Uccisi 14 soldati Kiev.Mosca,sì aiuti umanitari ribelli
Elicottero abbattuto a Sloviansk, dov'è morto reporter italiano
UCRAINA: E' GUERRA A DONETSK, SI COMBATTE ALL'AEROPORTO (foto: EPA)
(foto: EPA)
di Claudio Accogli
In Ucraina dell'est il conflitto si infiamma: un elicottero dell'aviazione di Kiev è stato abbattuto nei pressi di Sloviansk, la città a nord di Donetsk dove ha trovato la morte anche il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli. Quattordici le vittime tra i militari ucraini, tra loro anche un generale. Il prezzo di sangue più alto pagato da Kiev dall'inizio dell'operazione antiterrorismo. E secondo i ribelli, gli elicotteri abbattuti sono due, ma al momento non c'è alcuna conferma. Intanto la Russia annuncia che garantirà aiuti umanitari all'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. "E' certo che li manderemo, ma non posso dire nulla su quelli militari, si deve chiedere all'Esercito", ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Per Kiev è "propaganda", "Mosca pensi alla Crimea", recita una nota del governo. Si combatte anche nella regione di Lugansk, dove da giorni le armi tacevano. Epicentro della battaglia la cittadina di Aleksandrovsk, circa 14 km a ovest dalla capitale dell'altra autoproclamate Repubblica secessionista dell'est Ucraina. Mentre la tensione è altissima a Kharkov, dove sono scesi in piazza i filorussi per chiedere che "il bagno di sangue voluto da Kiev" si fermi. I morti di questi giorni accendono le micce: domenica a Odessa i simpatizzanti dei ribelli hanno annunciato nuove manifestazioni. Nella città portuale, settimane fa, si è consumata la strage più odiosa dall'inizio della crisi, con almeno 40 filorussi morti nel rogo del Palazzo dei Sindacati, dove cercavano riparo dagli estremisti di destra e ultrà decisi a vendicare scontri precedenti. Stamani a Donetsk si è svolto il macabro rituale funebre per decine di cadaveri, almeno una quarantina, di miliziani e civili morti nella battaglia dell'aeroporto. Le bare rosse, ammonticchiate nei viali alberati dell'immenso policlinico a due passi dal centro. I corpi caricati a bordo dei camion: alcuni sono partiti verso la Russia, tra i morti ci sono infatti almeno 30 cittadini della Federazione di Vladimir Putin. "Erano volontari arrivati per aiutarci", hanno detto i capi separatisti. Altre bare, e cadaveri, di miliziani e civili di Donetsk sono state invece portate via dai familiari. Ma mentre i ribelli arringavano la folla di giornalisti, dall'altra parte di un ponte, nel viale principale della città, la sede dell'autoproclamata Repubblica popolare veniva messa sotto il controllo di almeno un centinaio di soldati del Battaglione ceceno Vostok (Oriente), che hanno sgomberato a colpi di ruspe le barricate di pneumatici e filo spinato messe in piedi nelle scorse settimane dai miliziani separatisti. Buona parte di questi ultimi, fino a ieri accampati all'interno del mastodontico palazzo, sono usciti dal portone principale bagagli in spalla. I volontari, come si definiscono, sono uomini addestrati, molti veterani dei campi di battaglia del Caucaso o dell'Afghanistan. Gli Ak47 sono scomparsi come le barricate: i ceceni sono armati con i più moderni Ak-12 e hanno gli rpg in spalla. La loro presenza, spiegano esperti osservatori, è un messaggio alle forze ucraine che di fatto assediano la città. I ceceni sono agguerriti, e non perdonano. Sul fronte diplomatico, si attende la liberazione di 4 osservatori Osce arrestati dalle milizie di Sloviansk. E' un segno del deterioramento della situazione, spiegano diplomatici occidentali preoccupati che la guerra civile esploda con ancora maggiore violenza.
(ANSA)
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