra grotta dove Faustolo avrebbe rinvenuto i gemelli Romolo e Remo allattati da una lupa, ai piedi del Germalo, alle pendici nord-occidentali del Palatino. 

E’ proprio in questo momento che accade l’imprevedibile: Marco Antonio, che aveva preso parte alla processione della festa, si avvicina a Cesare e cerca di mettergli in testa una corona, che simboleggiava il potere regale. Per i romani però, nonostante fossero passati quasi cinque secoli dalla cacciata di Tarquinio il Superbo, la regalità era ancora un tabù. Lo svolgimento degli avvenimenti è il seguente: inizialmente un tale di nome Licinio si avvicina, viene issato sui rostri e porge la corona ai piedi di Cesare, che la ignora. Allora Cassio, il futuro cesaricida, si avvicina e gliela pone sulle ginocchia, forse in segno di sfida. Cesare la ignora nuovamente, e lo fa nuovamente quando ci riprova Casca (che darà la prima pugnalata un mese dopo), ma è proprio in quel momento che passa Antonio, il quale aveva preso parte alla festa e gli pone la corona in testa, invocandolo come rex.

Quest’ultima volta Cesare prende la corona, che non aveva ancora toccato, gettandola tra la folla (che non aveva reagito bene all’accaduto) e esclamando che l’unico re di Roma era Giove Ottimo Massimo. Diede inoltre l’ordine di portarla nel suo tempio sul Campidoglio, poiché la corona apparteneva solo a lui.

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Scopri di più su STORIE ROMANE: www.storieromane.it

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Storie Romane

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Emil Halfredsson




Quant'è bella la serie C..... Una carriera ad altissimi livelli, giocando Mondiali ed Europei ... L'anno scorso al Padova sfiora la serie B e poi, quando sembra finita, succede qualcosa ...

" Ho fatto sei anni importanti a Verona, i più belli della mia vita. Tutti e due i miei figli sono nati a Verona. Per me è troppo importante questa città. La Virtus mi ha chiamato, ero senza squadra. Volevo continuare a giocare, mi sento ancora bene e sto a cinque minuti dal campo. Tutto perfetto. Se posso dare una mano, mi fa piacere. Spero di poter insegnare qualcosa ai giovani, potrei essere anche il padre di molti di questi ragazzi. Posso dare qualche consiglio per aiutarli, dipende anche da loro se hanno voglia di crescere. Non guardo la classifica, però ho saputo che dopo la vittoria col Seregno siamo quasi a metà. Ciò vuol dire che ci manca poco per i playoff e poco per i playout. Bisogna rimanere concentrati partita per partita ". 


Nella Virtus Verona (che ieri ha battuto 1-0 a domicilio la Juventus under 23) dispensa saggezza non solo calcistica il signor Emil Hallfredsson ....... a 37 anni...


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(fonte: verona sera)


Andrea Serrani



“Non è assolutamente un atto di sessismo. Avevamo perso e ho fatto quel gesto in un momento di stizza e per goliardia. Non avrei mai pensato a tutto quello che sta succedendo. Il mio avvocato sta cercando l’avvocato della giornalista: voglio farle le scuse ufficiali".


"Ho chiesto scusa e ci mancherebbe. Non volevo parlare con nessuno, solo andare alla mia macchina. Ho sbagliato, voglio incontrarla, quando lei vorrà. Lo sputo sulla mano? Stavo tossendo e sono passato. E’ uno sbaglio, non è scattato niente. Ho fatto una cavolata, mi descrivono come un violentatore ma io non sono così”.


“A casa mi hanno detto ‘come ti è venuto in mente?!?’, me l'ha detto anche la mia compagna. Sanno che non sono questa persona cattiva, stiamo passando tutti i dispiaceri possibili del mondo. Non sto bene, guardate dove è finita questa cosa per uno sbaglio. Uno lavora una vita, crea una vita e poi guardate cosa succede".


A parlare così, peraltro nel noto simposio radiofonico di intellettuali condotto da “Dj Capelli Irrisolti & Punchingball Vivente”, è Andrea Serrani. È lui il molestatore della giornalista Greta Beccaglia. 45 anni, Serrani abita a Chiaravalle (Ancona). È un ristoratore e tifa Viola. Era nervoso per la sconfitta della sua squadra, dice, e ha fatto quel che ha fatto. Il suo avvocato ha chiesto di risolvere la situazione in maniera “bonaria”, la giornalista ha ribadito che andrà avanti con la denuncia e non arretrerà di un millimetro. 


Quello che mi colpisce, di queste vicende, è che ogni volta accade la stessa cosa: colto in flagranza di reato, il colpevole cade dal pero e dice puntualmente che “non volevo fare quello che ha fatto”. Tutti uguali. Io non credo che questa persona sia cattiva, ma credo che sia uno dei tanti convinto che allo stadio (o poco fuori) tutto sia lecito e consentito. Quasi che lo stadio fosse una parentesi morale come le arene gladiatorie nell’antica Roma. Uno “sfogatoio”. Un approccio che mi ha sempre fatto schifo, e che sarebbe ora di abbandonare per sempre.

Andrea Scanzi 

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lunedì 29 novembre 2021

Dramma X-Factor e The Voice: cantante morto in un incidente By Gabriele -

 

 

Il nuovo dramma per X-Factor e The Voice: cantante morto in un incidente sul posto di lavoro.

Il cantante Thomas Wells – noto per aver partecipato ad alcuni talent show, tra cui “X-Factor”, “America’s Got Talent” e “The Voice” – è morto in un grave incidente in una fabbrica di pneumatici dove lavorava, all’inizio di questo mese.

Il 46enne stava lavorando nello stabilimento di produzione in Oklahoma quando è rimasto intrappolato in un nastro trasportatore automatico, che non si è fermato, ha detto sua moglie Jessica Wells a TMZ. È morto il 13 novembre in un ospedale del Texas, secondo quanto viene riportato nel suo necrologio.

Padre di tre figli, Thomas Wells ha dimostrato le sue capacità in una serie di reality show dopo aver imparato a suonare strumenti a orecchio sin da bambino. “Thomas aveva una voce straordinaria e adorava cantare grandi hit e musica contemporanea”, si legge nel suo necrologio.

