sabato 28 giugno 2014

Obama, un hamburger al bar con Rebekah per ritrovare l’America

Una 36enne con mutuo e due figli scrive al presidente
“Non riesco ad andare avanti”. E lui va a trovarla
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A WASHINGTON

AP
Barack Obama e Rebekah Erler al Matt’s Bar di Corcoran, nel Minnesota

Giovedì a pranzo Barack e Rebekah hanno mangiato un «Jucy Lucy», specialità della casa al Matt’s Bar di Corcoran, nel Minnesota. Un hamburger succulento, con dentro un cuore di formaggio fuso. Lei si è concessa anche una birra, mentre lui è rimasto al drink analcolico, perché poi aveva ancora parecchio da lavorare. Un «lunch» americano così ordinario difficilmente farebbe notizia, se il Barack in questione non fosse il presidente degli Stati Uniti, lanciato in una campagna per riconnettersi con gli americani comuni e recuperare voti in vista delle elezioni parlamentari di midterm a novembre. 
Ogni giorno il capo della Casa Bianca riceve dieci lettere, selezionate dal suo staff per mantenerlo in contatto con le esigenze delle persone normali. A marzo lo aveva colpito quella ricevuta da Rebekah Erler, una donna di 36 anni che vive a St. Anthony Park, in Minnesota: «Noi – diceva – vorremmo solo essere in grado di pagare l’asilo per i nostri figli, il mutuo della casa, e mettere in tavola ogni giorno un po’ di cibo fresco». Quindi Rebekah aveva invitato il presidente Obama a passare una giornata con lui, per vedere di persona e capire meglio le difficoltà della gente comune.  

Lei, ad esempio, è madre di due figli in età prescolare, e il marito ha perso il lavoro che aveva nel settore delle costruzioni a causa della crisi economica. Per tirare avanti, Rebekah è tornata all’università locale ad aggiornarsi, e prendere un titolo di studio che le ha consentito di rilanciare la sua attività di accountant. «Un giorno, dopo aver pagato il mutuo e la retta per la scuola di mio figlio, sono stata presa dalla frustrazione e ho deciso di scrivere al presidente». 

Forse l’ha aiutata il fatto che nel suo curriculum c’era anche l’attività di organizzatrice politica locale per il senatore democratico Patty Murray, ma comunque la Casa Bianca ha risposto. L’ha inserita in una campagna denominata «Day in the Life», che ha proprio lo scopo di far passare al presidente una giornata nella vita di qualche cittadino comune, per ascoltare i suoi problemi e cercare di risolverli. Così giovedì Obama è partito per il Minnesota, e ha pranzato in maniche di camicia con Rebekah al Matt’s Bar. «Tu - le ha detto il presidente - sei la ragione per cui io mi sono candidato. Non pensare che non stia combattendo per te». 

In effetti, fra la crisi economica che non passa, la ripresa ancora anemica, e le emergenze internazionali che dall’Iraq all’Ucraina pretendono attenzione, sarebbe facile supporre che il capo della Casa Bianca stia perdendo di vista le promesse di cambiamento interno che aveva fatto ai suoi elettori. E questo rischia di affossare anche il suo partito, in vista delle elezioni, dove una sconfitta azzopperebbe Obama con due anni di anticipo sulla fine del suo mandato. 

Naturalmente non basta un pranzo per cambiare la tendenza, ma almeno Rebekah è rimasta contenta: «Ho avuto la possibilità di avviare una conversazione, su quello che molte persone stanno passando». 


http://www.lastampa.it/2014/06/28/esteri/obama-un-hamburger-al-bar-con-rebekah-per-ritrovare-lamerica-m72vKcGcn0PjHu0SBx5ZhJ/pagina.html?ult=1

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