A dare la notizia della sua scarcerazione è stata la sorella di Loujain, Lina al-Hathloul, pubblicando una sua foto sorridente. Secondo le informazioni riportate, la sua sarebbe una libertà vigilata con l'esplicito divieto di lasciare il Paese e di dare informazioni sulla sua detenzione. Il suo ritorno alla libertà, seppure condizionata, resta in ogni caso una vittoria per tutti quelli che temevano per la sua vita.
Loujain Al-Hathloul, 31 anni, è una delle leader del movimento "Women to drive" che da più di 20 anni si batte per garantire il diritto di guidare le auto alle donne. Fino al 2017, infatti, alle saudite non era consentito di guidare. Le attiviste hanno presenziato a manifestazioni singolari in cui salivano al volante nel tentativo di superare il confine con gli Emirati Arabi. A Louijan questa protesta è costata cara. Per porre fine alle rimostranze il re Salman ha concesso con decreto reale il diritto di guidare. Una concessione più formale che reale perché le autorità hanno continuato ad arrestare molte donne colte alla guida.
Loujain Al-Hathloul è stata catturata l'ultima volta nel maggio del 2018 e mandata a processo. Secondo quanto afferma la famiglia, durante l'isolamento è stata torturata, violentata, sottoposta all’elettroshock e al waterboarding. Ha deciso di raccontare tutto peggiorando la sua situazione dovendo rispondere anche alle accuse di terrorismo. Oggi è tornata a casa, ma molte donne sono ancora detenute e torturate.
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