Il dolore di Jessica, moglie del cantante di X-Factor morto

Poi si legge ancora: “Aveva sempre un sorriso per tutti e amava scherzare e dare gioia alle persone nei momenti difficili. Era un grande intrattenitore ed è sempre stato al centro dell’attenzione”. Wells è apparso anche in “The Winner Is” della NBC nel 2013. Al momento della scomparsa, aveva 46 anni.

Il giorno del Ringraziamento, Jessica, sua moglie da 17 anni, ha registrato un video emozionante per raccontare questi giorni tremendi. “È stato il giorno peggiore della mia vita perché ho perso mio marito, ma il giorno più bello della mia vita perché Dio mi ha detto che era a casa”, ha detto Jessica nel video, pubblicato su Facebook venerdì.

“So al cento milioni per cento che Thomas è lassù ad aspettarmi”, ha aggiunto quindi la donna che è sconvolta dal dolore per la morte dell’amato marito. Al suo dolore si sono uniti i tanti che hanno avuto modo di apprezzare e conoscere Thomas Wells nel corso dei talent a cui ha partecipato.

https://www.ck12.it/2021/11/27/dramma-x-factor-the-voice-cantante-morto-incidente/

Bush71

 

 

Uccide l'amica incinta e poi le pratica un cesareo per rapire il feto

 


I fatti si sono svolti lo scorso 27 agosto, ma oggi è arrivata la sentenza del tribunale

Uccide l'amica incinta e le strappa il feto dal ventre. Rozalba Maria Grime, 27 anni, dello stato meridionale brasiliano di Santa Catarina, ha attirato Flavia Godinho Mafra, 24 anni, a un finto baby shower prima di picchiarla a morte con un mattone e poi praticarle un cesareo per rapire il bambino.

I fatti si sono svolti lo scorso 27 agosto, ma oggi è arrivata la sentenza del tribunale dopo il processo fatto alla 27enne. Grime è stata riconosciuta colpevole di omicidio aggravato, tentato omicidio di un bambino, occultamento di cadavere, intralcio alla giustizia, rapimento di minore e negazione dei diritti di un neonato. La donna pare che avesse studiato il delitto nel dettaglio e che ci stesse lavorando ormai da tempo.

 

Oltre a programmare il delitto dell'amica aveva inscenato una gravidanza a sua volta, per non destare sospetti quando avrebbe tenuto con sé il bambino. La vittima è stata uccisa con diverse mattonate alla testa, poi l'amica le ha tagliato la pancia con un taglierino e ha fatto nascere il bambino alla 36esima settimana. Con il bimbo si è recata in ospedale, simulando il suo parto prematuro e chiedendo aiuto ai sanitari.

 

I medici hanno facilmente capito che la donna non aveva partorito da poco e hanno sporto denuncia. Le indagini hanno portato alla 24enne per cui non c'è stato nulla da fare. Il bambino, invece, è riuscito a salvarsi, ed è stato affidato al padre e al resto della sua famiglia. 

https://www.leggo.it/esteri/news/uccide_amica_incinta_cesareo_rapire_feto-6352684.html

Bolsonaro71

 

Los Angeles, albero secolare crolla e sfonda il tetto di una casa: morto 60enne, stava dormendo

 


L'uomo si trovava in camera da letto al secondo piano, mentre due donne sono state salvate

Un uomo è morto e altre due persone sono state salvate dopo che un grande albero è crollato sfondando il tetto di una casa una casa a Encino, Los Angeles. L'incidente è avvenuto poco dopo le 23 di domenica nella casa di Odessa Avenue.

 

Secondo quanto ricostruito dai vigili del fuoco di Los Angeles, la vittima è un uomo attorno ai 60 anni ed è stato ritrovato in una camera da letto al secondo piano. Mentre le due donne che, al momento del crollo del gigantesco albero, si trovavano al primo pianto, sono state soccorse, ma non hanno riportato ferite. I vigili del fuoco, poi, hanno portato in salvo anche un cane. I passanti che hanno assistito alla scena si sono detti sconcertati per le dimensioni dell'albero. Una vera tragedia.

 

«Personalmente, questo è l'albero più grande che abbia mai visto cadere su una casa, o su qualsiasi tipo di struttura», ha detto il capitano dei vigili del fuoco, Cody Weireter. «Alcuni dei nostri vigili del fuoco sono veterani e emergenze del genere capitano spesso. Ma nessuno di loro aveva mai visto un albero del genere». 

 

Sebbene la California meridionale abbia sperimentato forti venti la scorsa settimana, non ci sono stati venti durante la notte, quindi non è chiaro quali siano i fattori che hanno causato lo sradicamento dell'albero. La casa è ora etichettata in rosso e probabilmente sarà demolita. 

https://www.leggo.it/esteri/news/albero_crolla_casa_morto_los_angeles-6352755.html

Battaglia71

 

 

Incidente nella notte, morti fratello e sorella: Gianluca aveva 25 anni, Debora 28. Grave uno dei due amici

 

Dramma in Puglia dove due fratelli, un ragazzo e una ragazza di 25 e 28 anni, sono morti e due loro amici sono rimasti feriti in un tragico incidente stradale avvenuto nella notte sulla Strada Provinciale tra Castellana Grotte e Turi, in provincia di Bari. Lo schianto è avvenuto intorno alle 3. Le vittime si chiamavano Gianluca e Debora Pontrelli.

A quanto si apprende, l'auto a bordo della quale viaggiavano i quattro giovani, una Bmw S1, sarebbe finita fuori strada abbattendo il guard rail, sbattendo contro un albero di ulivo e ribaltandosi più volte. I due fratelli deceduti erano sul sedile posteriore. Sono rimasti feriti gli altri due giovani, l'amico alla guida e il passeggero accanto, trasportati in ospedale: si tratta di un 24enne e di un 25enne. Le condizioni di quest'ultimo, in prognosi riservata, sarebbero particolarmente gravi. 

