giovedì 3 ottobre 2013

Chiedo anch’io la fiducia. Ma per i morti di Scicli



Chiedo anch’io la fiducia. Ma per i morti di Scicli


di Oliviero Beha

Martedì sera, al tg1 delle 20, dopo le notizie sulla crisi di governo e qualche altra cosa sono andate in onda le immagini del salvataggio di alcuni migranti a Scicli, tra i marosi fino alla spiaggia. La notizia l’avrete letta: il barcone dei disperati si è fermato quasi a riva, in una secca, e più di cento sono stati (a cinghiate) o si sono buttati in mare. Una notizia come altre, quasi una rubrica: ci siamo abituati da anni.

Ma le immagini sono un’altra cosa, la disperazione di corpi e sguardi sono un’altra cosa, i 13 cadaveri sulla battigia sono un’altra cosa, coloro che soltanto con una penultima respirazione, rovesciati come un calzino, sono stati richiamati in vita sono un’altra cosa…E anche uno, ma forse non era l’unico, che indifferente a tutto quel tragico trambusto, come è stato detto nel servizio didascalico per le immagini “faceva jogging” tra i corpi, vitalità menefreghista nella morte altrui , era un’altra cosa.

Altro da me, perlomeno, altro da noi, credo e spero. Stavolta non era immagine da “rubrica”, una foto come altre (“Il corpo dell’annegato tra i bagnanti che lo ignorano” secondo cronache ripetute e ipotesi di “fotomontaggi” dei giornali), no. Vedendolo mi sono dimesso dall’umanità, da quell’umanità ormai evaporatadel tutto. Vi chiedo quindi la fiducia per quei morti, contro il governo del cinismo sopravvivenziale e distante. E’ qui che si gioca la vera partita politica di questo Paese, altro che Letta e compagnia cantante e stonata: non vi è chiaro?

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