martedì 29 aprile 2014

È morto Ander Amonn

Una vita tra economia e sport, grande appassionato di hockey e arte moderna. “Inventò” il marchio Spar

«Mi sembra ancora di vederlo, anche se sono passati 36 anni da allora. Quella sera di ritorno da una partita a Cortina ci eravamo fermati a mangiare con la squadra in un ristorante di Villabassa, quando si aprì la porta ed entrò Ander Amonn: si reggeva in piedi a fatica ed era molto provato dopo un rapimento durato sessanta giorni. Ma, pochi giorni dopo la liberazione, il mitico presidente dell'Hockey Club Bolzano degli anni Settanta, aveva voluto festeggiare con la squadra la fine di un incubo e il ritorno alla vita. È stato un incontro molto commovente». Giancarlo Bolognini, già sindaco di Bolzano, ex presidente dell'Hc Bolzano ed attuale presidente della federazione sport ghiaccio, ricorda così Ander Amonn scomparso all'età di 80 anni. Assieme al fratello Christoph è stato uno dei più noti imprenditori altoatesini. Appassionato di sport - hockey e tennis - e di arte, in particolare di quella moderna.
L’imprenditore. Amonn è uno dei "marchi" imprenditoriali più noti della realtà altoatesina. È il nome della più antica industria storicamente presente in provincia di Bolzano. La Amonn holding aveva festeggiato i 200 anni nel 2002. «Un traguardo - aveva commentato, l’allora presidente del gruppo - di cui andiamo orgogliosi. L’azienda appartiene alla nostra famiglia da sette generazioni».
Nel 1802 la famiglia inaugurò la prima industria chimica altoatesina specializzata in prodotti per l’agricoltura. Ma il gruppo nel corso di due secoli ha molto differenziato i suoi interessi imprenditoriali, spaziando dai fitofarmaci ai colori, alla carta, agli arredi per ufficio, fino all’attività bancaria e finanziaria. All’inizio degli anni Sessanta, gli anni del boom economico Ander Amonn introduce in Alto Adige il marchio Spar: inaugura la stagione dei primi supermercati e diventa il primo presidente di Despar Italia. Prima l'apertura di un magazzino di mille metri quadrati, poi l’inaugurazione del primo supermercato, la storica filiale Despar di via Claudia Augusta. Nel 1991 Amonn esce dal settore e cede l'azienda all'Aspiag.
Al vertice della banca. «Uomo mite e schivo - dice Gerhard Brandstätter, nuovo presidente della Cassa di risparmio - è stato per 26 anni nel consiglio d’amministrazione della Cassa di risparmio e per sei - fino al 2004 - presidente dell’Istituto di credito. Un incarico nel quale si era molto impegnato». Poco amante dei salotti, era un grande appassionato di hockey e un buon giocatore di tennis. «Assieme - ricorda oggi l’imprenditore Christof Oberrauch, già presidente di Assoimprenditori - avevamo fondato Bolzano 84, una società che aveva riscosso un buon successo a livello giovanile».
Il rapimento. Nei ricordi dei bolzanini, anche di coloro che non si occupano né di imprenditoria né di banche, il nome di Ander Amonn è legato in particolare al rapimento. Un incubo durato sessanta giorni che lo aveva segnato profondamente e che sconvolse la vita di una tranquilla città di provincia.
È il 18 dicembre del 1977: Amonn, imprenditore di successo e presidente della squadra di hockey, al ritorno da una partita viene rapito sotto casa, in via Torre nella zona di Gries. Qualcuno, svegliato dai colpi di clacson, assiste dalla finestra della propria abitazione al sequestro, ma torna tranquillamente a dormire. L’allarme scatta soltanto al mattino, quando la moglie si accorge dell’assenza del marito. Il rapimento è opera di professionisti: è stato preparato nei minimi dettagli.
Solo due settimane prima è stato nominato presidente della Despar (1.500 punti vendita in tutto il Paese) e tra le altre cose è comproprietario della Satib, la società del marchio Coca Cola Alto Adige con sede a Ora; oltre a gestire assieme al fratello la Fitochimica, ceduta successivamente alla multinazionale Dupont. Alla famiglia arrivano subito le prime richieste di riscatto. Si parte da 10 miliardi di vecchie lire per poi scendere.
Amonn viene tenuto prigioniero in una tenda montata all’interno di un appartamento a Milano. Non subisce violenze fisiche, ma la pressione psicologica è fortissima. «Ho vissuto - racconterà poi - con il terrore di essere ammazzato da un momento all’altro». Lo liberano a Milano dopo otto settimane dietro il pagamento di un riscatto di un miliardo e 700 milioni. A rapire Amonn fu una banda internazionale composta da italiani, spagnoli e sudamericani. L’unico a finire in carcere fu un argentino, ma non si riuscì mai ad individuare le menti del sequestro.

http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2014/04/28/news/e-morto-ander-amonn-1.9125585

Nessun commento:

Posta un commento