 

Ad una curva il conducente, sul quale si attende l'esito delle analisi sull'eventuale uso di alcol o droga, avrebbe perso il controllo del mezzo, che probabilmente viaggiava a velocità sostenuta. Sulla ricostruzione dell'incidente sono al lavoro i carabinieri, coordinati dalla Procura di Bari. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per estrarre i corpi delle vittime dall'abitacolo. Sull'episodio la Procura di Bari, con la pm di turno Angela Maria Morea, ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di omicidio stradale.

https://www.leggo.it/italia/cronache/incidente_puglia_morti_fratello_sorella_ultimissime-6350389.html

Giordani71 

 

Si chiama Nathan il 19enne morto dopo la discoteca. In tasca aveva i documenti di un altro ragazzo

 In tasca aveva i documenti di un'altra persona. Per questo quando la polizia locale si è trovata a dover identificare il corpo di quel giovane ragazzo rimasto schiacciato tra le lamiere in un incidente a Riccione, inizialmente c'è stato uno scambio di persona. Il 20enne che era alla guida dell'auto che all'alba di domenica si è schiantata contro un albero con altri quattro giovani a bordo, non è un albanese di 20 anni: ma Nathan Franchini, un italiano di 19 residente a Cattolica come riportano quotidiani romagnoli. 

I documenti falsi

Nathan aveva un tasso alcolico di 2 grammi/litro, quattro volte oltre il limite. Nell'incidente su viale Abruzzi è morto un 19enne e gli altri sono rimasti feriti, tra cui una giovane in maniera grave. La Procura di Rimini ha aperto un'inchiesta per omicidio stradale. Si sta verificando l'ipotesi che avesse addosso i documenti di un'altra persona, dal momento che discoteche della zona sabato facevano entrare solo i ragazzi dai 20 anni in su. Sembra che anche altri sull'auto avessero documenti riferibili a persone diverse. 

 


https://www.leggo.it/italia/cronache/incidente_riccione_nathan_franchini_morto_documenti_tasca-6352188.html

Giordani71 

 

L'auto finisce contro un muro, Stella muore a 21 anni. Si è spenta in ospedale nella notte

 L'AQUILA - È morta nella notte la ragazza di 21 anni, Stella Luciani, che era rimasta gravemente ferita nel pomeriggio di ieri in un incidente stradale che si è verificato sulla superstrada che da L'Aquila conduce a Bazzano. Le condizioni della giovane, che viaggiava insieme ad altri due ragazzi sulla Kia che si è ribaltata, erano apparse subito gravissime.

In nottata la giovane è stata sottoposta a un intervento chirurgico che però non ha sortito gli effetti sperati. La ventunenne risiedeva in città, ma era originaria di Montereale. Era lei alla guida dell'auto che per cause in corso di accertamento ha perso il controllo, è finita contro un muro e poi si è ribaltata. È probabile che l'asfalto bagnato abbia recitato un ruolo decisivo in questa tragedia facendo perdere aderenza al mezzo.

 

Stella Luciani (foto da Facebook)

 

Ad allertare i soccorsi sono stati alcuni automobilisti che hanno assistito al terribile incidente. È stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per estrarre la giovane dell'auto. Con lei viaggiavano due amici, uno al suo fianco e l'altro nei sedili posteriori. Si tratta di L.M. di 18 anni originario di Roma e di M.M., originario di Como, entrambi sono riusciti a mettersi in salvo da soli.

https://www.leggo.it/italia/cronache/stella_luciani_morta_incidente_21_anni_foto-6352269.html

Giordani71 

 

Frontale tra auto e furgone, morti un uomo e una donna: Ambra aveva 31 anni, Alex 38

 

Tragedia in Sardegna dove due persone sono morte in seguito ad un incidente stradale avvenuto lungo la strada provinciale 19 a Castiadas, nel sud della regione. A perdere la vita Ambra Utzeri, 31 anni di Villasimius, e Alessio Massessi, 38enne di Villaputzu.

L'incidente, secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, è avvenuto all'altezza del chilometro 8. Per cause non ancora accertate - ma in quel momento sulla zona stava piovendo - si sono scontrate frontalmente una Fiat Grande Punto con al volante la giovane e un furgone condotto dal 38enne. L'impatto è stato violentissimo. Una terza auto, una Peugeot 206 per evitare l'incidente è finita fuori strada.

 

Immediata la richiesta di soccorsi e l'arrivo sul posto delle ambulanze del 118, dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Chiesto anche l'arrivo dell'Elisoccorso. Purtroppo nonostante l'arrivo tempestivo dei medici, per la giovane donna e il 38enne non c'è stato nulla da fare. Il traffico nella zona sta subendo rallentamenti. Illeso il conducente della terza auto.

 

Chi erano le due vittime

 

La giovane donna era sposata e mamma di tre bambini, mentre Massessi, conosciuto come Alex, era un operatore turistico e dj, gestore anche di un locale a Costa Rei, nota località turistica della costa. Le cause della tragedia non sono ancora chiare, i carabinieri della Compagnia di san Vito stanno lavorando per ricostruire l'esatta dinamica. La Grande Punto condotta dalla giovane donna e il furgone Renault con alla guida l'operatore turistico si sono scontrate frontalmente all'altezza del chilometro 8. A causa del violento impatto i due sono morti sul colpo, ferito anche il conducente di una Opel, finita fuori strada per evitare l'incidente.

https://www.leggo.it/italia/cronache/incidente_sardegna_morti_ambra_utzeri_alessio_massessi_ultimissime-6352539.html

Giordani71

 

Irbm-Merck al lavoro su nuovo farmaco anti-Covid aerosol

 


Studi fattibilità entro 2023. Progetto Irbm per nuova pillola

 

ROMA, 29 NOV - L'azienda di biotecnologie Irbm di Pomezia è al lavoro in collaborazione con l'azienda farmaceutica Merck per la messa a punto di un nuovo farmaco anti-Covid in formulazione aerosol o iniettabile, utilizzando una piattaforma valida per l'adattamento alle varianti emergenti.

Lo ha affermato all'ANSA il direttore scientifico della Irbm, Carlo Toniatti, a margine del congresso 'Panorama Diabete' organizzato dalla Società italiana di diabetologia (Sid).

