giovedì 3 ottobre 2013

L’arte di essere bambini e bambine


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Pordenone, Varese, Catania, Bologna, Venezia, Palermo, Roma, Foligno e Padova e dintorni. Questi sono alcuni dei punti di partenza dai quali decine di donne e di uomini si metteranno in viaggio per raggiungere Cadoneghe e Vigodarzere (Padova), i due comuni che formano l’Unione del Medio Brenta, sabato 12 e domenica 13 ottobre. E’ nell’Alta padovana, infatti, che si svolge il terzo incontro nazionale della Rete di cooperazione educativa “C’è speranza se questo accade a… “, che unisce più di venti associazioni italiane e circa duemila persone che hanno a cuore l’educazione e si impegnano sia nella produzione di pensiero (con articoli, pubblicazioni, libri, video etc.), che nell’azione pratica a scuola, in famiglia, in gruppi strutturati o informali.
Nata in occasione del novantesimo compleanno del maestro e pedagogista Mario Lodi e dall’associazione da lui fondata e diretta, la Casa delle Arti e del Gioco di Drizzona, in provincia di Cremona, la Rete ha tenuto il I incontro nazionale nell’ottobre 2011 a Soave e il II l’anno successivo a Sestri Levante. L’appuntamento 2013 ha per titolo “I passi dell’educazione. Per un’armonia tra arte e scienza” e si inserisce nel programma della III edizione del Festival della Lentezza, l’appuntamento biennale nato nel 2009 che da Selvazzano si sposta a Vigodarzere e Ponte San Nicolò.
L’incontro nazionale della Rete avrà inizio sabato 12 ottobre all’auditorium “Ramin” di Cadoneghe, con la tavola rotonda “Per un’armonia tra arte e scienza”, che sarà coordinata da Carla Ida Salviati, direttrice delle riviste scolastiche Giunti, con la partecipazione di Francesco Tonucci, ricercatore del Cnr e responsabile del progetto internazionale “La città delle bambine e dei bambini”; Roberto Pittarello, artista e docente di Didattica delle Arti visive all’Università di Padova; Mariapia Veladiano, dirigente scolastica e scrittrice.
Il convegno si sposterà nel pomeriggio alla scuola secondaria di primo grado “A. Moroni” di Vigodarzere, dove si terranno tredici laboratori, su temi che vanno dall’arte e la scienza del maternage nei primi mille giorni di vita del bambino alle relazioni adolescenziali. Domenica mattina, sempre alla “Moroni”, tredici gruppi tematici e di discussione, che toccheranno argomenti come l’arte del bambino, l’intelligenza numerica, la differenza di genere, la musica, l’educazione scientifica, la cultura dell’inclusione.
Nel pomeriggio di domenica 13, nel parco comunale di Villa Zusto di Vigodarzere, la kermesse Le ore dell’arte in valigia, con burattinai, fotografi, tipografi, musicisti, attori e attrici, giochi di un tempo. Per tutta la durata del convegno, presso la nuova biblioteca del comune di Vigodarzere, nella Barchessa di Villa Zusto, sarà allestita la Piazza della Condivisione, con segreteria, coffee and tea corner, libreria pedagogica.
Il programma in dettaglio è disponibile sui siti delle due associazioni che hanno curato l’organizzazione: la Casa delle Arti e del Gioco (www.casadelleartiedelgioco.it) e La Scuola del Fare di Castelfranco Veneto (www.lascuoladelfare.it).

(foto: da lafattorietta.org)
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Capovolgere l’educazione: gli obiettivi della Rete di cooperazione educativa
Spiegano quelli di della Rete di cooperazione educativa: “Siamo consapevoli di esser partiti con una grande ricchezza nella bisaccia: le opere e le azioni di Francisco Ferrer, di Maria Montessori, di Célestin Freinet, di don Lorenzo Milani, di Gianni Rodari, di Paulo Freire e – in particolare – del Movimento di Cooperazione Educativa e del maestro, pedagogista e scrittore Mario Lodi, che dalla Casa delle Arti e del Gioco ci ha fatto partire. Abbiamo imparato che l’azione educativa deve prima di tutto partire dal bambino e dalla bambina, sapendo che «…la cultura del bambino non comincia dalla scuola, ma molto prima: si può dire dalla nascita». (Mario Lodi, 1983). Sappiamo anche che l’azione educativa – nel periodo della vita scolastica – coinvolge in modo continuo i tre soggetti dell’azione stessa: il bambino e la bambina, la famiglia, gli insegnanti. Ogni cammino ha una sua direzione e un suo orientamento. Per quanto riguarda la vita scolastica, il nostro segue le tracce che propongono: «… alcuni princìpi alternativi a quelli della scuola autoritaria di classe: le attività motivate dall’interesse invece che dal voto, la collaborazione al posto della competizione, il ricupero invece della ricezione passiva, la norma che nasce dal basso come esigenza comunitaria invece dell’imposizione della disciplina fondata sul timore». (Mario Lodi, 1972)”.

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