Trento vs Saviano e quelle mele “indigeste”. “La Melinda è innocente”
Trènt – Ci dispiace, si fa per dire: niente picciotti tra le mele di Trento. Qualche bacherozzo, cosa peraltro rara, ma mafiosi proprio no. Anche noi de il Padano abbiamo fatto la nostra piccola indagine antimafia che ci ha rimediato non pochi sberleffi. Alla fine ci siamo messi il cuore in pace. Pensare che avevamo preso molto sul serio le parole di Roberto Saviano. Il 6 giugno, all’auditorium Santa Chiara di Trento, arriva lo scrittore (“Prendendo un sacco di soldi”, dice il consigliere provinciale Luca Paternoster, della Lega Nord) per spiegare alla gente quanto siano brutte e cattive le mafie. Saviano racconta che la criminalità organizzata ricicla i soldi del malaffare e si infila dappertutto. C’era bisogno di un esempio? No, ma lui lo fa e lascia tanti a bocca aperta: “Il Cafè de Paris, in via Vittorio Veneto a Roma, è della ‘ndrangheta!”.
CAFE’ DE PARIS. Qualcuno, più informato, s’impressiona di meno: il Cafè de Paris, già celeberrimo locale della dolcevita romana, è stato sequestrato un anno fa dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza in uno di quei blitz antimafia che portano la “firma” di Roberto Maroni. Insomma, non è una rivelazione se uno legge i giornali. Ma Saviano vuole stupire: “E adesso – continua – direte, come le mele a Trento? Pure le mele a Trento? Le mele a Trento! C’è stata un’inchiesta, che potete studiare, partita dalla Calabria dove hanno tentato attraverso mediatori trentini di poter entrare nelle organizzazioni aspromontine nella gestione e distribuzione della mela trentina”. Appunto, …ma come le mele a Trento? La mela trentina rischia il marchio d’infamità?
MICA SIMPATICO. La gente s’incazza. I bravi e onesti contadini si sentono offesi. Qualche politico locale come il leghista Paternoster alza la voce: “Non è mica stato simpatico Saviano a raccontare cose simili. Ha preso un sacco di soldi per venire e poi ha sparato sulle nostre mele!”. Anche il presidente della Lega Nord Trentino,Alessandro Savoi, attacca Saviano per “i costi per lo Stato che lievitano ulteriormente quando si è costretti a rincorrere notizie infondate”. I magistrati e le forze dell’ordine s’inquietano. Ma come, la ‘ndrangheta starebbe mettendo le mani sulla mela trentina e noi non ci siamo mai accorti di nulla? Intanto la Procura di Reggio Calabria, scrivono gli organi d’informazione, nega che sia in corso alcuna indagine o inchiesta sulle mele trentine. Alla fine Saviano ridimensiona, e “Trentino” titola: “Mafia e mele in Trentino: Saviano si rimangia le accuse fatte al Festival”. Questo dopo che un ufficiale del Ros dei carabinieri lo ha raggiunto telefonicamente a Parigi per chiedegli spiegazioni.
EFFETTO CHOC. Ai carabinieri lo scrittore ha risposto che le sue parole “volevano avere un effetto choc di sensibilizzazione e allarme”. Il capo della Procura trentina Stefano Dragone, d’altro canto, è stato chiaro: “Non mi risulta che ci siano personaggi agganciati in qualche modo alla ’ndrangheta operanti in Trentino”. Non è la prima volta che le uscite di Saviano vengono liquidate dagli inquirenti. Da ricordare la stroncatura fatta dal prefetto Paolo Scarpis, già questore di Milano, Brescia e La Spezia, che vanta un brillante curriculum nella lotta contro la criminalità organizzata: “Sono sparate di una persona che sta a 800 chilometri di distanza”, disse a proposito delle dichiarazioni dello scrittore sulle pretese pesanti infiltrazioni mafiose a Parma.
POLSO SUL TERRITORIO. Un altro poliziotto di prim’ordine, il vice questore Vittorio Pisani, capo della Mobile di Napoli, famoso per la cattura di pericolosissimi boss latitanti del calibro di Salvatore Russo, aveva detto che non c’era alcun bisogno di assegnare la scorta a Saviano e che i suoi libri non forniscono contributi significativi alle indagini sulla camorra. Noi, testardi, abbiamo raccolto l’allarme e verificato: un giro tra i contatti “padani” in trentino, gente che ha il polso sul territorio. Dopo un mese di indagini, non solo tra i frutteti, possiamo in coscienza emettere il nostro verdetto: Trento non è Napoli, le mani che toccano mele trentine sono pulite e portano impresso il marchio d.o.p., e la Melinda è al di sopra di ogni sospetto.(ilpadano)
Red
http://infosannio.wordpress.com/2010/07/21/trento-vs-saviano-e-quelle-mele-indigeste-%E2%80%9Cla-melinda-e-innocente%E2%80%9D/
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