"Gli studi definitivi sulla fattibilità sono attesi entro il 2023". È inoltre "in corso un progetto di ricerca interna Irbm - ha annunciato - su una nuova pillola orale anti-Covid".
    Il programma di ricerca Irbm per una nuova pillola anti-Covid, ha spiegato Toniatti, "è incentrato sullo sviluppo di una molecola in grado di inibire una delle proteine essenziali per la replicazione del virus, diversa dalla proteina Spike". Infatti, ha chiarito, "la proteina Spike è sulla superficie del virus Sars-CoV-2 ma lo stesso virus per replicarsi, una volta all'interno dell'organismo ospite, ha bisogno di varie proteine 'interne' che non sono colpite dai vaccini attuali. Si tratta, dunque, di proteina che servono a far replicare il virus, ma diverse dalla Spike". L'obiettivo, ha concluso, "è dunque quello di inibire tali proteine interne in modo che il virus non possa replicarsi una volta presente nelle cellule dell'organismo ospite". Gli studi, ha concluso Toniatti, "sono iniziati ed i dati definitivi sulla fattibilità sono attesi per il 2023".

 (ANSA)

 

Disponibile un nuovo farmaco contro il tumore al polmone

E' un medicinale di terza generazione, rimborsabile

 

I pazienti adulti con un particolare tipo di tumore al polmone (quello non a piccole cellule Alk positivo in stadio avanzato) hanno oggi una opzione in più: il lorlatinib, approvato in regime di rimborsabilità per il trattamento di pazienti che hanno già avuto una cura di prima linea e una progressione di malattia.

Il nuovo farmaco è un inibitore della tirosin chinasi (Tki) di terza generazione, disegnato per superare la barriera ematoencefalica e agire quindi a livello cerebrale.


    Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diffuse, in Italia è la terza più frequente negli uomini e la seconda nelle donne, e causa un numero di decessi superiore a quello di qualunque altra forma di cancro.

Grazie alla ricerca scientifica, negli ultimi anni è stato però possibile individuare numerose alterazioni molecolari che sono alla base del suo sviluppo e che possono rappresentare dei target terapeutici.


    "Negli ultimi venti anni tante sono le acquisizioni scientifiche e i progressi della ricerca nella diagnostica e nella terapia del tumore polmonare non a piccole cellule con l'identificazione di nuovi target d'azione e farmaci specifici. Nonostante questo c'è ancora un forte bisogno di soluzioni, soprattutto per affrontare in modo efficace la malattia al momento della progressione ed in particolare quando questa interessi il comparto cerebrale", spiega Silvia Novello, professore ordinario di Oncologia Medica presso il dipartimento di oncologia dell'Università di Torino e presidente di Walce onlus. 

(ANSA)

 

 

Dipendenza da cocaina si combatte con onde elettromagnetiche

 



Studio Careggi, terapia che stimola specifiche aree del cervello

(fonte: PublicDomainPictures)

Dipendenza da cocaina si combatte con onde elettromagnetiche

Stimolare in modo elettromagnetico il cervello può aiutare a combattere la dipendenza da cocaina.

A confermare l'efficacia della tecnica è uno studio condotto presso l'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze.


    La terapia con onde elettromagnetiche già in uso in vari centri, genera micro-scariche elettriche indolore che stimolano le aree del cervello dove si ritiene si trovino i centri della dipendenza, tendendo a ripristinare il fisiologico funzionamento cerebrale.

La validità della metodica è stata studiata dai ricercatori della struttura fiorentina e accertata rispetto all'effetto placebo, arruolando un gruppo di pazienti che sono stati sottoposti a un periodo di osservazione di tre mesi.


    "I risultati della nostra ricerca pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Plos One - spiega il professor Guido Mannaioni dell'Università di Firenze, fra gli autori dello studio e direttore della Tossicologia Medica di Careggi - sono a conferma, con metodo rigoroso, dell'efficacia della stimolazione cerebrale con onde elettromagnetiche per la cura della dipendenza da cocaina. La validità della terapia, già in uso in vari centri e in fase di attivazione anche a Careggi è stata studiata e accertata rispetto all'effetto placebo, nella capacità di ridurre nel breve periodo il bisogno di assumere la sostanza stupefacente".

"La sperimentazione no profit realizzata con finanziamenti di Careggi - prosegue Mannaioni - è stata eseguita secondo il modello del doppio cieco con gruppo di controllo e ha previsto la somministrazione randomizzata della terapia ad alcuni pazienti con apparecchio attivo e ad altri con emissioni neutre, prive di effetti, senza che le persone e i sanitari coinvolti fossero a conoscenza della condizione di funzionamento dello strumento".


    Il gruppo di pazienti arruolati per lo studio era composto da 62 persone. "La verifica oggettiva dei risultati raccolti - conclude Mannaioni - senza suggestioni involontarie negli sperimentatori e nei pazienti, ignari rispetto all'effettiva somministrazione, ha consentito di verificare con rilevante validità statistica, nei soggetti realmente sottoposti alla terapia, un miglioramento della capacità di resistere alla dipendenza, essenzialmente psicologica, causata dall'uso di cocaina. I risultati sono stati confermati a seguito di un periodo di osservazione di tre mesi". 

(ANSA)

 


I ladri strappano la figlia dalle sue braccia e la gettano in piscina, bimba di 9 mesi annega davanti alla madre

 I ladri la strappano dalle braccia della mamma e la gettano in piscina facendola affogare. La piccola Maria, di appena 9 mesi, è morta così davanti agli occhi della madre Angelica Murillo che le stava facendo il bagno nella piscina gonfiabile quando nella loro casa di San Pedro de Suma, nella provincia di Manabi, in Ecuador, hanno fatto irruzione i ladri.

Due uomini in moto si sono presentati a casa sua spacciandosi per un servizio di vaccinazione di animali domestici, ma non possedendone la donna si è subito insospettita. A quel punto però i malviventi hanno fatto irruzione con la forza in casa, hanno strappato la bimba dalle braccia della mamma e l'hanno gettata in piscina per portare poi dentro la donna e rubare indisturbati all'interno dell'abitazione.

