lunedì 20 maggio 2013

I DS aderiscono alla mobilitazione del 20 marzo per la pace in Iraq


I DS aderiscono alla mobilitazione del 20 marzo per la pace in Iraq
I Democratici di Sinistra parteciperanno alla mobilitazione e alla giornata
internazionale per la pace in Iraq e in Medio Oriente indetta dai movimenti
pacifisti statunitensi per il 20 marzo.
 
 
Saremo in piazza il 20 marzo per dire NO alla dottrina della guerra
preventiva e per dire SI’ al multilateralismo e alla legalità
internazionale, SI’ alla riforma e al rilancio delle Nazioni Unite.
Tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno conferma le ragioni dello
straordinario movimento popolare che, in Italia e nel mondo, si è opposto
alla guerra in Iraq. Il dopoguerra è travagliato e drammatico; una sequenza
di atti di terrorismo, violenza, guerriglia miete vittime in Iraq ogni
giorno; il terrorismo nel mondo non è diminuito; crescono nelle società
islamiche sentimenti antioccidentali e si rafforzano i rischi di uno scontro
di civiltà; in Medio Oriente la pace tra israeliani e palestinesi non è
certo più vicina.
 
 
Saremo in piazza il 20 marzo per dire NO all’occupazione militare e alla
missione italiana in Iraq senza l’ONU e per dire SI’ ad una transizione
guidata dalle Nazioni Unite, ad una forza multinazionale sotto egida ONU,
alla pace e alla democrazia in Iraq.
La guerra in Iraq, giustificata attraverso insostenibili menzogne, è stata
un tragico errore e il “dopoguerra” iracheno sta a dimostrare il fallimento
della strategia unilateralista americana, che ha certo “vinto” la guerra ma
che non ha affatto portato stabilità, sicurezza, pace, democrazia. Saddam
Hussein non c’è più – non possiamo che rallegrarcene insieme al popolo
iracheno – ma il rischio che il paese precipiti nel caos e nella guerra
civile è molto forte ed evidente.
Ci siamo opposti alle scelte del Governo italiano nella crisi e nel
dopoguerra iracheno.
E’ necessario che si produca un radicale mutamento di scenario: affidare all
’ONU la guida piena ed effettiva della transizione irachena; definire un
calendario elettorale e un percorso costituente certi, condivisi da tutte le
componenti della società irachena; terminare lo stato di occupazione e
costruire le condizioni per il subentro di una forza multinazionale sotto l’
egida delle Nazioni Unite alla quale partecipino anche paesi arabi, nelle
more della ricostituzione di forze di sicurezza irachene; sostenere il
popolo iracheno nel percorso verso una costituzione democratica per uno
stato multietnico e multireligioso, rispettoso dei diritti delle donne e
delle minoranze. Riteniamo che l’Unione Europea debba nominare un suo
rappresentante speciale per l’Iraq e mettere a disposizione delle Nazioni
Unite risorse umane e finanziarie per un programma di institution building.
 
 
Saremo in piazza il 20 marzo per dire NO al terrorismo e per dire SI’ ad un’
altra globalizzazione, più giusta ed umana.
Il terrorismo è una minaccia grave e reale, che va combattuto duramente,
rafforzando gli strumenti di investigazione e di intelligence, la
cooperazione giudiziaria, la lotta ai finanziatori delle reti terroristiche,
isolando e colpendo i professionisti della violenza e del terrore che negano
ogni valore di civiltà e convivenza umana. Lottare contro il terrorismo
comporta per noi affermare il pieno rispetto dei diritti umani e delle
convenzioni internazionali in ogni parte del mondo.
Opporsi al terrorismo significa per noi anche dare vita ad uno straordinario
sforzo per combattere le più gravi ingiustizie che affliggono l’umanità, per
sconfiggere la povertà, il sottosviluppo, la disperazione in cui il
terrorismo cerca consenso e giustificazioni. Realizzare concretamente gli
“Obiettivi del Millennio” è un obbligo morale e politico per i paesi
maggiormente sviluppati.
 
 
 
Saremo in piazza il 20 Marzo per dire NO alla violenza e per dire SI’ ad una
pace giusta in Medio Oriente.
In Israele e nei Territori palestinesi si continua a morire. La spirale di
violenza, occupazione militare, terrorismo e repressione sembra prevalere
sulle ragioni del negoziato. Eppure in Medio Oriente non esiste una
soluzione militare e l’unica soluzione possibile è l’affermazione ed il
riconoscimento di due diritti: quello del popolo palestinese ad avere
finalmente uno stato indipendente, nei territori occupati nel ‘67; quello
dello stato di Israele a vivere in sicurezza, libero dalla minaccia
terroristica. L’iniziativa di Ginevra dimostra che esistono nelle società
israeliana e palestinese forze che non si arrendono alla logica della
violenza e che hanno il coraggio del compromesso per la pace. Vogliamo
sostenere queste forze e sollecitiamo la ripresa dell’iniziativa del
Quartetto (ONU, Unione Europea, Stati Uniti, Russia) perché si riapra la
strada del negoziato e si sospenda la costruzione del Muro. Vogliamo
sostenere la proposta di un Trattato di Associazione speciale di Israele,
Stato palestinese e Giordania con l’Unione Europea come incentivo alla
ripresa del dialogo.
 
 
Saremo in piazza il 20 Marzo per dire SI’ ad un’Europa di pace, impegnata
per costruire un mondo più democratico e giusto.
L’Europa si è divisa di fronte alla crisi irachena e il confronto sulla
bozza di Costituzione Europea non ha prodotto fin qui una proposta
condivisa, alla vigilia di un appuntamento cruciale come l’ingresso di dieci
nuovi paesi nell’Unione. Eppure il mondo ha sempre più bisogno di un’Europa
protagonista, capace di contribuire alla costruzione di un ordine mondiale
multipolare, più democratico e più giusto. Vogliamo un’Europa grande, forte
ed autorevole sul piano internazionale, coesa al suo interno, responsabile
ed aperta verso il resto del mondo, capace di liberarsi di ogni chiusura
protezionistica verso il Sud del mondo, impegnata a promuovere la democrazia
ed i diritti attraverso gli strumenti della politica e della legalità
internazionale, portatrice di una visione della sicurezza che inglobi i
valori della giustizia e dell’equità. Sosteniamo la proposta di una
Costituzione europea che assuma la pace come principio fondamentale e
affermi il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali.
 
 

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