Giudici, su pedofilo carcere non serve
Primo caso Milano ingiunzione terapie. Aggressore tornò colpire
MILANO, 3 APR - Il carcere "sul piano rieducativo"
non ha prodotto alcun "effetto" e tenuto conto della
"sistematica ricaduta nel comportamento illecito", connessa ad
"un disturbo della sessualità non controllabile", al detenuto
serve anche un percorso di cure per limitare le "pulsioni
sessuali". Con queste motivazioni, per la prima volta a Milano,
la Sezione misure di prevenzione del Tribunale ha disposto una
"ingiunzione terapeutica" per un pedofilo che venne arrestato
nel 2004 per una violenza ai danni di una bambina, condannato e
poi, tornato libero, di nuovo arrestato per abusi su altre due
bimbe.
Il collegio, presieduto da Fabio Roia, dando anche atto del
"consenso" manifestato dall'uomo, rinchiuso nel carcere di
Pavia, difeso dal legale Attilio Villa e anche affetto da un
"ritardo mentale", gli ha ordinato di contattare
"immediatamente" il Cipm (Centro italiano per la promozione
della mediazione) del criminologo Paolo Giulini per un programma
"clinico-terapeutico".
(ANSA)
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