 

La donna, come riporta il Sun, ha dato loro 800 euro, ma non contenti i due hanno continuato a rovistare in casa fino a quando non sono stati disturbati da alcuni movimenti che li hanno messi in fuga. Angelica ha subito chiamato la polizia e ha attirato l'attenzione dei vicini presso i quali si trovava l'altra figlia di 12 anni che rientrando in casa ha fatto la scoperto choc notando che la sorellina era in acqua ormai esanime.

https://www.leggo.it/esteri/news/i_ladri_strappano_la_figlia_dalle_sue_braccia_la_gettano_piscina_bimba_di_9_mesi_muore_annegata-6344394.html

Johnson71

 

Neomamme muoiono dopo il parto: «Hanno contratto l'herpes dallo stesso medico»

 Morte dopo il parto per un'infezione da herpes. La 29enne Kimberley Sampson  e la 32enne Samantha Mulcahy sono morte dopo essere state sottoposte a un taglio cesareo dallo stesso chirurgo. Il sospetto, infatti, è che il loro decesso sia collegato.

Le due neomamme erano state ricoverate in due ospedali diversi del Kent ma gestiti dalla stessa società, l'East Kent Hospitals Trust, e avevano subito l'intervento dallo stesso chirurgo. Poco dopo il parto hanno scoperto di avere una grave infezione da herpes e dopo qualche settimana sono morte tutte e due anche se a due mesi di distanza l'una dall'altra. Inizialmente le indagini hanno mostrato che non c'erano collegamenti tra i due eventi, ma successivamente si è pensato che potessero invece essere connesse e le famiglie delle due donna hanno chiesto che venga fatta chiarezza. 

 

Le due donne erano perfettamente sane fino al momento del parto, i bambini sono nati senza problemi ma le mamme hanno iniziato a stare male e dopo qualche settimana hanno avuto entrambe bisogno di nuove cure ospedaliere a causa delle gravi infezioni sviluppate. Per entrambe è stata diagnosticata una infezione ma sono passati altri giorni per capire che l'origine di tutto era una Infezioni da virus herpes simplex  e quando si è scoperto era troppo tardi.

 

Quando sono state sporte le denunce si è scoperto che le donne erano state operate dallo stesso chirurgo e sono stati chiesti accertamenti che hanno confermato che entrambi i casi "sembrano una contaminazione chirurgica". Ora si chiede che vengano approfondite le indagini per capire cosa e come possa essere accaduto. 

https://www.leggo.it/esteri/news/neomamme_muoiono_cesareo_contratto_herpes_medico-6344608.html

Johnson71

 

California, strage di bambini: mamma e quattro figli piccoli trovati morti in casa. Fermato il padre

 Nuovo dramma legato alle armi da fuoco negli Stati Uniti. Questa volta teatro della tragedia è Lancaster, in California, dove una donna e quattro bambini sotto i 12 anni, tra cui un neonato, sono stati trovati morti all'interno di un'abitazione, uccisi da un'arma da fuoco.

Secondo le prime ricostruzioni dei media Usa la strage sarebbe avvenuta domenica sera. I sospetti dell'efferato delitto ricadrebbero su un uomo ritenuto il padre dei bambini, che si è consegnato alla stazione dello sceriffo di Lancaster ed è attualmente sotto interrogatorio.

 

La sparatoria è stata segnalata intorno alle 22:30 di domenica sera nel blocco 3500 di Garnet Lane, secondo il dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles. Quando gli agenti sono arrivati, hanno trovato la donna e tutte le giovani vittime ferite da arma da fuoco alla parte superiore del busto. 

https://www.leggo.it/esteri/news/bambini_uccisi_california_ultime_notizie-6352679.html

Bush71

 

Maradona &Ronaldo



“Una delle prime volte in cui Diego è venuto a trovarmi a Madrid, abbiamo cenato insieme. Indossava due orologi e gli chiesi perché ne aveva due. Mi rispose che gliel'aveva regalati sua figlia e che da quel giorno non se li era più tolti. Alla fine del pasto ne prese uno e me lo diede in regalo. Non volevo accettarlo, ma Diego insistette e non ho avuto scelta. Mi prenderò cura di questo orologio per il resto della mia vita, in ricordo della sua generosità e della sua amicizia”. 

Una leggenda che ricorda un'altra leggenda! 

#maradona #ronaldo #diegoarmandomaradona #ronaldofenomeno #DiegoMaradona

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I criteri di assegnazione a cazzo

 


PALLONE D'ORO, ANZI DI CARTA


Messi ha segnato finora 1 gol in Ligue 1 col Psg, il 3-1 nel finale al Nantes. Gol inutile.

Lewandowski quest'anno in Bundesliga ne ha segnati appena 14. Quattordici.


Messi in Champions col Psg ne ha segnati 3 quest'anno.

Lewandowski ne ha fatti ben 8 in 5 partite. Ottoincinquepartite.


Messi in Nazionale nelle qualificazioni ne ha fatti 4 in 7 partite, di cui 3 alla temibilissima Bolivia.

Lewandowski nelle qualificazioni Europee ne ja segnati appena 9.


Nella famosa Coppa America, Messi ha segnato 4 gol, tutti mel girone contro Cile, Bolivia (3-0 nel recupero) ed Ecuador (su rigore). Zero gol dai quarti in poi. Zero.

Agli europei la Polonia è uscita ai gironi ma Lewa ne ha segnati 3 in 3 partite. Tre in tre partite. A Spagna e Svezia, non alla Bolivia.


L'anno scorso, Messi ne ha segnati 30 in 35 partite al Barcellona. Tantissimi. Wow.

Lewandowski invece su 29 partite al Bayern, ne ha segnati 42. Un gol e mezzo ogni 90 minuti.


Stasera France Football darà il pallone d'oro a Messi. E nessuno conosce il motivo.

Il PUNTO Brillante 

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Greta Beccaglia

 


Si sta parlando molto dell'aggressione a Greta Beccaglia. Giustamente, perché il tema è grave e racconta tutta l'inciviltà greve, sessista e ignorante della nostra società. Purtroppo però, quando il branco si muove e sbava sui social, nessuno fa più distinguo. Qua i piani di azione, e di discussione, sono due. Ben distinti e diversissimi tra loro.


