martedì 2 settembre 2014

Campania, rifiuti al veleno: in 35 mila querelano 42 comuni

In origine era chiamato il triangolo della morte. I comuni di Acerra, Nola e Marigliano, un tempo noti per essere tra le terre più fertili della Campania, dagli Anni 90 a oggi sono divenuti luoghi in cui il tasso di mortalità per malattie tumorali è aumentato. La causa è attribuibile all’inquinamento ambientale.
Acerra, Nola e Marigliano dunque, ma poi il triangolo si è esteso a macchia d’olio comprendendo i comuni di Caivano, Cardito, Afragola, Lusciano, Trentola Ducenta, Aversa, e ancora, Villaricca, Mugnano e Arzano.
LA LINEA DURA DEL COMITATO. Fino ad arrivare a 42 comuni. Gli stessi che adesso hanno detto basta. «Non vogliono più giocare in difesa ma in attacco» è lo slogan coniato dalle 41 associazioni aderenti al coordinamento “Comitato terra dei fuochi” che hanno querelato province e istituzioni coinvolte.
IN TRE MESI RACCOLTE 35 MILA FIRME. Trentacinquemila  firme raccolte in tre mesi. Due province e 42 comuni querelati insieme ai loro rappresentanti istituzionali per violazione dell’art. 32 della costituzione italiana che sancisce la tutela della salute.
È questa solo l’ultima delle iniziative coordinate dal comitato anti-roghi. «Ora basta. Gomorra non si è fermata un giorno», fa presente il dottor Antonio Marfella, da anni in prima linea per denunciare il ‘genocidio’. «Ancora oggi, a distanza di 4 anni dalle nostre prime denunce, i Tir contenenti rifiuti tossici e industriali arrivano in Campania da ogni parte d’Italia per smaltire i loro veleni».
I NUMERI DELLA MORTE. L’istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, attraverso un indagine su dati Istat riferita al periodo che va dai primi Anni 90 a oggi (guarda la video-inchiesta di Lettera43.it), parla di «incremento di mortalità per tumore particolarmente significativo nelle province di Napoli e Caserta».
Il tumore al polmone nelle donne napoletane e casertane è aumentato del 100% dal ’90 a oggi, passando dal 9,2% al 19,3% nella sola provincia di Napoli. Negli uomini il tumore al fegato è passato dal 22% al 38% in 20 anni.
«Questi numeri non sono attribuibili solo al cattivo stile di vita come vogliono farci credere gli esperti», denuncia Marfella, «e i campionamenti per analizzare la consistenza dei rifiuti tossici svolti in Regione rappresentano una cifra irrisoria: solo 84 prelievi effettuati, a fronte dei 1122 del comune di Brescia (dati studio Sebiotec, ndr), non bastano per capire il dramma che stiamo vivendo».

La polemica fra don Patriciello e il prefetto De Martino

Tra i dati esposti dal Comitato anche quelli relativi al rapporto tra numero di discariche in Campania e rifiuti urbani smaltiti. In Regione ci sono cinque discariche attive per 1 milione 335 mila tonnellate. In Veneto il rapporto è 15 a 522 mila tonnellate.
Al dottor Marfella si aggiungono le denuncie di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, passato alla cronaca come il prete anti-roghi. Lui parla di «divina provvidenza» quando fa riferimento allo spiacevole episodio accaduto con il prefetto di Napoli De Martino.
«Così almeno la gente ha saputo», ha detto. «Tra Napoli è Caserta non ci sono discariche. Tutta la nostra terra è un’enorme discarica di amianto sbriciolato e rifiuti tossici».
L’INCONTRO CON IL MINISTRO CLINI. Se per anni gli appelli di tutte le associazioni che fanno capo alla Terra dei fuochi sono rimasti inascoltati nelle ultime settimane l’attenzione di media e istituzioni si è concentrata sul problema.
Nei giorni scorsi i membri del comitato hanno incontrato il Ministro Clini, la delegazione della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, la commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie presieduta da Gaetano Pecorella.
A loro i rappresentanti del comitato guidati da Don Patriciello hanno chiesto tra le altre cose l’istituzione del sistema satellitare per la tracciabilità dei rifiuti industriali. L’inasprimento delle pene per reati ambientali e il blocco immediato del flusso di rifiuti industriali in ingresso nella regione Campania.  (di Francesca Marra)


http://infosannio.wordpress.com/2012/11/01/campania-rifiuti-al-veleno-in-35-mila-querelano-42-comuni/

Nessun commento:

Posta un commento