martedì 28 maggio 2013

Tecnici al lavoro, ipotesi anticipo commissariamento

Sopralluogo a Taranto, chiusura indagini forse entro meta' giugno: Bonanni: prendere iniziativa. Cofferati: serve intervento temporaneo Stato


 Ilva, combo immagini stabilimento e logo

 Un momento del presidio degli operai Ilva a Roma in piazza Montecitorio (Archivio)

Tecnici al lavoro, a palazzo Chigi, sull'emergenza Ilva: fra le varie ipotesi allo studio - a quanto si apprende - c'é quella di anticipare il commissariamento. Ipotesi prevista dalla legge 231/2012 cosiddetta 'Salva Ilva' di fronte a "eventuali criticità" nell'applicazione dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) che però vanno prima riscontrate dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Nello stabilimento Ilva di Taranto sopralluogo dei tecnici dell'Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale (Ispra) e dell'Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa) per verificare lo stato di attuazione delle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia). L'azienda ha completato solo una parte degli adempimenti previsti e ha chiesto la proroga per alcuni interventi strutturali. Il garante per l'applicazione dell'Aia, Vitaliano Esposito, ha riscontrato una decina di violazioni. Dall'ottobre scorso sono partiti i 36 mesi entro i quali l'Ilva è tenuta a completare le 94 prescrizioni per ridurre i livelli di inquinamento.
VENDOLA, TAVOLO CRISI A P.CHIGI E VIA FAMIGLIA RIVA - "Spero che sia convocato quanto prima un tavolo con tutti gli attori interessati al caso Ilva con il presidente del Consiglio e auspico che si costituisca una unità di crisi permanente a palazzo Chigi". Lo dice il leader di Sel, Nichi Vendola, che insiste: bisogna "separare la sorte dell'Ilva da quelle della famiglia Riva. Bisogna estromettere la famiglia Riva dalla vicenda Ilva" e procedere "con il commissariamento". "I Riva - conclude - non devono mai più essere considerati interlocutori" per l'Ilva.
CHIUSURA INDAGINI FORSE ENTRO META' GIUGNO - Potrebbero essere chiuse entro la metà del prossimo giugno le indagini preliminari sull' inquinamento provocato dallo stabilimento Ilva di Taranto. Lo si é appreso da fonti giudiziarie. Ieri il pool della Procura che si occupa di reati ambientali ha iniziato a lavorare sui nomi dei singoli indagati per la notifica dell'avviso di chiusura indagini. Si tratta di un unico fascicolo d'inchiesta che comprende sia l'indagine-madre, che il 26 luglio 2012 portò ai primi arresti tra cui quelli di Emilio Riva, proprietario del Siderurgico, e di suo figlio Nicola, e sia l'indagine denominata 'Ambiente svenduto', che vide eseguire i primi provvedimenti restrittivi il 26 novembre 2012 e culminata, il 15 maggio scorso, nell'arresto del presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, dimessosi 24 ore dopo. Decine gli indagati tra imprenditori, politici, ex dirigenti Ilva e funzionari.
BONANNI, PRENDERE INIZIATIVA NON POSSIAMO PERDERLA - Sul versante della vicenda Ilva "bisogna prendere una iniziativa subito perché non possiamo perdere quella fabbrica: non solo per i lavoratori di Taranto ma per tutta la metalmeccanica e la siderurgia italiana". Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine del congresso nazionale dei pensionati Cisl. "Perdere quella fabbrica - ha aggiunto - significa andare a comprare la metà del nostro fabbisogno per le aziende all'estero. Significa - ha proseguito ancora - non solo perdere il lavoro italiano ma pagare in valuta cose che, invece, potremmo fare in casa". Pertanto, ha ammonito il segretario generale della Cisl, "spero che in questo Paese torni il buonsenso che è uscito dalla gabbia da diverso tempo e che bisogna riportare al punto di partenza. Noi viviamo di lavoro, la salute è importante - ha concluso - ma si può curare solamente se c'é lavoro, se c'é una buona economia".
COFFERATI, SERVE INTERVENTO TEMPORANEO STATO - Per evitare quello che sarebbe un disastro economico e sociale "serve un intervento temporaneo dello Stato nella proprietà" dell'Ilva. Questo l'appello lanciato dall'europarlamentare Pd ed ex segretario della Cgil Sergio Cofferati. "La fermata dell'attività dell'Ilva produrrebbe un gravissimo danno a tutti i lavoratori dell'azienda e dell'indotto, ma non solo". Per Cofferati, "una parte molto ampia del sistema produttivo nazionale ne verrebbe duramente danneggiata, perché costretta a cercare nuove fonti di approvvigionamento a costi non prevedibili. Se a questo aggiungiamo l'inevitabile rallentamento del processo di bonifica e risanamento, fino al rischio di un suo arresto - aggiunge l'europarlamentare - ci rendiamo conto di quanto sia importante assicurare la continuità dell'attività produttiva. Un obiettivo realizzabile, allo stato delle cose, solo attraverso un diretto intervento, sia pure temporaneo, dello Stato nella proprietà dell'impresa. Serve una soluzione ponte verso un altro assetto dell'azienda. Si tratta di una vera emergenza - conclude Cofferati - non risolvibile con gli strumenti ordinari, per questo non si può indugiare e ancor meno farsi condizionare dal timore di assumersi delle responsabilità ovviamente straordinarie".
CAMUSSO, CONTINUITA' PRODUTTIVA APPLICANDO LA LEGGE - "E' essenziale garantire la continuità produttiva del gruppo Riva, non solo per i lavori di quegli stabilimenti, che sono i principali fornitori di acciaio del nostro paese, ma per la tenuta di tutto un tessuto produttivo che è già fortemente provato dalla crisi". E' l'auspicio, per la vicenda dell'Ilva di Taranto, del segretario della Cgil Susanna Camusso, a Parma per i 120 anni della Camera del lavoro locale. "Credo lo si possa fare - ha aggiunto - attuando la legge che prevede vincoli rispetto all'ambiente e che permette gli investimenti attraverso quello che potremmo chiamare un commissariamento straordinario in grado di garantire la continuità produttiva e gli impegni presi per il risanamento".

(ANSA)

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