I "tifosi". Il primo piano è quello dei "tifosi" che hanno insultato e aggredito la ragazza. Quella gente lì fa schifo e incarna l'apice della frustrazione più sottosviluppata e sessista. Sono "uomini" incolti e violenti, che sicuramente si esaltano con gli slogan dei Salvini e delle Meloni (o peggio), che parlano sempre di sesso perché non lo fanno mai e che reputano la donna un “oggetto”. Gli stadi sono pieni di quel vomito lì e non solo gli stadi, ma pure il mondo reale e i social. E' la stessa gente che fa battute sui gay, sugli stranieri, sui "diversi". Rumenta mononeuronale. Chi ha toccato il sedere a Greta e chi l'ha insultata va fermato, indagato e condannato. E' gente vomitevole, rimasta all'età della pietra, che non serve a nulla: quando va bene fa schifo, quando va male è pure pericolosa. Monnezza morale. 


Il giornalista in studio. Tutt'altro discorso merita il povero giornalista in studio, vittima di uno shitstorm ottuso, violento e gratuito. Non conosco Giorgio Micheletti, e magari ha “precedenti” che ignoro, ma chi lo sta massacrando per quel "Non te la prendere" o è scemo, o è in malafede o insegue l'algoritmo e il like facile a qualsiasi costo. Ma stiamo scherzando? Ma l'avete visto e sentito (bene) il video? Micheletti non dice "Non te la prendere" nel senso di "Non farla lunga Greta, in fondo ti hanno solo toccato il culo!". Se così fosse, sarebbe da arresto. Il senso - e il tono - della sua frase è in realtà chiarissimo e del tutto opposto: "Non prendertela Greta, cerca di andare avanti, quelli lì sono dei sottosviluppati e sono pure violenti, loro sono in tanti e tu sei sola, cerca di andare avanti e poi li denunciamo". E' quello lì il senso, cazzo! La sta PROTEGGENDO, non sta certo minimizzando: da professionista navigato, sa bene che se Greta perde - comprensibilmente - la testa quelli lì possono persino aggredirla. A suffragare questa inattaccabile chiave di lettura c'è anche quel che dice Micheletti due minuti dopo, tornando sull'aggressione e denunciandola senza mezzi termini. Ma quella parte di video lì, "magicamente", è stata tolta dal video divenuto virale. E ha reso Micheletti ancora più capro espiatorio del branco infoiato.


Quando una discussione importantissima diventa “sfogatoio”, si perde drammaticamente in lucidità. Qui i colpevoli sono gli uomini che oggettivizzano la donna e credono che sia normale tastarla, molestarla, aggredirla. Ne esistono a milioni. Sono loro i colpevoli, e tra di loro ci sono anche i minimizzatori (quelli che se la cavano con il solito "E che sarà mai?") e gli ipocriti (quelli che in privato fanno come i "tifosi" di cui è stata vittima Greta, però poi sui social fanno i fenomeni). Ma spalare merda sul giornalista in studio non solo non aiuta ad affrontare il tema, ma è pure un raro esempio di bullismo collettivo, unito a un livello pericolosamente elevato di analfabetismo funzionale. 


Un abbraccio a Greta. E solidarietà a Giorgio.

Andrea Scanzi 

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Identificato l'animale

 


Un’ottima notizia.


È stato identificato il maschio - uomo è troppo - che sabato sera ha palpeggiato il fondoschiena della giornalista Greta Beccaglia.


Il commissariato di Empoli, come riporta l’Ansa, lo ha individuato incrociando le immagini della violenza (di questo si tratta) e quella delle telecamere di sorveglianza dello stadio. 


Ora, per procedere nei suoi confronti, basta solo la denuncia della vittima, che lei stessa ha annunciato di voler fare.


Bene così.

Questo scempio non può e non deve restare impunito.

Lorenzo Tosa 

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Benedetto Petrone

 


Per capire quanto siano carogne i fascisti, basta raccontare una mattanza inaudita di 44 anni fa. La ricorda anche Leonardo Cecchi.


Bari, 28 novembre 1977. Benedetto Petrone è un ragazzo che non cammina bene. Da bambino ha avuto la poliomielite e zoppica, non può correre. Non può scappare.


I neofascisti si avventarono contro di lui in quaranta. Con le catene, i bastoni. Infine i coltelli. Lo massacrarono, finendolo con una coltellata al ventre. Quaranta armati contro un ragazzo invalido. 


Benedetto aveva 18 anni e una colpa: essere militante del PCI. Quelle quaranta carogne cercavano un agnello sacrificabile e ovviamente, da vigliacchi efferati, si accanirono sul più debole.  


Il fascismo era e resta solo questo: un crimine. Una montagna di merda.

Andrea Scanzi 

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Luciana Littizzetto

 


Anche stasera Luciana Littizzetto è stata superlativa a “Che tempo che fa” sulla violenza sulle donne. E ormai è un’abitudine. 


“Caro Stato, sai quante sono le donne in Italia? Il 51,3%, e tante tantissime di loro ogni giorno sono picchiate, minacciate, calpestate e spesso uccise da un compagno o un marito violento.

Si chiama femminicidio. E il femminicidio, caro Stato, non è quasi mai un evento imprevedibile. Per questo le donne quando denunciano devono essere credute e protette da subito. Perché, mentre la giustizia è lenta, la violenza è molto molto veloce…

Le donne possono fare il primo passo denunciando ma non puoi dare a loro la responsabilità di salvarsi. Sei tu che lo devi fare Stato mio.


Sono 103 le donne uccise ad oggi. Di queste, 87 sono state uccise in ambito familiare o affettivo. Questo significa che il mostro non è la fuori, ma è in casa. Però poi sono le donne che dopo aver denunciato devono scappare, andare nelle case rifugio, e frequentare i centri anti violenza, che dio li benedica e lo stato li sostenga, cambiare identità e città… ma perché? Perché a pagare una doppia pena è sempre la vittima e mai il carnefice?


