Cinque persone sono state uccise in una serie di attacchi mirati e separati avvenuti a Kabul in meno di 24 ore. Intanto, i talebani affermano che continueranno a “difendere il Paese” se le forze armate straniere non si ritireranno entro maggio 2021.
Il primo assalto a Kabul è avvenuto la notte del 31 gennaio, nella zona di Afshar, nel PD5 di Kabul. Almeno due guardie di sicurezza dell’ex capo della Commissione Elettorale Afghana, Yusuf Nuristani, sono rimaste uccide, secondo quanto ha confermato la polizia. La stessa sera, due residenti di Paktia sono morti nell’area di Shahrak-e-Amniat, nel PD12 della capitale. Nel frattempo, la mattina del primo febbraio un membro del Dipartimento Nazionale della Sicurezza è stato ucciso in un attacco effettuato da un gruppo di uomini armati sempre nel PD5 di Kabul. Infine, un’esplosione ha colpito un veicolo che trasportava Khushnood Nabizada, capo dell’ufficio del Ministro di Stato per gli Affari di Pace. Secondo la polizia, l’uomo è sopravvissuto all’attacco e nessuno è rimasto ferito. “La situazione di Kabul è peggiorata. Le forze di sicurezza non sono vigili”, ha dichiarato un residente della capitale. “Le morti sono aumentate. Il Governo non può controllare la situazione. Ognuno pensa ai propri interessi”, ha aggiunto Reshad, un altro abitante di Kabul.
A proposito dell’aumento delle violenze nella capitale, la delegazione dell’Unione Europea e le missioni diplomatiche in Afghanistan hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, il 31 gennaio, in cui hanno condannato le uccisioni mirate e i rapimenti che continuano a verificarsi nel Paese. I rappresentanti dell’UE e di Australia, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti, nonché l’Alto Rappresentante Civile della NATO in L’Afghanistan hanno chiesto la fine delle uccisioni, delle violenze, dei rapimenti e della distruzione di infrastrutture vitali, che danneggiano direttamente il popolo afghano. Anche l’ambasciatore giapponese a Kabul, Takashi Okada, si è unito al coro e ha affermato che gli attacchi terroristici devono finire.
Intanto, l’agenzia di stampa Reuters, lo stesso 31 gennaio, ha riferito di una conversazione con un rappresentante dei talebani che ha affermato che il gruppo militante islamista continuerà a “difendere il Paese”, se le forze armate straniere rimarranno in Afghanistan dopo maggio 2021, data prevista per il ritiro delle truppe statunitensi secondo l’accordo firmato dall’ex amministrazione degli USA e i talebani a Doha, in Qatar, il 29 febbraio 2020. Citando quattro alti funzionari della NATO, Reuters ha riferito che le truppe internazionali prevedono di rimanere in Afghanistan oltre la scadenza di maggio. In risposta a ciò e alla dichiarazione dei rappresentanti dell’Unione Europea, i talebani hanno affermato che il gruppo continuerà a difendere “i valori, il suolo, il Paese e i suoi diritti” se l’accordo USA-talebani non sarà rispettato.
“Se qualcuno ignora l’accordo di Doha e cerca scuse per continuare la guerra ed estendere l’occupazione, allora la nazione dei mujahid dell’Afghanistan può difendere coraggiosamente i valori, il suolo, il Paese e i suoi diritti come ha sempre fatto prima, come dimostrato nella storia”, ha riferito a Reuters il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. Da parte sua, la portavoce della NATO, Oana Lungescu, ha affermato che non è stata ancora presa alcuna decisione definitiva. “I ministri della Difesa della’Alleanza si concentreranno sull’Afghanistan nella riunione del 17-18 febbraio”. Intanto, la NATO ha nuovamente sottolineato il proprio sostegno al processo di pace in Afghanistan, al fine di garantire una stabilità e che il Paese non sia più un rifugio sicuro per i terroristi. “Continuiamo a chiedere a tutte le parti di cogliere questa storica opportunità. I talebani devono rispettare i loro impegni e tagliare i legami con i gruppi terroristici, ridurre la violenza e impegnarsi in negoziati significativi. La violenza dei talebani continua a minare il processo di pace e deve finire”, ha aggiunto la portavoce della NATO.
Risale al 28 gennaio l’annuncio da parte del Pentagono degli USA sul fatto che l’attuale amministrazione statunitense non ha intenzione di effettuare un ritiro completo delle truppe dall’Afghanistan entro maggio 2021, come previsto dall’accordo di Doha con i talebani, a causa del mancato rispetto dei termini dell’intesa. In risposta, i militanti afghani hanno accusato Washington di violazioni dei diritti umani. La nuova amministrazione statunitense deve quindi gestire questa delicata situazione. Già il 20 gennaio, il segretario di Stato del nuovo presidente Biden, Antony Blinken, ha dichiarato che l’accordo con i talebani sarebbe stato riesaminato, prima di prendere decisioni al riguardo. Il 25 gennaio, il presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, ha affermato che è stato aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra Kabul e Washington, con l’insediamento dell’amministrazione di Joe Biden. Quale sarà il futuro dell’accordo tra USA e talebani, in questo contesto, è ancora da capire.
https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/02/01/afghanistan-gli-attacchi-letali-kabul-le-minacce-dei-talebani/
Bush71
Nessun commento:
Posta un commento