E caro Stato non bastano le misure intermedie, tipo il divieto di avvicinamento. Ma cosa vuoi che gliene freghi ad un pazzo violento che vuole a tutti i costi ucciderti il divieto di avvicinarsi… Non ci deve poter arrivare, a quella casa lì! Altrimenti a me donna passa la

voglia di denunciare, lo capisci?


Quindi ti prego, Stato. Appena la donna denuncia, il compagno violento deve essere messo in condizione di non nuocere. 

Oppure metti alle donne minacciate una guardia del corpo. Subito.


Il rosso è il colore delle vittime delle violenze. Ecco, caro Stato, vogliamo che tra un anno il rosso torni a essere solo qualcosa di bello. Il colore delle fragole, delle ciliegie e dei vestiti da donna di Valentino.”

Lorenzo Tosa 

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Ilaria Damico

 


Ilaria D’Amico oggi sulla Stampa ha centrato esattamente il punto. E credo che tutti gli uomini dovrebbero leggerla. 


“Quella che abbiamo visto ieri in diretta tv fuori dallo stadio è la violazione pubblica del corpo di una donna nelle sue parti più intime, fatta senza ritegno e senza alcun pudore: il palpeggiatore nostrano non si nasconde, cammina, punta al sedere e prosegue soddisfatto e senza fretta nel suo percorso. Tutto questo può succedere perché lui sa che quel gesto non porta con sé una condanna profonda di chi lo circonda (...)

La vostra reale indifferenza è l'incubatore stesso della violenza. È l'indifferenza che spinge tutti gli altri tifosi che hanno assistito alla scena fuori dallo stadio a non inseguire l'idiota per fermarlo, ridicolizzarlo e costringerlo alle scuse verso la giornalista vittima. Nessuno la difende perché non c'è niente di grave in fondo: che ha fatto mai quell'uomo? Una palpatina, «dai, non te la prendere»... e poi, diranno i migliori (e ahinoi, anche le migliori) tra gli assolutori d'Italia, se quei pantaloni fossero stati meno attillati..." 


È tutto, drammaticamente, qui.

Lorenzo Tosa 

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Jaap Stam

 

“Il giorno della firma del contratto, lo aspettavo nel mio ufficio. Entrò praticamente senza bussare, mi disse buongiorno e si sedette al tavolo con il suo procuratore. Rimasi colpito da quella scena, perché di solito i giocatori quando entravano nel mio studio erano intimoriti. Cominciai a parlare del contratto, ma il suo viso era assente, non mi ascoltava. Dopo un po’ mi alzai per fargli vedere il museo dello United, ma lui rimase seduto e disse: ‘Scusi Mister, ma a me di tutto questo non frega niente. Mi faccia firmare il contratto perché voglio cominciare a vincere’. Rimasi sbalordito! Mai nessuno si era rivolto a me in questo modo. Mi piaceva, era un tipo deciso che sapeva quello che voleva. Gli feci firmare il contratto, ci facemmo le foto di rito e prima di andare via disse: ‘Non si preoccupi, se quest’anno qualcuno riesce a superare Roy Keane, a centrocampo, poi dovrà vedersela con me. Stia tranquillo”. Immediatamente pensai che avevo preso uno disposto a fare la guerra per me. Avevo preso uno da Manchester United”.


Sir Alex Ferguson.

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domenica 28 novembre 2021

Londra, giallo sulla morte della moglie di un oligarca russo

 


Per la polizia britannica si tratta di un decesso per cause naturali. Ma gli amici non ci credono e chiedono di indagare
LONDRA. C'è una morte di una donna a Londra che, per amici, parenti e un tabloid, è sospetta e rilancerebbe ombre sul Cremlino. Due settimane fa, Irina Izmestieva, russa nata in Ucraina 52 anni fa, ex presentatrice tv, regista e produttrice cinematografica, è stata trovata senza vita sul suo divano nella sua casa di tre piani da circa 10 milioni di euro a Kensington, una delle zone più ricche di Londra, a due passi da Kensington Palace.

Il decesso di Izmestieva non è considerato sospetto dalla polizia e dagli inquirenti. Smentita la prima ipotesi di morte per Covid ("anche se tossiva molto, prendeva antibiotici e si sentiva poco bene nei giorni prima di morire", secondo l'amica Miranda Mirianashvili), ufficialmente si pensa a cause naturali, anche perché sinora non sono stati trovati altri elementi che possano fare pensare il contrario. Tuttavia, secondo il quotidiano inglese Daily Mail, la storia resta oscura: parenti e conoscenti della donna chiedono l'intervento dell'intelligence Mi5 nelle indagini, perché secondo loro "ci sono diversi sospetti".

Innanzitutto, Izmestieva era l'ex moglie di Igor Izmestiev, uno dei tanti oligarchi russi arricchitosi dopo la caduta dell'Unione Sovietica grazie al petrolio e poi uscito dalle grazie del presidente Vladimir Putin, che pure lo considerava un suo favorito con tanto di ricchi regali, pare per alcune operazioni finanziarie ed espropri che non sarebbero piaciute al Cremlino. Così, nel 2006, Igor e Irina scappano, insieme alle due figlie gemelle e una serie di ricchi asset russi, prima in Germania e poi a Londra, dove comprano la lussuosa magione tramite un fondo con base alle Isole Vergini.

Ma nel 2008, sempre secondo il Daily Mail, Igor viene "circuito" da un agente russo dei servizi segreti Fsb per un "affare" in Kirghizistan, dove però viene arrestato dalle forze dell'ordine all'atterraggio. Le accuse, sempre smentite dall'uomo e da sua moglie Irina, vanno dalla truffa all'evasione fiscale, dalla corruzione all'omicidio, fino al terrorismo. Secondo il quotidiano inglese, alla base della discordia ci sarebbe stato anche un castello art nouveau rosa, della famiglia Izmestiev, vicino alla residenza di Putin di Novo-Ogaryovo, che però il presidente avrebbe ordinato di vendere. Nel 2010, il processo all'uomo provoca scandalo internazionale tra gli attivisti dei diritti umani. Izmestiev viene condannato all'ergastolo, e si trova tuttora in carcere nella famigerata prigione "Cigno Bianco" sugli Urali. Varie richieste di grazia presentate per il 55enne Izmestiev sono cadute nel vuoto, nonostante promesse contrarie del Cremlino.

Irina, nel frattempo, ha sempre vissuto a Londra, con le due figlie 21enni gemelle Sasha e Arina, conducendo una vita ricca e mondana, provata da foto amichevoli con il Principe Harry e attori. Ma negli ultimi tempi, secondo il resoconto di alcuni suoi amici al Daily Mail, la donna sarebbe stata "nervosa", tanto da ingaggiare un autista privato per le ragazze. Alla base ci sarebbero stati problemi di proprietà riguardo alla sua abitazione. Ma, secondo il quotidiano inglese, l'inquietudine di Irina sarebbe dovuta anche alla sua decisione di denunciare il governo russo alla Corte Europea dei Diritti dell'uomo per il trattamento riservato al suo ex marito. Una mossa che, per il Daily Mail, avrebbe irritato Mosca.

Il quotidiano dà poi voce alla "preoccupazione" e ai sospetti di amici e conoscenti di Irina, anche se l'articolo non contiene prove o indizi di un coinvolgimento di Mosca nella "improvvisa" morte della donna, né le autorità britanniche per ora mostrano di nutrire alcun tipo di sospetto al di là del decesso naturale. Ma certo, a qualcuno sono tornate alla mente altre morti, sospette e non, avvenute sul suolo britannico negli ultimi anni. Nel 2006, l'avvelenamento al polonio dell'ex spia Alexander Litvinienko, secondo le autorità britanniche ed europee ordinato direttamente dai servizi segreti russi Fsb, poi quello al novichok della spia doppiogiochista Sergej Skripal e sua figlia a Salisbury tre anni fa anche qui per mano di due agenti direttamente legati al Cremlino. Oppure, nel 2012, la morte del banchiere russo in esilio nel Surrey, Alexander Perepilichnyy, collassato in mezzo alla strada con alcune tossine nel cuore che ne avrebbero provocato l'arresto cardiaco, fino al suicidio sospetto nel 2013 di un altro ex oligarca russo ed oppositore di Putin, Boris Berezovskij, nella sua casa nell'inglese Berkshire.

https://www.repubblica.it/esteri/2021/11/23/news/russia_regno_unito_spie-327488237/

Contrada71 



Berlino, morto diplomatico russo: per gli 007 tedeschi era una spia

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Il cadavere del diplomatico russo è stato trovato davanti alla sede dell’ambasciata di Mosca a Berlino. I legami con la divisione dell’ex Kgb che avrebbe organizzato l’avvelenamento di Navalny

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BERLINO — La Guerra Fredda è ormai un lontano ricordo, il Muro è stato abbattuto oltre 30 anni fa, ma Berlino rimane crocevia dello spionaggio internazionale e soprattutto terreno privilegiato di azione delle talpe di Mosca.

Un diplomatico russo in servizio nella capitale tedesca è stato trovato morto dai poliziotti di guardia lo scorso 19 ottobre, nei pressi dell’ambasciata del Cremlino, quasi sicuramente precipitato da uno dei piani alti dell’imponente edificio sull’Unter den Linden. «Un tragico incidente», lo ha definito la rappresentanza russa, rifiutandosi di commentare l’accaduto «per ragioni etiche».

Ma secondo informazioni del settimanale Der Spiegel , il trentacinquenne funzionario, accreditato dal 2019 in Germania come secondo segretario, era in realtà un agente del Fsb, il servizio segreto interno della Federazione russa.

Citando fonti dell’intelligence tedesca, il periodico amburghese rivela anche che la vittima era imparentata con un alto dirigente del secondo dipartimento del Fsb, responsabile della lotta al terrorismo. Più precisamente era il figlio del generale Alexeij Zhalo, vicedirettore del secondo dipartimento, nonché capo della Direzione per la protezione dell’Ordine costituzionale. Ed è questo dettaglio a destare molti sospetti: il secondo dipartimento è stato infatti direttamente collegato al delitto del Tiergarten, l’omicidio in pieno giorno di Zelimkhan Khangoshvili, esiliato georgiano ed ex ribelle della Cecenia, avvenuto il 23 agosto 2019 nel più grande parco berlinese.

È un fatto che il diplomatico trovato morto fosse stato assegnato a Berlino due mesi prima dell’assassinio.

Vadim Krasikov, il presunto killer di Khangoshvili attualmente sotto processo, era arrivato nella capitale tedesca solo poche ore prima dell’agguato e secondo la pubblica accusa, non avrebbe potuto agire senza una preparazione e il supporto di qualcuno sul terreno. Non solo.

Perché secondo le indagini dei siti investigativi Bellingcat e Insider, della Cnn e dello stesso Spiegel, sarebbero stati gli uomini del secondo dipartimento ad aver compiuto il fallito tentativo di avvelenare il dissidente Alexeij Navalny nell’estate 2020, mentre rientrava con un aereo di linea dalla Siberia a Mosca.

Ad aggiungere mistero al caso, è stato il rifiuto dell’Ambasciata russa di autorizzare un’autopsia del cadavere, che nel frattempo è stato fatto trasportare in aereo in Russia. Un portavoce della polizia berlinese si è rifiutato di fare alcun commento. Mentre il ministero degli Esteri ha confermato di essere a conoscenza dell’affaire. Tuttavia, a causa dello status diplomatico della vittima, la procura non ha aperto alcun fascicolo né ha potuto condurre alcuna indagine.

Le circostanze della morte rimangono sconosciute. Un caso analogo era già successo nel 2003, quando uno dei custodi dell’ambasciata russa a Berlino era precipitato dal suo appartamento nel cortile interno dell’edificio. Ma allora non era venuto fuori alcun legame con i servizi segreti.

https://www.corriere.it/esteri/21_novembre_05/berlino-morto-diplomatico-russo-gli-007-tedeschi-era-spia-a0312dca-3e3c-11ec-b8f4-254f69e7c034.shtml

Contrada71